ITALIA KAPUTT !

Non siamo ancora tornati nel devastato ’43 dell’armistizio di Cassibile, ma potrebbe non mancare molto, se è vero che quanto consumi e spesa alimentare, come ci hanno avvertito i media di recente, siamo ripiombati indietro di trenta anni buoni, rituffandoci negli ottanta.
Salari e stipendi sono fra i più bassi d’Europa, il lavoro regolare è un mito, tanto che potrebbe diventare il premio più ambito per chi vince il Grande Fratello o qualche altro concorso televisivo drogato. I precari non ancora espulsi non saranno stabilizzati, ma in compenso si precarizzerano integralmente gli stabilizzati, e gli occupati nel sommerso parrebbe che sono diventati sei milioni.

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La rivoluzione tecnica:il lavoro fuori dalla Costituzione

«Nella Costituzione il lavoro è un diritto, cioè un’espressione della personalità degli esseri umani. Il lavoratore è interessato a conservarlo a prescindere dal ritorno economico. Per la Carta il lavoro ha un valore che non coincide puramente con il profitto che il datore ne trae. La proposta dal governo, almeno secondo la bozza che è stata licenziata «salvo intese», rovescia questa impostazione. E stabilisce che il lavoro vale anche meno di altri beni della persona».

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Italia, “spariscono le tutele in cambio di nulla”. Una voce dalla Cgil

È arrivato il Ddl del governo sulla riforma del lavoro e la Cgil affila le armi. Non va giù la revisione dell’articolo 18 ma, soprattutto, non va giù un’impostazione complessiva giudicata unilaterale.
Proviamo a cogliere il senso dell’opposizione del massimo sindacato italiano con Valentina Cappelletti, funzionaria della Cgil di Bergamo, settore chimico-tessile, gomma-plastica.

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