Beni comuni e democrazia

Cari amici del manifesto, ho aderito al “Manifesto per un nuovo soggetto politico” con un messaggio nel quale, considerandolo un documento aperto, annunciavo alcune mie riserve e una vera e propria «opinione dissenziente». Vista la piega assunta dalla discussione, provo a rendere esplicita questa mia adesione in qualche modo “condizionata”.

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"Monti, dittatore democratico"

I pericoli delle visioni “post” e le ambiguità degli intellettuali “ante”. In una recente intervista Alain Touraine, decano della sociologia contemporanea, dichiara la fine della socialdemocrazia e le ragioni di un nuovo conflitto mondiale per i diritti universali messi in pericolo da un potere finanziario globalizzato. Ma promuove anche a pieni voti Mario Monti come un “dittatore” della Grecia antica, necessario all’Italia per la sopravvivenza delle regole democratiche (sic!). Dunque, i giovani (di sinistra) in piazza a protestare e i professori (responsabili e possibilmente bocconiani) a Palazzo a comandare?

«La sinistra europea deve andare oltre la socialdemocrazia, deve diventare “postsociale”». Scandisce bene le parole in un magnifico italo-spagnolo Alain

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Di Pietro e Orlando, confessate ai cittadini il vostro appoggio al "Governo della finanza". Mi dimetto dai miei incarichi in IDV

Raccontate la verità, gli italiani hanno il diritto di sapere che Italia dei Valori sta appoggiando, soprattutto con il proprio silenzio, la proposta del governo Monti di trasferire 125 miliardi di euro (minimo) ad una organizzazione finanziaria intergovernativa, l’ESM, ambiguamente definita “fondo salva-stati”, che, fra immunità, esenzioni, condoni ed altri privilegi, si propone di concedere finanziamenti agli stati in difficoltà in cambio della possibilità di potere imporre “rigorose condizionalità” da far gravare sulle spalle del popolo

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