La paura del potere

Se il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in maniera spropositata e arrogante cerca di usare tutto il potere che la Costituzione gli conferisce tentando disperatamente di mettere sotto accusa la procura di Palermo e in particolare quei magistrati che stanno indagando sulla ormai certa, drammatica e criminale trattativa tra mafia e Stato significa che la nostra democrazia sta morendo.

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Saverio Lodato: "Le istituzioni italiane al limite dell'inciviltà"

Dottor Saverio Lodato, vent’anni dopo l’ultimo discorso pubblico di Paolo Borsellino, tenuto a ridosso del trigesimo della morte dell’amico Giovanni Falcone, sabato si è svolta, nello stesso luogo, l’iniziativa “Senza Tempo”, che ha visto una grandissima partecipazione da parte della società civile. Cosa è successo?“Sabato, a Palermo, abbiamo avuto la dimostrazione del fatto che vent’anni dopo le stragi di Capaci e via d’Amelio esiste ancora una Società Civile, non piegata, non rassegnata e che continua a pretendere verità e giustizia su quelle pagine nere che hanno segnato la fine della storia della prima repubblica

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La giustizia di lorsignori

Più particolari emergono sulle interferenze del Quirinale nell’inchiesta di Palermo sulla trattativa Stato-mafia a gentile richiesta del signor Nicola Mancino, più si scatena l’Operazione Casino.

È una vecchia tecnica, utilissima a far perdere l’orientamento ai cittadini, così nessuno capisce più chi ha fatto cosa. Ma a questo punto, di fronte alle intercettazioni telefoniche depositate dalla Procura di Palermo che oggi pubblichiamo, i casi sono soltanto due: o Loris D’Ambrosio, consigliere giuridico del Presidente della Repubblica, millantava credito con Mancino, raccontandogli che Giorgio Napolitano si era “preso a cuore” le sue lagnanze contro i pm di Palermo, al punto di parlare del suo caso con il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso perché facesse qualcosa

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