Trattativa Stato-mafia. Sì a deposizione Napolitano

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Riprende oggi il processo sulla trattativa Stato-mafia, nel quale i pubblici ministeri della Procura di Palermo dovranno accertare le responsabilità di chi è accusato di aver aperto un dialogo con Cosa nostra, al fine di far cessare la strategia stragista messa in atto nei primi anni ’90. Tra gli imputati, oltre a boss mafiosi (Totò Riina, Leoluca Bagarella, Antonino Cinà) figurano anche collaboratori di giustizia (Giovanni Brusca), ex politici (Nicola Mancino, Marcello Dell’Utri), ex ufficiali del Ros (Mario Mori, Antonio Subranni, Giuseppe De Donno) e Massimo Ciancimino.
Del processo si occupano i pm Nino Di Matteo, Vittorio Teresi, Francesco Del Bene e Roberto Tartaglia.

Nel corso dell’udienza i giudici della Corte d’assise palermitana decideranno se accogliere la richiesta, avanzata dalla Procura, di chiamare a testimoniare il Presidente della Repubblica Napolitano in merito alle confessioni che avrebbe ricevuto dal Loris D’Ambrosio prima di morire. L’ex consigliere, infatti, si diceva fortemente preoccupato “per essere stato considerato solo un ingenuo e utile scriba di cose utili a fungere da scudo per indicibili accordi”. L’Avvocatura dello Stato in Aula aveva detto di no perchè “la sentenza della Corte Costituzionale che ha deciso il conflitto di attribuzione con la Procura di Palermo ribadisce che anche le attività informali del Capo dello Stato sono coperte da riservatezza”.
La Corte di Assise di Palermo ha deciso di ammettere la testimonianza del presidente della Repubblica  Napolitano, nell’ambito del processo per la trattativa Stato-mafia e nello specifico in merito ai colloqui tra l’ex ministro Nicola Mancino e Loris D’Ambrosio “nei soli limiti della conoscenza del teste che potrebbero esulare dalla funzioni presidenziali e dalla riservatezza del ruolo”, in base alla disposizione della Corte costituzionale.
Approvata, tra le richieste di ammissione testimoniali richieste dalla Procura di Palermo, anche quella riguardante il Presidente del Senato Piero Grasso, che sarà dunque chiamato a deporre. I giudici hanno escluso solo l’acquisizione delle citazioni dei magistrati Vittorio Teresi, Roberto Scarpinato e Antonio Ingroia.
Insieme alle varie acquisizioni di materiale richiesto è stata concessa quella dell’audio (contenuto in un Cd) relativo all’intervista del nostro direttore, Giorgio Bongiovanni, al primo pentito della “Cupola” di Cosa Nostra Salvatore Cancemi (deceduto il 14 gennaio del 2011).
La prossima udienza è stata rinviata al 24 ottobre, giorno in cui verranno ascoltati in qualità di testi il questore Rino Germanà e Susanna Lima, figlia dell’europarlamentare Salvo Lima ucciso nel marzo 1992 a Palermo. Il 7 novembre, invece, saranno sentiti i collaboratori di collaboratori di giustizia Giovambattista Ferrante e Francesco Onorato.

fonte:antimafiaduemila.com