Brucio, dunque esisto. Muoia la valle di Susa, Italia minore

Duemila ettari in fiamme, case distrutte, centinaia di persone evacuate. E la gigantesca nube di fumo che invade le strade di Torino, la città che “riscopre” la sua minacciosa contiguità geografica con la valle di Susa, il territorio considerato ostile perché da vent’anni in rivolta contro la grande opera più inutile d’Europa, la linea Tav Torino-Lione. Un caso più unico […]

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Incendio a Chernobyl, Greenpeace: rischio radioattività come un grosso incidente nucleare (FOTOGALLERY) –

Secondo Greenpeace gli incendi in corso nei boschi attorno alla centrale nucleare di Chernobyl «rischiano di causare una notevole dispersione di radioattività. A causa della notevole contaminazione delle foreste e dei terreni attorno alla centrale, i quantitativi totali di materiali radioattivi rilasciati da questi incendi potrebbero essere potenzialmente equivalenti a quelli di un incidente nucleare rilevante».

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Si è spento l’incendio siriano?
La risposta è no. Per molti motivi che, sommati, dovrebbero indurci a tenere la guardia alta. Riassumiamo ciò che è accaduto in questo convulso mese di settembre, dopo il presunto bombardamento chimico della periferia di Damasco del 21 agosto. Scrivo “presunto”, non perché esso non c’è stato. Esso si è verificato, ma ci sono mille e 400 ragioni circa per dubitare delle sue dimensioni (tanti quanti sono i morti dichiarati dal governo USA e mai verificati da alcuno); della sua localizzazione (incredibilmente in un sobborgo di Damasco, a circa 15 minuti d’auto dal centro, secondo la testimonianza di Gian Micalessin, inviato a Damasco del Giornale); delle sue reali dimensioni; dei suoi autori.

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