A che punto è il salto nel vuoto?

Ora che mancano otto giorni alle elezioni del 25 maggio, che i sondaggi non possono neppure essere esibiti nei telegiornali e anche i quotidiani ne debbono fare a meno, ci si può fermare un momento e chiedersi se il salto nel vuoto, prefigurato ampiamente nelle elezioni del febbraio 2013, è ancora probabile o le cose in questi pochi mesi sono per fortuna cambiate.

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COLPIRE AL CUORE I CONFLITTI

Era inevitabile il disastro della sinistra, ma non mi sarei mai aspettato che Silvio Berlusconi, benche’ sconfitto, riuscisse a recuperare lo svantaggio giungendo a poche decine di migliaia di voti dal Partito Democratico. Questo dimostra ancora una volta la potenza enorme della tv, che riesce a condizionare, secondo dati di credibili studi di ricerca, il 75 per cento degli elettori, che non va troppo per il sottile nel dare il voto. Questo ha comportato non solo la mancata vittoria del Pd al Senato, ma anche la sconfitta di Umberto Ambrosoli in Lombardia, dove il cavaliere ha vinto nonostante gli scandali, la condanna in primo grado, il severo giudizio del Tribunale di Milano sulla pericolosita’ del condannato, la catastrofe del sistema del presidente della Giunta regionale e la presenza di un avversario di Maroni, Ambrosoli, che riscuoteva il consenso della stragrande maggioranza degli italiani.

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Una bulimia di immoralità

Se gliel’avessero detto. Se avessero detto a Giorgio Ambrosoli che più di trent’anni dopo il suo assassinio la Regione Lombardia avrebbe vietato al figlio Umberto di ricordarlo in un corso di educazione alla legalità rivolto a giovanissimi studenti. Davvero ci sono comportamenti leciti che pesano e offendono più dei reati. Umberto Ambrosoli, ormai affermato avvocato penalista, ruba da anni tempo ai propri affetti e svaghi per portare ovunque, ma soprattutto nelle scuole, parole di decoro morale, di senso del dovere, di legalità. Ossia per diffondere la lezione del padre che egli ha fatto propria.

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