Trattativa, nuovi indizi sulla cattura di Riina

La lettera anonima recapitata lo scorso settembre al pm Di Matteo, il sostituto procuratore che sta indagando sulla trattativa Stato-mafia, ha aperto degli scenari davvero inquietanti non solo sull’indagine ma anche su capitoli del passato come la cattura di Totà Riina.
L’anonimo infatti rivela che “Il covo del latitante fu subito perquisito e l’archivio del capomafia venne inizialmente nascosto in una caserma dei carabinieri”. “Si tratta di carte scabrose” aggiunge nella lettera, quindi indica anche una stanza di una caserma in cui queste sarebbero state nascoste anche se “lì le carte sono rimaste poco, poi sono state portate via”. Gli investigatori stanno cercando riscontri a questi nuovi dettagli

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“Anm addio”. L'amara delusione dei pm Di Matteo e Teresi

Delusione, amarezza, rabbia. Dopo la presa di posizione da parte dell’Anm nazionale, in merito alla decisione della Consulta di accogliere il ricorso del Quirinale nel conflitto di attribuzione con la Procura di Palermo, era necessario un segnale forte. Così Nino Di Matteo, pm storico del pool che indaga sulla trattativa Stato-mafia, e Vittorio Teresi, l’aggiunto che ha preso il posto di Antonio Ingroia nel coordinamento del procedimento, rispettivamente presidente e segretario della giunta distrettuale di Palermo dell’Associazione nazionale magistrati, hanno comunicato le proprie dimissioni irrevocabili.

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Trattativa Stato-mafia, il Gup Morosini si esprime sulle parti civili

Palermo. Si è celebrata a porte chiuse anche questa seconda giornata dedicata all’udienza preliminare del procedimento sulla trattativa Stato-mafia che riguarda 12 imputati, tra i quali gli ex ministri Nicola Mancino e Calogero Mannino, il senatore Marcello Dell’Utri, Massimo Ciancimino, l’ex capo del Ros Mario Mori, l’ex colonnello dei carabinieri Giuseppe De Donno, i boss Leoluca Bagarella, Toto’ Riina e Bernardo Provenzano

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