Piccola lettera aperta agli ecologisti con la memoria un po’ troppo corta

Occorre una riflessione collettiva su un ambientalismo che ha abbandonato una “misurata e intelligente” radicalità

Riceviamo e pubblichiamo

1986/7. Ero portavoce del movimento antinucleare Emiliano Romagnolo quando per richiamare l’attenzione, prima di tutto mediatica, sul referendum contro il nucleare, abbiamo organizzato blocchi, non violenti, alle due centrali nucleari emiliane, Pec e Caorso, bloccandone i cantieri con centinaia di operai, ma ovviamente non i tecnici della manutenzione e gestione degli impianti, e dunque con un comunque difficilissimo confronto che ho avuto con la GGIL e poi pure con Il PCI Emiliani romagnoli (che in quegli anni non erano propriamente poca cosa !).

Tra l’altro la sera prima dei blocchi a casa mia avevo ospitato il Sig. Testa, allora presidente di lega per l’ambiente … poi pentitosi (in un certo senso, ma molto diverso, pure io mi sono poi pentito…). Allora, anche grazie a una forme di lotta “non convenzionale” (illegale ?), abbiamo vinto il referendum contro il nucleare

Le forme di lotta si possono discutere, ma scagliarsi contro una nuova generazione di giovani che, per fortuna, si muove e non ci sta?!, ci fa scordare la nostra storia!: la sinistra, ora con l’encefalogramma quasi piatto anche grazie al nostro contributo, ci aveva lasciato in mano una forma organizzativa associativa coi fiocchi, l’Arci, che Legambiente ha per tanti anni valorizzato, ma pure “sfruttato” con tanti percorsi solo individuali, legittimi quanto discutibilissimi, quando in sostanziale assenza di percorsi collettivi!

In questo modo abbiamo lasciato a questi giovani un deserto, con pochissime piccole “oasi”, forse con una radicalità’ un po’ troppo “politicamente corretta” per attirarli, coinvolgerli e/o “diventarne strumento”, ma con questo non intendo assolutamente criticare chi sta facendo un difficilissimo lavoro.

Rimango comunque allibito.

Senza voler offendere personalmente nessuno, penso che un certo “buonismo del politicamente corretto” rischia di far fare solo la parte degli “utili idioti” che senza rendersene conto portano acqua al mulino dei collezionisti di busti del duce!, e non certo a coinvolgere giovani con l’urgente bisogno di trovare un po’ di necessaria radicalità.

Hanno “imbrattato”, non “danneggiato” la facciata del Senato con un po’ di vernici ad acqua, che con un secchio di acqua e spazzolone ritornerà perfetta! Il codice penale prevede una multa! L’arresto è nella sostanza un vero abuso di potere.

E noi?. Ad applaudire La Russa! O comunque a fare critiche ai giovani, dalle nostre comode poltrone, e non a protestare contro l’abuso di potere degli arresti, da criticare con forza con iniziative concrete e non a parole! Vergogna!

Ma forse occorrerebbe, per una buona volta, una riflessione collettiva su un ambientalismo che abbandonando del tutto i “percorsi collettivi”, e conseguentemente una “misurata ma concreta radicalità’’, per un buonismo del politicamente corretto (oramai vicinissimo e difficilmente distinguibile dal conservatorismo dei benpensanti) che, probabilmente, ha molto ben contribuito (forse dandogli il colpo finale) all’odierno encefalogramma piatto di una sinistra che già dagli anni 90 del secolo scorso aveva gran bisogno di una nuova “linfa vitale”.

di Lorenzo Partesotti

9 Gennaio 2023, Edinburgh, Scozia

fonte: greenreport.it

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