Il risveglio del Cile
di Claudio Rojas, dal Cile
Dal 5 settembre 2019
qualcosa è iniziato a cambiare, quando associazioni e cittadini,
protestando senza previa autorizzazione, facendo appello alla
disubbidienza civile, visto che le mobilitazioni tradizionali non
avevano dato alcun risultato ed il governo si beffava di loro, hanno
deciso di unirsi sotto lo slogan: “Ci siamo stancati, ci siamo uniti”.
Il
Cile ha un costo del trasporto pubblico tra i più caro del mondo, i
salari più bassi dei paesi dell’OCSE. Nonostante ciò il biglietto del
‘TranSantiago’ aveva subito un aumento spropositato rispetto ai redditi
dei cileni.
Come se non fosse abbastanza, dobbiamo aggiungere che il
Governo di Piñera aveva iniziato a offrire benefici ai più ricchi. Tra i
gesti più eclatanti il regalo di 800 milioni di dollari l’anno ai
grandi imprenditori con la sua Riforma Tributaria a cui si aggiungeva,
nonostante le enormi difficoltà di fronte alla peggiore siccità della
storia, la consegna ai Grandi Imprenditori del controllo sulla poca
acqua rimasta. Partendo da questi elementi è comprensibile che la gente
si sia arrabbiata, protestando.
E poi gli abusi continuavano e si
aggiungevano a pensioni miserabili, sanità inadeguata, l’educazione
pubblica precaria e oppressa, licenze mediche non pagate, i debiti per i
crediti universitari eterni, la persecuzione politica degli studenti
delle scuole pubbliche, la persecuzione contro il popolo mapuche e la
sua criminalizzazione; e d’altra parte la corruzione dei poteri dello
Stato, la corruzione del governo, del parlamento e del potere
giudiziario, il finanziamento della politica da parte dei poteri
economici che rende i politici suoi burattini, la corruzione estrema
delle forze armate e dei carabinieri senza alcuna indagine o alcun tipo
di sanzione o di sorveglianza da parte di chi si suppone siano i loro
superiori; infine sono tante le cose che hanno sommerso il nostro paese
nello sdegno.
In questo scenario mancava solo la goccia che facesse
traboccare il vaso. Così è stato proprio con l’eccessivo aumento del
costo del biglietto dei trasporti pubblici a partire da domenica 6
ottobre. Da quel momento in poi i giovani studenti hanno iniziato ad
evadere il pagamento del biglietto in segno di protesta, che è culminato
il 18 ottobre con un’evasione massiva, perfettamente coordinata dagli
studenti e che spontaneamente ha ricevuto l’appoggio in massa di tutti i
cittadini, seguiti da diverse organizzazioni per culminare
successivamente in una vera e propria esplosione sociale senza
precedenti, con mobilitazioni spontanee in ogni angolo. Un fatto in sé
che le forze di repressione non erano in grado di gestire.
L’elevato
costo della vita in Cile è un problema sociale e la protesta è un
diritto. Che Piñera e la Destra trattino da “delinquenti” le persone che
scendono nelle strade a protestare, stanche di essere maltrattate e
calpestate mentre il Paese viene regalato ai più ricchi, è un fatto di
enorme gravità. Agire così è come spegnere un incendio con la benzina. E
si scava la propria tomba come governo. La rabbia accumulata dalla
gente, senza freni né controllo, si è scatenata con episodi di
saccheggio propri di una moltitudine fuori controllo.
Da una parte
vediamo questa violenza, che tutti riteniamo terribile. Dall’altra è
ugualmente grave il fatto che negli ospedali la gente muoia in attesa di
venire chiamata, che non ci siano forniture mediche, che gli anziani
arrivino al suicidio perché con le loro pensioni non riescono ad
arrivare a fine mese.
Ugualmente rappresenta una forma di violenza
il furto di acqua e il suo accumulo per chi ne ha diritto perché ha
comprato gli alvei fluviali. È violenza anche viaggiare in metro
aumentando il costo del biglietto nelle ore di punta. È violenza anche
che una medicina, essenziale per la vita, costi 100 pesos e poi venga
venduta a 45.000. È violenza che si facciano tante complicazioni per
abbassare di un’ora l’orario lavorativo.
È una tremenda violenza
anche che il bonus di Natale sia di 19 mila pesos per i pensionati e di 2
milioni per un deputato. È violenza che vogliono ancora danneggiarci
con un’altra modifica alla legge AFP fatta su misura per i padroni.
Per
controllare questa situazione, il governo ha voluto “spegnere
l’incendio” proclamando lo stato di emergenza a carico dell’Esercito. Un
modo per controllare il disordine sociale e produrre una sorta di
intimidazione. Inoltre, ha chiuso nel fine settimana tutte le stazioni
della Metro della città, che sono state presidiate dai Carabinieros del
F.F.E.E e dai militari.
Questo dimostra che siamo governati da
inetti che non credono nella Democrazia. Con quelle azioni non hanno
fatto altro che aggravare i problemi creandone di nuovi. Infatti oggi la
gente continua a protestare nelle strade, nelle piazze, agli angoli,
suonando i clacson delle auto, dimostrando di essersi risvegliati e di
non avere più paura. Allora molto stranamente sono state date a fuoco
diverse stazioni della Metro – nonostante il presidio militare –
dimostrando una totale mancanza di controllo e scarsa intelligenza
perché sono fotomontaggi fatti veramente male. Scopriamo oggi che
l’incendio di ieri sera di un Edificio dell’ENEL – compagnia
distributrice di elettricità a Santiago, di proprietà del fratello del
Ministro dell’Interno – di cui ha dato grande risalto la TV per la
spettacolarità e il grande effetto mediatico, in realtà ha interessato
soltanto la scala antincendio esterna, rivestita da una pittura speciale
proprio contro gli incendi – mentre il resto dell’Edificio è integro.
È
molto curioso, così come è molto strano, che decine di stazioni della
Metro e in un caso un treno, siano stati incendiati nonostante il
presidio dei militari che noi abbiamo visto perché siamo stati tutto il
giorno in strada.
Piuttosto è legittimo il sospetto che, nella sua
disperazione, il governo abbia potuto fare questi montaggi per
configurare un scenario così drammatico da permettere di imporre misure
ancora più drastiche di restrizione, quasi come qualcosa di naturale per
i creduloni della TV; e così il governo oggi ha imposto il coprifuoco
dopo le 22.00, un modo per controllare le mobilitazioni ed il disordine.
Non solo il governo è spaventato, io direi atterrito, ma uno dei
principali padroni del Cile, Andrónico Luksic, questo sabato ha fatto
alcune dichiarazioni molto forti e chiarificatrici riguardo i fatti
accaduti questo venerdì dopo le proteste per l’aumento della tariffa
della Metro: “La classe politica può risolvere oggi i problemi delle pensioni, dell’educazione e del trasporto pubblico. Che cosa aspettano?“ Luksic ha assicurato che “nelle
migliaia di messaggi leggo la stanchezza per non essere ascoltati,
l’indignazione per gli abusi, il disinteresse della classe
imprenditoriale, l’inefficienza della classe politica“.
Tuttavia, l’impresario ha condannato gli atti di violenze e ha detto che “questa analisi ci obbliga a reagire come paese“.
“Per i problemi di oggi, servono soluzioni di oggi (…) La
classe politica può risolvere oggi problemi delle pensioni,
dell’educazione e del trasporto pubblico. Che cosa aspettano? È ora che
dobbiamo agire. Oggi, non domani”, si legge nella pubblicazione.
Aggiungendo che “molti
connazionali non possono più aspettare oramai. E quelli che possiamo,
dobbiamo aiutare a pagare il conto. In questo non c’è magia”, ha concluso Luksic attraverso la rete sociale.
La
domanda, a questo punto, è semplice: cosa ci possiamo aspettare per il
futuro? Da una parte il potere economico, che è quello che comanda, farà
pressione sul governo perché conceda al popolo una parte di quello che
rivendica, qualcosa che li calmi. Dal lato del governo, la situazione è
complicata a causa della mancanza di controllo delle notizie che hanno
un impatto internazionale in un mondo globalizzato ad un mese del
vertice dell’APEC in Cile, dove Piñera che ha tentato inutilmente di
affermarsi come una sorta di leader, dovrebbe mostrare un Cile perfetto
per gli investimenti e con il TPP11 (Trans-Pacific Partnership)
ratificato (per far vedere che il lavoro è stato compiuto). Invece
mostrerà un paese nel caos e fuori controllo, e probabilmente ancora
senza aver ratificato il TPP per la paura dei parlamentari verso il
popolo. Molti parlamentari pseudo progressisti che erano concordi con il
governo, l’hanno lasciato e ora non riescono a ritrovare il proprio
posto; quindi il TPP non dovrebbe essere approvato, almeno per adesso.
Il popolo, consapevole, si è risvegliato e ha perso definitivamente la
paura, e se non si andrà incontro alle loro rivendicazione, se le
richieste non verranno soddisfatte, il governo difficilmente rimarrà in
piedi. Non ho mai visto il popolo così determinato.
Qualsiasi cosa è
migliore di quello che abbiamo oggi, benvenuti quindi i cambiamenti,
purché non ci sia una nuova dittatura militare, un nuovo mezzo di
controllo sul popolo.
La richiesta che è stata redatta parla di
abrogazione della Costituzione della dittatura e di un’assemblea
costituente. Il futuro è incerto e dobbiamo sostenere i giusti che
lottano e dobbiamo farlo lottando con loro.
Foto di Copertina:www.entrelinbeas.com
Foto 2:www.LaIzquierdaDiario.com
Foto 3:www.radiografica.com
fonte: antimafiaduemila.com