Emissioni auto, Greenpeace: a Volkwagen primato negativo. Fca tra le più inquinanti per emissioni medie

Volkwagen inquina quanto l’Australia, Fca quanto la Spagna

In questi giorni produttori di auto e rappresentanti politici da tutto il mondo parteciperanno a Francoforte al Salone dell’Automobile, la più grande fiera del settore a livello globale. Il 14 settembre Greenpeace, insieme ad altri gruppi e a migliaia di persone, manifesterà – muovendosi a piedi o in bicicletta davanti all’ingresso del Salone per chiedere una rapida transizione verso modelli di trasporto più sostenibili.

Intanto, oggi, alla vigilia del Salone dell’Automobile di Francoforte, Greenpeace East Asia e Greenpeace Germany hanno pubblicato il  rapporto “Crashing the climate: how the car industry is driving the climate crisis” che analizza l’impatto climatico delle 12 principali compagnie automobilistiche del mondo e dal quale emerge che «Volkswagen è l’azienda che produce la maggior quantità di emissioni, seguita da Renault Nissan, Toyota, General Motors e Hyunday-Kia. Fiat Chrysler Automobiles (FCA) detiene invece il primato negativo di azienda più inquinante per emissioni medie per veicolo. Nel suo complesso, nel 2018 il settore automobilistico ha prodotto il 9% delle emissioni globali di gas serra, più di tutta l’Ue».

Luca Iacoboni, responsabile della campagna clima di Greenpeace Italia, ha sottolineato: «Viviamo una grave emergenza climatica e le case automobilistiche sono tra le principali responsabili di quanto sta accadendo al clima. La sola Volkswagen emette più dell’Australia, e non è da meno Fiat Chrysler Automobiles, l’azienda con il più alto livello medio di emissioni per veicolo, che in termini di gas serra inquina di più dell’intera Spagna».

Per raggiungere l’obiettivo fissato dall’Accordo di Parigi di mantenere l’aumento medio della temperatura globale entro 1,5°C, Greenpeace chiede a tutte le case automobilistiche di «Fermare la produzione e la vendita di auto diesel e benzina entro il 2028, compresi i modelli ibridi, e di impegnarsi a produrre veicoli elettrici più piccoli, leggeri, ed efficienti dal punto di vista energetico».

Invece, dall’analisi effettuata da Greenpeace emerge che «La rapida diffusione di modelli più grandi e pesanti come i SUV sta causando un ulteriore incremento delle emissioni. In Europa, la quota di mercato di questi modelli è aumentata di oltre quattro volte negli ultimi dieci anni – dall’8%  del 2008 al 32% del 2018 – mentre nel 2018 le vendite totali di SUV negli Stati Uniti hanno raggiunto quasi il 70% del mercato».

Di fronte a queste cifre, che vanno nella direzione opposta a quella che richiederebbe una politica dei consumi e dei trasporti sostenibile, Iacoboni conclude: «Occorre una rivoluzione della mobilità e del settore dei trasporti, e le aziende automobilistiche, che oggi stanno ostacolando questo cambiamento proponendo false soluzioni come le macchine ibride, devono invece esserne protagoniste. L’industria dell’auto deve abbandonare completamente gli inquinanti motori a combustione interna, smettere di seguire un modello di business sbagliato che prevede un costante aumento della vendita di veicoli, e puntare su servizi che si integrino con il trasporto pubblico, come il car sharing e il car pooling».

fonte: greenreport.it