Rapido 904: “Il mandante fu Totò Riina Un ordine per avvisare Falcone e Borsellino”

Quella sul Rapido 904, secondo i magistrati, fu una strage di mafia. Il primo avvertimento nei confronti dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che avevano appena arrestato i vertici di Cosa Nostra e iniziato un lavoro che durerà anni. Mafia, aiutata dalla camorra, e non da terroristi di matrice nera, come si è sempre ipotizzato. Venne volutamente fatta passare come una strage politica, una di quelle che sarebbero state ribattezzate Stragi di Stato, ma grazie a uno studio a tavolino. In realtà il mandante fu solo lui, il boss Totò Riina, che fece eseguire l’ordine ai suoi uomini, ma anche a personaggi della camorra. Dopo 27 anni si apre uno spiraglio di luce nelle polveri di quella galleria di San Benedetto val di Sambro, 30 chilometri da Bologna, dove il 23 dicembre 1984 venne fatto saltare in aria il Rapido 904, quindici morti. Riina è indicato come mandante della strage, per la quale è stato già condannato con sentenza definitiva, tra gli altri, il boss mafioso Pippo Calò.

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Ciancimino in carcere, da Palermo l'accusa e' calunnia aggravata

È stato arrestato ieri pomeriggio Massimo Ciancimino su ordine della Procura di Palermo che più volte lo aveva considerato un teste attendibile. E così, mentre si dirigeva in Francia con la moglie per trascorrere forse le vacanze pasquali, si è visto notificare un provvedimento di fermo dall’Ufficio inquirente di Palermo con l’accusa di calunnia aggravata nei confronti dell’ex capo dei servizi segreti Gianni De Gennaro.

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