Peppino Impastato e la strada della rivoluzione

Cinisi (Pa). Con una passione civile travolgente Salvo Vitale, amico e compagno di lotta di Giuseppe Impastato, parla dal balcone di casa Impastato del percorso da fare nel nome di Peppino: un percorso “difficile” e “di lotta”. Un fiume di gente lo ascolta, c’è Adriano Sofri, ci sono anche alcuni familiari di vittime di mafia, tra questi Vincenzo Agostino e Salvatore Borsellino. Insieme a loro diversi esponenti delle “Scorte civiche” siciliane ed alcuni rappresentanti dei movimenti delle “Agende rosse” di altre regioni d’Italia. Le bandiere “No Muos” spiccano su quelle rosse sorrette dai manifestanti. Così come gli striscioni in difesa di Nino Di Matteo e del pool di Palermo fanno capolino in mezzo al corteo che da Terrasini è giunto fin sotto casa di Felicia Bartolotta.

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Capaci, l’amnistia della memoria

È in libreria “Le ultime parole di Falcone e Borsellino”, a cura di Antonella Mascali. Anticipiamo uno stralcio della prefazione.
Più trascorrono gli anni e più cresce la mia sensazione di disagio nel partecipare il 23 maggio e il 19 luglio alle pubbliche cerimonie commemorative delle stragi di Capaci e di via D’Amelio

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Davanti ai miei occhi

Nel 1995,nell’ approssimarsi della festa della liberazione,ebbi la voglia di scrivere una chiamiamola poesia, sperando che i veri poeti non si offendano.
Sentivo la volontà in me di fare qualcosa,spedii quindi la lettera alla tribuna di Treviso che la pubblicò esattamente un paio di giorni prima del 25 Aprile.

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