Calabria. Mafia e povertà nella regione più ricca al mondo

 

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di Sonia Cordella – 22 aprile 2015

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Crotone. Andando a ritroso nel tempo si fa fatica ad individuare nella recente storia italiana un periodo fiorente che vada dal dopo guerra fino ad oggi. Si certo gli anni della rivoluzione industriale, della ripresa economica, soprattutto gli anni dei movimenti rivoluzionari giovanili del ’68. Ma osservando attentamente la storia del nostro Paese possiamo renderci conto di quanto questa sia costellata da stragi e delitti dai contorni fumosi, dove in casi fortuiti sono stati incriminati gli esecutori materiali ma mai scoperti i veri colpevoli, i mandanti esterni. Indagini depistate, testimoni eliminati, prove celate, amici traditi, verità infangate, uomini incorruttibili offerti nell’ara sacrificale del Segreto di Stato. Da sempre il potere costituito ha operato per i suoi interessi e non per quello dei propri cittadini. Sporchi interessi economici e di potere sono stati raggiunti attraverso corruzione e patti scellerati intessuti con le criminalità organizzate disonorando in modo gravissimo la Carta costituente della nostra Repubblica. Gli anni tormentati delle stragi del ’92 ’93 sono solo una piccola fetta degli anni bui che ha attraversato il nostro Paese ma sono anche gli anni in cui è stato squarciato il granitico muro dell’omertà grazie al valore dei due giudici Falcone e Borsellino. Ed è proprio per questo che la seconda Repubblica nasce sul sangue di questi due martiri della giustizia. Il processo oggi in corso a Palermo sulla trattativa stato-mafia nasce sulla scia del loro prezioso lavoro. “E’ un film che racconta come l’Italia oggi sia oggettivamente diventato uno Stato mafioso” esordisce Sabina Guzzanti dinanzi alla platea  del Cinema Teatro Apollo di Crotone subito dopo la visione del film “La trattativa” proiettato alle ore 21:00. Un evento organizzato dall’associazione Yogananda Italia, rappresentata da Licia Lucarelli ed Eugenio Riganello in collaborazione con l’architetto Enzo Frustaci, che aveva visto una prima proiezione alle ore 17:00 con il dibattito tenuto da Laura Ferrara europarlamentare di Cosenza per la commissione giustizia e portavoce del movimento 5 stelle e Salvatore Borsellino in collegamento skype. Savino Percocco, responsabile agende rosse di Bari, è il moderatore dei tre appuntamenti previsti a Crotone. “Questo è divenuto uno Stato dove non si riesce più a distinguere la differenza tra corruzione e mafia” prosegue la regista del film “la politica ha adottato molti sistemi criminali e il lavoro che è stato fatto in questi anni è sostanzialmente quello di legalizzare quello che prima era illegale. La mafia è diventata purtroppo la cultura dominante di questo paese, le nostre relazioni sono sostanzialmente relazioni mafiose. Mafia in quanto mentalità, modalità di relazione, ricatto, minaccia”. In una sala gremita da circa 600 persone il dibattito prende forma. Viene sottolineata l’importanza del processo in corso sulla trattativa stato-mafia a Palermo e quella di sostenere magistrati come Nino di Matteo in pericolo di vita per aver osato andare “oltre” nelle indagini, così come alcuni magistrati della procura di Reggio Calabria. “Secondo indagini giudiziarie sappiamo che la vostra bellissima regione, la Calabria, per il giro d’affari della ‘Ndrangheta è la regione più ricca del mondo” informa Giorgio Bongiovanni, direttore di Antimafia Duemila. “Perché alcuni calabresi possiedono cellule mafiose in Canada, in Australia, negli USA, in Colombia, in Paraguay, in Brasile, in Germania, in Spagna, in Portogallo con un giro d’affari di 80 miliardi di euro l’anno ricavati dal traffico di cocaina che arrivano in Calabria e che poi vengono riciclati in tutto il mondo” prosegue Bongiovanni parlando dei grandi capi della mafia calabrese delle famiglie dei Condello, i Tegano, i De Stefano, i Morabito, i Mulè. “Loro sono potenti e hanno agganci nello stato, in quello stato dove oramai non possiamo più definire mafia da una parte e stato dall’altro. Quando c’è una organizzazione in Italia che produce 150 miliardi l’anno non puoi più fare trattative o patti, devi governare insieme”. Le risposte dei due relatori stimolate dalle domande del pubblico chiariscono il quadro del panorama italiano degli ultimi 25 anni di storia.

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“Ma cosa possiamo fare noi quando il problema è così vasto?”. E’ la domanda ricorrente del pubblico. “Si può fare tantissimo, il problema è che gli italiani hanno paura di fare qualsiasi cosa perché questo causerebbe ripercussioni ma le ripercussioni saranno ancora più gravi se noi non facciamo niente” risponde Guzzanti “In queste cose bisogna unirsi e fare come si è sempre fatto” prosegue “Io penso che noi siamo un po’ viziati perché abbiamo vissuto un periodo di benessere, ma ricordiamoci che l’umanità è partita da lontano, abbiamo superato la schiavitù non da molto, le donne votano non da molto, i bambini non sono obbligati a lavorare non da molto, ci sono tante altre cose orribili che sono state superate grazie alle battaglie di persone uguali a noi quindi sul fatto che si possa fare qualcosa questo è poco ma sicuro. Ci vuole costanza e penso che siamo noi ad essere poco convinti di voler far valere i nostri diritti”. Far valere i propri diritti, far sentire la propria voce per aprire le porte ad un futuro migliore sono le basi del dibattito sviluppato la mattina seguente, questa volta con gli studenti di alcuni istituti superiori della città che ancora una volta gremiscono il teatro Apollo riempiendo i 600 posti a sedere. “Molti presidi ci dicono che i giovani non devono vedere questo film perché mina la fiducia nelle istituzioni” esordisce Sabina Guzzanti suscitando le grida di disapprovazione dei ragazzi che attraverso le numerose domande esprimono le loro perplessità, i loro dubbi e la loro sfiducia nelle istituzioni. “Dovete sapere ragazzi che qui in Calabria avete dei magistrati che stanno lavorando per il vostro futuro cercando di combattere la ‘ndrangheta che è divenuta più forte della mafia siciliana, se andate da loro siate certi che vi ascolteranno e vi aiuteranno” ricorda Giorgio Bongiovanni sottolineando che appoggiare questi magistrati come Gratteri e Lombardo, alcuni uomini delle forze dell’ordine, alcuni pochissimi politici onesti significa combattere contro questo male che toglie loro il futuro rendendoli schiavi. “Loro sono il nostro esercito, combattiamo con loro” prosegue il direttore di Antimafia Duemila “a Crotone la mafia non solo è presente ma sta dentro le istituzioni, saccheggia i vostri negozi e molti di voi sono amici di mafiosi o di figli di mafiosi, state alla larga da loro, fategli capire che voi siete contro di loro, che volete combattere quel sistema mafioso e sapete che vincerete”. Quando affrontiamo la paura riusciamo a vincerla afferma la Guzzanti esaltando il valore della solidarietà e la forza del popolo ma ancora di più la volontà di cambiare, di opporsi a quel sistema mafioso che costringe i giovani ad andare via dal nostro Paese. La domanda di una studentessa sposta poi il tema del dibattito verso il problema dei migranti particolarmente sentito in queste terre. “Perché dare a loro agevolazioni che noi italiani non abbiamo nello stato di crisi in cui ci troviamo?”. “Noi abbiamo la gravissima colpa di questa tragedia” denuncia Bongiovanni. “Noi abbiamo usurpato le terre africane, li abbiamo defraudati delle loro ricchezze naturali, li abbiamo armati e messi l’uno contro l’altro e ora li facciamo morire dietro la nostra indifferenza mentre ci chiedono aiuto”. “L’Italia è in crisi per le ragioni che dicevamo” incalza Sabina Guzzanti “la corruzione si prende 150 miliardi l’anno, gli altri 150 miliardi arrivano dalla ‘Ndrangheta cioè dal traffico di droga, di rifiuti tossici, dallo sfruttamento delle calamità naturali, dei terremoti, delle frane, delle alluvioni, su questo si basa la nostra economia. Per questo la nostra economia è in crisi. I migranti non stanno negli alberghi stanno in delle specie di campi di concentramento ospitati in modi indecenti, privati di qualsiasi tipo di diritto, di assistenza sanitaria, dove è pure impedito ai giornalisti di entrare per denunciare lo scandalo in cui vengono tenuti. Non dobbiamo metterci in guerra tra poveri. All’economia italiana oggettivamente la presenza degli immigrati fa comodo perché vengono costantemente sfruttate queste giovani forze di lavoro. Non facciamoci prendere da questi argomenti di propaganda”. E’ la 558° proiezione del film la trattativa. Il successo di pubblico nelle sale  dimostra che il cambiamento è già in atto. Lo squarcio di luce aperto da Falcone e Borsellino che portano lo stendardo di tanti altri martiri della Costituzione diviene sempre più ampio, le loro idee oggi camminano sulle gambe di tanti uomini e donne che lottano per gli alti ideali di Verità e Giustizia. Idee che non potranno più essere fermate e che hanno decretato la fine di quel sistema criminale che può contare i suoi ultimi giorni.

IL VIDEO INTEGRALE DELLA CONFERENZA: PRIMA PARTESECONDA PARTE

Fonte:Antimafiaduemila