È italiana l’azienda che ha installato più rinnovabili nel mondo, nell’ultimo anno

La crescita della produzione di Enel si è incentrata però soprattutto in Brasile ed in Nord e Centro America. Occorre una politica industriale adeguata per ridare slancio al settore anche in Italia

I risultati guadagnati nel primo semestre 2018 dal gruppo Enel sono stati presentati ieri ad analisti finanziari, investitori istituzionali e giornalisti, durante una conference call che ha messo in evidenza come le energie rinnovabili possano far bene non solo alla salute di ambiente e cittadini, ma anche a quella dei bilanci aziendali.

I ricavi del primo semestre 2018 per Enel sono infatti pari a 36.027 milioni di euro, a fronte di un utile netto ordinario pari a 1.892 milioni di euro (+83 milioni di euro, il 4,6%, rispetto all’analogo periodo del 2017): «Enel continua la sua traiettoria positiva realizzando solidi risultati finanziari anche nel primo semestre 2018, periodo in cui ha ulteriormente incrementato il margine operativo lordo, soprattutto – spiega Francesco Starace, amministratore delegato e direttore generale di Enel – Tra giugno 2017 e giugno 2018 abbiamo messo in rete 3.4 GW di nuova capacità rinnovabile in tutto il mondo, stabilendo un altro nuovo record assoluto di capacità installata in dodici mesi tra tutte le aziende del settore».

Una strategia di sviluppo che consente alla multinazionale italiana di dare lavoro a 70.137 dipendenti (erano 62.900 al 31 dicembre 2017), di cui però il 56,0% risulta impegnato nelle società del gruppo con sede all’estero. Un trend che – non a caso – scorre parallelo a quello che delinea l’andamento dell’energia prodotta da Enel nel primo semestre 2018, pari a 121, TWh e caratterizzata da «una minore produzione da fonte termoelettrica in Spagna ed in Italia, parzialmente compensata da un incremento della produzione da fonte rinnovabile, soprattutto in Brasile ed in Nord e Centro America».

Nel dettaglio Enel segnala una maggiore produzione da fonte rinnovabile (+10,16 TWh, di cui +5,91 TWh idroelettrica,+2,90 TWh eolica, +1,31 TWh solare, +0,03 TWh geotermica, +0,01 TWh biomassa) dovuta all’incremento della capacità installata e alla maggiore disponibilità della risorsa idrica, e un minore apporto della fonte termoelettrica (-10,21 TWh) per minore produzione da carbone (-5,36 TWh), principalmente in Spagna ed in Italia, e una minore produzione da fonte nucleare (-1,33 TWh) per indisponibilità di alcuni impianti in Spagna.

Resta il fatto che in Italia Enel ha investito nel primo semestre 2018 il 33,2% in più rispetto a quanto fatto nello stesso periodo dell’anno precedente (986 milioni di euro contro 740), ma rimane evidente che sul territorio nazionale è possibile fare di più spingendo sulle rinnovabili, come indicato anche nel rapporto pubblicato proprio ieri dall’agenzia di rating Moody’s. Un quadro normativo stabile, certo e coerente con le ambizioni recentemente evidenziate anche dal ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio – secondo il quale le rinnovabili sono il «motore per il futuro della nostra economia» – resta indispensabile per favorire gli investimenti nel settore; anche perché le rinnovabili italiane ne hanno di strada da fare, dato che per raggiungere gli obiettivi Ue al 2030 dovranno pressappoco volontari.

fonte: greenreport.it