Nino Di Matteo: da Amara palesi calunnie su Ardita

di Giorgio Bongiovanni e Aaron Pettinari

“Le dichiarazioni che riguardano il Consigliere Sebastiano Ardita sono palesemente calunniose”. Sono le parole del consigliere togato del Csm Nino Di Matteo, rese note poche ore fa dall’Ansa, con riferimento alle dichiarazioni contenute nei verbali dell’avvocato Piero Amara. Trattasi di dossier anonimi – composti da numerosi verbali dell’ex avvocato Amara – giunti negli ultimi giorni sulle scrivanie di varie testate giornalistiche. Verbali d’interrogatorio coperti da segreto, senza firma e timbri. Provenienza? Pc degli organi investigativi.
Di questo dossieraggio anonimo ne ha parlato il consigliere Di Matteo, intervenendo lo scorso mercoledì 28 aprile durante il plenum del Csm.
Stralci di questi verbali anonimi sono apparsi nei giorni successivi su alcuni giornali che, ugualmente, avevano ricevuto il dossier.
Al loro interno vi sono accuse nei confronti di vari personaggi delle istituzioni tra cui anche l’ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, l’ex deputato dell’Udc Michele Vietti e il consigliere togato del Csm Sebastiano Ardita. Quest’ultimo è accusato da Amara di essere iscritto a una loggia massonica chiamata “Ungheria”.
Ed è su queste pesanti accuse calunniose che il magistrato palermitano Di Matteo si è espresso oggi dicendo: “La loro falsità è facilmente riscontrabile. L’illecita diffusione di quei verbali anche all’interno del Consiglio superiore rappresenta un vero e proprio dossieraggio volto a screditare il consigliere Ardita e a condizionare l’attività del Csm”.
Dalle indagini della Procura di Roma, che per competenza ha ricevuto alcuni atti, è emerso che a spedire i documenti con quei verbali sarebbe stata Marcella Contrafatto, impiegata del Csm nella segreteria dell’allora consigliere Davigo, ora indagata per calunnia, perquisita a casa e in ufficio due settimane fa dai militari della Guardia di Finanza su ordine dei pm.
Gli investigatori avrebbero trovato nel computer delle copie degli atti spediti. È dunque stata lei a spedire quei documenti? Se sì, per quale motivo?
Saranno ora le Procure competenti a dover stabilire le responsabilità su quanto avvenuto.
Un fatto è certo. A nostro giudizio le diffamazioni e le calunnie di Amara contro il magistrato Sebastiano Ardita ricordano i corvi e le iene che fuori e dentro le istituzioni tentavano di infangare Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Questa sera un nostro dossier su tutta la vicenda.

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fonte: antimafiaduemila.com