Ucraina: Zelensky parlerà ai grandi produttori di armi

La grande industria bellica scommette sulla guerra a lungo termine, dopo i successi militari nell’offensiva verso Kharkiv

Una guerra lunga e costosa. Non c’è promessa che potrebbe essere più lusinghiera per i grandi produttori di armi, oggi onorati di poter vantare come sponsor anche l’ex comico Volodymyr Zelensky. Il preside ucraino apparirà infatti ad un vertice con Lockheed Martin, Raytheon e altri produttori di armi americani che si terrà ad Austin, in Texas, il 21 settembre, per fare appello a nuove forniture di armi.
Le grandi industrie belliche possono vantare guadagni da capogiro da quando è scoppiato il conflitto ucraino. Basti pensare che gli Stati Uniti hanno inviato oltre una dozzina di sistemi missilistici di artiglieria ad alta mobilità (HIMARS) prodotti da Lockheed e migliaia di missili anticarro Javelin prodotti congiuntamente da Lockheed e Raytheon. Entrambe le società hanno subito notevoli aumenti dei prezzi delle azioni dopo l’inizio della guerra: il tasso di crescita degli utili a lungo termine di Raytheon è ancorato al 10,4%, mentre nell’ultimo anno, le azioni di Lockheed Martin sono aumentate del 17,5% contro il calo del settore aerospazio pari al 35,1%. Le prospettive di crescita non potrebbero essere più rosee, se si tiene conto che, come affermato dal vicesegretario alla Difesa statunitense William LaPlant, i recenti fondi stanziati per sostenere l’Ucraina, pari a quasi 3 miliardi di dollari, sono progettati per i prossimi due anni. Questa settimana, anche il segretario alla Difesa Usa Lloyd Austin durante l’Ukraine defense contact group), tenutosi a Ramstein, ha ribadito gli Stati Uniti sosterranno Kiev a lungo termine. “Lavoreremo insieme per addestrare le forze ucraine a lungo raggio. Lavoreremo insieme per aiutare a integrare le capacità dell’Ucraina e rafforzare le sue operazioni congiunte a lungo raggio“, ha affermato.

Successo della campagna ucraina a nord-est
Zelensky, effettivamente, anche grazie ai successi dell’ultima offensiva, può vendere il “buon prodotto” di una sanguinosa guerra a lungo termine. La controffensiva ucraina verso Kharkov ha evidentemente colto di sorpresa i russi, che si trovano ancora in grave difficoltà tattica, aspettandosi una controffensiva che avrebbe dovuto esaurirsi solamente in direzione di Kherson.
Kiev ha approfittato della linea difensiva più debole, sfruttando anche la “superiorità informativa” grazie al sostegno dei satelliti e degli aerei spia della Nato, che hanno sempre permesso al quartiere generale di Kiev di anticipare le iniziative del nemico. Nelle ultime ore, le forze ucraine hanno confermato la liberazione del cruciale snodo ferroviario di Kupiansk e poco dopo hanno sequestrato Izium, la principale base per le forze di Mosca nella regione di Kharkiv. Quest’ultima, con la sua posizione strategica era diventata un feroce campo di battaglia nell’invasione russa dell’Ucraina, poiché Mosca lo ha utilizzato come punto di partenza per il suo assalto contro le forze ucraine nel Donbass. È caduto completamente nelle mani delle forze russe il 1° aprile, intrappolando migliaia di civili in una città in cui ben l’80% dei suoi edifici residenziali è stato distrutto. “Siamo riusciti a tagliare le linee di rifornimento per le formazioni russe che controllano l’area di Izium“, ha affermato Serhiy Kuzan, un esperto militare presso il Centro di sicurezza e cooperazione ucraino, che conosce direttamente gli eventi a Kharkiv.
Kuzan ha detto che le formazioni russe responsabili dell’area sud-orientale di Kharkiv, etichettata come area di Izium da esperti militari, erano soldati russi professionisti, non mercenari o coscritti del Donbass occupato dai russi. “Le truppe ucraine stanno avanzando nell’Ucraina orientale, liberando più città e villaggi. Il loro coraggio, unito al supporto militare occidentale, porta risultati sorprendenti“, ha detto sui social media il portavoce del ministero degli Esteri Oleg Nikolenko.
Sabato, il ministero della Difesa russo ha annunciato che avrebbe ritirato le truppe da due aree nella regione orientale di Kharkiv, dove i gruppi tattici mobili delle forze armate ucraine avrebbero raggiunto il Bolshoy Burluk quasi senza ostacoli e sarebbero riuscite a spostarsi a nord verso Khotomli.  Un funzionario insediato dalla Russia nella parte occupata della regione di Kharkiv ha ammesso che le truppe di Mosca erano in ritardo. “Il fatto stesso di una violazione delle nostre difese è già una vittoria sostanziale per le forze armate ucraine“, ha detto Vitaly Ganchev alla televisione di stato, aggiungendo che l’avanzata dell’Ucraina è stata “molto acuta e rapida“.
Un risultato che certamente non avvicina la fine della guerra, ma anzi la allontana a tempo indeterminato. Difficile immaginare infatti che i russi abbandonino gli obiettivi di sopprimere la minaccia strategica rappresentata da un paese ostile, ora inondato da consiglieri militari statunitensi e reparti di intelligence che operano attivamente. All’Ucraina aspetta un futuro, evidentemente ancora più sanguinoso.
Il capo della Cecenia, Ramzan Kadyrov , ha già promesso che tutte le città lasciate dai militari russi nella direzione di Kharkiv “verranno restituite“, definendo la decisione di ritirare le truppe dalla regione, puramente strategica. “Ma io, Ramzan Kadyrov, dichiaro ufficialmente che tutte queste città torneranno indietro, la nostra gente è già lì, appositamente addestrata per questo lavoro, pronta a partire per altri diecimila combattenti. Raggiungeremo Odessa nel prossimo futuro e tu vedrai risultati specifici“, ha affermato il politico in un messaggio audio diffuso sul suo canale Telegram. “Non posso incolpare nessuno, perché non capisco a fondo quale strategia sia stata sviluppata. Ma una cosa so: vincerà la Russia, e questi shaitan della NATO e i servizi di intelligence dell’Europa occidentale, le loro armi saranno soppresse, soppresse dallo spirito dei nostri combattenti”, ha concluso Kadyrov.

A Zaporizhzhia spento l’ultimo reattore
Anche il sesto e ultimo reattore della centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia (ZNPP), rimasto finora attivo, è stato spento. A renderlo noto l’agenzia nucleare statale ucraina, Energoatom, in un comunicato di questa mattina: “Oggi, 11 settembre 2022, alle 3.41 (le 2.41 del mattino in Italia, ndr) l’unità n.6 della Znpp (la centrale nucleare, ndr) è stata scollegata dalla rete elettrica. Sono in corso i preparativi per il raffreddamento e il trasferimento allo stato freddo del reattore”, scrive l’agenzia.  In precedenza Volodymyr Rogov, presidente del movimento “Siamo con la Russia”, membro del consiglio principale dell’amministrazione della regione di Zaporozhye, aveva accusato le autorità di Kiev di cercare di organizzare un blocco energetico della regione, il direttore generale dell’AIEA Rafael Grossi ha affermato che l’alimentazione esterna della ZNPP è stata danneggiata a causa dei bombardamenti. Kiev nelle ultime settimane ha effettuato diversi attacchi nel territorio della centrale nucleare, colpendo edifici sensibili, comprese le sottostazioni e le linee elettriche, attraverso le quali l’elettricità viene fornita dalla ZNPP al territorio controllato dalla Federazione russa della regione di Zaporozhye L’impianto nucleare ora è completamente alimentato dai generatori diesel e la sua sicurezza dipende completamente dalla loro affidabilità: anche da spenti, i reattori infatti, richiedono energia per i sistemi di raffreddamento necessari a garantire la sicurezza nucleare e in caso di guasto di uno dei generatori, resterebbero ai tecnici 60 minuti prima che si verifichino pericolosi surriscaldamenti potenzialmente catastrofici.

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fonte: antimafiaduemila.com