Voltiamo pagina

Care amiche e amici, care compagne e compagni, Quest’anno che è trascorso è stato molto difficile, molto particolare ma anche tanto entusiasmante. Insieme a tanti giovani, a tante donne e uomini, ho cercato di fare la mia parte per dare il mio personale contributo al servizio del Paese.
C’è in giro per il nostro Paese, e non solo, tanta bella gente che chiede solo di avere riconosciuti i diritti fondamentali, indivisibili che la Carta Costituzionale sancisce per ognuno

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Le non-esistenze dei precari a vita

Nel dibattito sul reddito garantito c’è una incomprensione di fondo per cui chi promuove il reddito da lavoro non si rende conto che, pur senza cartellini da timbrare, i precari lavorano eccome

Affrontando il tema del reddito minimo in contrapposizione al reddito di cittadinanza nel concetto di reddito collegato o meno al lavoro, Sbilanciamoci ha dato la possibilità di aprire un dibattito che sino ad oggi correva su binari paralleli, ognuno con le proprie teorie più o meno innovative.

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Crisi, poveri lavoratori: come non farcela anche con un posto fisso

Frustrazione. Scontentezza. Paura di non farcela. Provate a chiedere a colleghi e amici «quanto guadagni?» e, nel 99% per cento dei casi, riceverete un’identica risposta: «Meno di quanto merito, meno di quanto mi occorre».

Una risposta veritiera, secondo Walter Passerini e Mario Vavassori, autori del libro Senza soldi. Sottopagati, disoccupati, precari (Chiare Lettere), che denuncia una situazione allarmante: avere un posto di lavoro non sconfigge la povertà, e a far parte della numerosa schiera dei working poor – i lavoratori poveri – non sono solo i precari (per i quali 1000 euro al mese di cinque anni oggi fa sono un miraggio), ma anche i lavoratori dipendenti, pubblici e privati.

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