Rivoluzione Civile è “resistenza” e “insistenza”

di Saverio Lodato – 5 febbraio 2013
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Qualche amico, alla notizia che mi ero candidato nella lista di Rivoluzione Civile con Ingroia, mi ha posto la fatidica domanda: “Ma chi te lo ha fatto fare? Cosa sarà mai questa rivoluzione civile?’” Proverò a rispondere indicando tutto quello che, a mio parere, non è la Rivoluzione Civile.

Non è la casa dei professionisti della politica. Non accomuna nostalgici di Berlusconi e del berlusconismo. Non vede in Monti l’algido salvatore di poveri vecchi e nuovi, pensionati, disoccupati, precari permanenti, operai, studenti senza futuro, cervelli costretti ad emigrare, terremotati alla deriva, ammalati senza assistenza: in una parola, gente che, in questa Italia, ormai non ha più voce. Non fa del “compromesso”, secondo un machiavellismo d’accatto, la ragione ultima della politica. Non sa cosa voglia dire: “desistenza”. Esalta, al contrario, altre due parole: “resistenza”, rispetto allo stato di cose che ci circonda;  “insistenza”, su valori, argomenti, scelte di principio che vecchia politica e vecchi apparati di potere vorrebbero definitivamente mandare al macero.

Poi, ad aprire la lista, ci sta una persona per bene. Un uomo probo. Che non è un inquisito. Non è un candidato sotto processo. Non è un politico o un economista di lungo corso. È un magistrato al quale, appena aveva provato a toccare i fili dell’alta tensione politico-mafiosa in Italia, in tanti, in tantissimi, avevano cercato di legare le mani e mettere il bavaglio.

A me tutto questo, per mettermi in lista, è sembrato più che sufficiente. Sono un credulone? La “politica vera” è un’altra cosa? Non si disturba il manovratore? La politica devono farla gli specialisti?
Sarà. Ma io son contento così.

Saverio Lodato

Candidato alla Camera dei deputati per Rivoluzione Civile

Tratto da: rivoluzionecivile.it

saverio.lodato@virgilio.it