Sorveglianza violata? Nuovo guaio giudiziario per Massimo Ciancimino

di AMDuemila
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La notizia è rimbalzata poco fa sulle principali agenzie di informazione: il prossimo il 14 aprile si farà un nuovo processo per Massimo Ciancimino (foto). L’accusa è quella di violazione degli obblighi connessi all’applicazione nei suoi confronti delle misure di prevenzione. La citazione diretta a giudizio (davanti al processo Massimo Cianciminogiudice monocratico della quinta sezione) è stata firmata dal pm di Palermo Dario Scaletta. Il magistrato ha accusato Ciancimino jr di non aver rispettato gli obblighi connessi al suo status di sorvegliato speciale che gli impongono di rimanere a casa in determinati orari. Secondo quanto riportato dai media gli agenti del commissariato Politeama, incaricati di verificare che Ciancimino rispettasse le regole, la notte del 27 febbraio scorso non lo avrebbero trovato nella sua dimora nell’arco di tempo di una cinquantina di minuti. In difesa dello stesso Ciancimino è stato evidenziato che gli orari dei controlli riportati negli articoli di stampa sono errati in quanto nell’avviso di chiusura indagine era scritto: “non rispondeva al secondo controllo in casa delle ore 23.58 del 27.02.2013 controllato rispondeva al successivo delle 00.08”. Di fatto il tempo intercorso tra il primo controllo e il secondo sarebbe quindi di 10 minuti. E la ragione di questa mancata risposta del figlio di Don Vito alla prima chiamata starebbe proprio nei farmaci per dormire che lo stesso prende da diverso tempo.

Come è noto in soli 9 mesi Massimo Ciancimino ha subito oltre 870 controlli notturni (una media di 3 controlli per notte), un numero decisamente eccezionale, che ha segnato pesantemente l’equilibrio psico-fisico suo e della sua famiglia. Il teste chiave al processo sulla trattativa Stato-mafia (nel quale Ciancimino jr riveste ugualmente il ruolo di imputato per concorso esterno in associazione mafiosa)  si ritrova ora nuovamente sotto accusa. Ma per quanti errori può avere commesso Massimo Ciancimino, è un dato di fatto che grazie alle sue prime testimonianze si è avviato l’iter che ha portato al processo nel quale vengono giudicati insieme pezzi dello Stato e uomini di Cosa Nostra. A seguito della notizia del nuovo processo per il figlio di Don Vito Luciana Ciancimino (sorella di Massimo) ha pubblicato un commento del tutto appropriato sul sito di livesicilia. “Potrebbe sembrare una difesa in famiglia – ha scritto qualche ora fa – ma non lo è. La stessa cosa è capitata a me a Roma alcuni anni fa a casa di mio padre, che faceva uso di sonniferi per dormire, mi chiese di stare attenta nel caso in cui fossero venuti i carabinieri di notte. Nonostante fossi stata allertata, e mi fossi lasciata la porta aperta e nonostante le conseguenze che avrei subito da mio padre nel caso in cui non li avessi sentiti, io non li sentii, né citofono, né campanello. Mio padre subì le procedure del caso, io fui ascoltata, ma non vi furono conseguenze. Ma era mio padre. Non era testimone di nessun processo…”. A futura memoria.

tratto da:antimafiaduemila.com