Antonio Ingroia: “cambiare il Paese mantenendo la bussola della Costituzione”

di Lorenzo Baldo – 2 febbraio 2013 – FOTO

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Palermo. “Un uomo fa quello che è suo dovere fare, quali che siano le conseguenze personali, quali che siano gli ostacoli, i pericoli o le pressioni. Questa è la base di tutta la moralità umana”. Antonio Ingroia è sul palco del teatro Golden, il senso profondo della frase di John Fitzgerald Kennedy vibra forte nelle parole del leader di Rivoluzione Civile. In una sala stracolma di persone l’ex procuratore aggiunto di Palermo ripercorre i punti salienti del suo programma politico. Prima di lui il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, lo introduce illustrando la “proposta laica e di legalità costituzionale” legata al soggetto politico che nel proprio logo porta un “tassello” del quadro di Pellizza da Volpedo.

L’idea del “quarto Stato” o meglio ancora di un Paese che si libera dal ricatto politico-mafioso che l’ha attanagliato per decenni cammina sicura sulle gambe di un uomo integerrimo capace di mettersi in gioco nell’arena più rischiosa, con la consapevolezza di fare solo il proprio dovere. Ingroia parla di una “grande speranza” che si sta convertendo in una “grande convinzione” di poter cambiare l’Italia. La mancata erogazione dei fondi per il terremoto dell’Emilia da parte del governo Monti è lo spunto di riflessione per il leader di Rivoluzione Civile per fare un parallelismo con i 3, 9 miliardi di euro che lo stesso Monti ha “regalato” al Monte dei Paschi di Siena e che sarebbero serviti per la ricostruzione post sisma. Attraverso il paradigma di un “treno in corsa” da prendere al volo Ingroia spiega che “se saremo in tanti” potremo entrare “nella stanza dei bottoni” e metterci “al posto del macchinista che fino adesso ha guidato questo treno”. “Non è un’impresa facile – sottolinea –. L’Italia si rimette in piedi conquistando il Governo”. Non mancano le stoccate a Bersani e a Grillo. “Apprezzo il Movimento cinque stelle  – ribadisce l’ex pm – perchè è fatto da cittadini comuni, rappresentanti di battaglie civili, ma apprezzo sempre meno Beppe Grillo, lo preferisco comico che  politico. Grillo ha avuto paura di non avere argomenti per dirci di noi, perchè temeva che una parte del suo elettorato potesse transitare da noi. Mi dispiace perchè potevamo fare una battaglia insieme”. “Grillo si è dimostrato un mesteriante della politica perchè tutta la sua campagna elettorale la sta facendo attaccando gli altri – evidenzia –. Non si va in parlamento  per fare casino, ma per cambiare il Paese”. “Il patto di desistenza che ci è stato proposto da Bersani lo definisco semplicemente osceno e non politico – rimarca successivamente –. Ci hanno proposto degli strapuntini nella loro lista con dei senatori ‘mascherati’ perchè dovevano essere non riconoscibili come Rivoluzione civile. Ma noi diciamo no al mercato delle vacche, ci avevano proposto persino la vicepresidenza di una Commissione, noi invece coerentemente abbiamo detto di no perchè non ci interessano posti ma obiettivi politici”. “L’onestà è la miglior politica”, afferma Ingroia citando Cervantes, “ecco perchè i nostri non sono veri politici e non sono in grado di far vera politica… Non sono onesti” sottolinea amaramente seguendo il ragionamento dell’autore del “Don Chisciotte della Mancia”. Nella seconda citazione Ingroia ricorda come 31 anni fa per Enrico Berlinguer “la questione morale” era “il centro del problema italiano”. “La classe dirigente – rimarca il leader di Rivoluzione Civile – è ancora peggiore di quella di 30 anni fa. E’ soprattutto per questo che un magistrato come me ha deciso di mettersi in una avventura complicata e rischiosa come questa mettendo a disposizione la propria esperienza e la propria passione per la giustizia e l’uguaglianza dei cittadini per cambiare il Paese”. “Ma io non sono il salvatore della patria – specifica –, io ho bisogno di voi. Noi vogliamo cambiare il Paese mantenendo la bussola della Costituzione!”. Una standing ovation si solleva quando l’ex pm invita tutti ad essere “partigiani della Costituzione” soprattutto a fronte delle offese arrecate da Berlusconi nella giornata della Memoria con le sue dichiarazioni su Mussolini. Uno dopo l’altro Ingroia elenca i “valori fondamentali” della Carta Costituzionale a partire dall’art. 1 in virtù del quale “l’Italia deve tornare ad essere una Repubblica fondata sul lavoro”. Il leader di Rivoluzione Civile anticipa le battaglie che intende fare per difendere i diritti dei lavoratori a partire dal ripristino dell’articolo 18. Così come per quanto riguarda l’art. 3 relativo all’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, o come l’art. 11 sull’Italia che “ripudia la guerra”. “Vogliamo che vengano ritirate immediatamente le nostre truppe dall’Afghanistan! Vogliamo che si smetta con le spese militari e che questi soldi vadano invece nello Stato sociale!”. Stessa identica avversità nei confronti del MUOS. “Sappiamo dove andare a prendere i capitali illeciti dei mafiosi e dei loro complici – ribadisce con forza entrando nel vivo del tema economico –. Questi capitali vanno restituiti ai cittadini ai quali sono stati sottratti”. Grande attenzione nei confronti dell’articolo 21 sulla libertà di informazione. “E’ uno scandalo e una vergogna la nostra esclusione dal confronto in Rai con gli altri candidati premier, ci batteremo in tutte le sedi – sottolinea –, questa sarà la nostra prima proposta di riforma per risolvere il conflitto di interessi!”. Massimo impegno nei confronti del diritto alla salute con un accenno al caso Ilva come esempio in negativo, così come per quanto riguarda il diritto allo studio attraverso il potenziamento della scuola pubblica, della ricerca e dell’università. E soprattutto una seria e reale riforma della giustizia finalizzata a garantire i diritti di tutti: dalle vittime dei reati fino ai detenuti; con una seria intenzione di cambiare le leggi sull’immigrazione e sugli stupefacenti. “L’attacco di Giovanardi è stato indecente – rimarca Ingroia –. Non si fa la campagna elettorale offendendo la storia di familiari di vittime come Ilaria  Cucchi che stanno facendo una nobile battaglia per la difesa dei diritti dei detenuti”. “Vogliamo una legge sull’amnistia mirata – ribadisce – che non diventi uno strumento con il quale i potenti si assicurino l’impunità”. Sostanzialmente Ingroia invoca una riforma della giustizia che non sia “come quella burla presentata da Berlusconi e Alfano, la cosiddetta riforma ‘epocale’ del giustizia che di epocale aveva solo l’ennesimo tentativo di regolamento di conti contro la magistratura”. La gente si alza in piedi in un lunghissimo applauso mentre sul palco salgono alcuni candidati siciliani che si stringono al leader di Rivoluzione Civile. Orlando ricorda che oggi ricorre il 21° anniversario dell’omicidio di Sandro Marcucci nei confronti del quale l’associazione Rita Atria ha chiesto la riapertura del caso. A margine dell’incontro Antonio Ingroia risponde alle domande di cittadini e giornalisti che attraverso un forum su livesicilia.it hanno potuto inviare le proprie domande.  Ed è rispondendo ad una in particolare che l’ex pm torna ad affrontare il nodo cruciale della sua ricerca della verità sui mandanti esterni delle stragi del ’92 e del ‘93. “Il 19 luglio feci questa riflessione nel mio intervento – spiega Ingroia –, che percepivo il fatto che la  mia azione di magistrato fosse giunta, nell’accertamento della verità su quella stagione, un po’ al limite del possibile, nel senso che con  gli strumenti dati, nelle condizioni date, la magistratura non poteva  andare più avanti di un certo limite”. “È un limite importante – evidenzia – perché si  sono accertate più cose del passato. Siamo appunto, come dicevo quella  volta, ‘entrati nella stanza della verità’, solo che questa stanza  rimane poco illuminata. Ed è scarsamente illuminata perché da parte  della politica e da parte del potere legislativo ed esecutivo ci sono  stati pochi aiuti alla magistratura. Anzi: ci sono stati ostacoli, e  credo che l’ultima relazione del presidente Pisanu, piuttosto  reticente e autoassolutoria nei confronti della politica ne sia una  conferma”. “Bene – conclude l’ex pm con grande determinazione –, io sono entrato in politica per entrare in Parlamento  e potere avere una politica che sia amica della verità e non ostile  alla magistratura”.

Fonte:Antimafiaduemila

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La Rivoluzione Civile a Palermo
Le foto dell’incontro di questa mattina a Palermo con Antonio Ingroia