All’indomani della cattura di Matteo Messina Denaro: ecco quello che fecero

Di Saverio Lodato / Per rinfrescare la memoria dopo l’arresto del boss di Cosa nostra

Lacrime. Amore spezzato. Rimpianto. Acqua. Lamiere. Fuoco. Fiamme. Corpi. Agende. Basiliche. Maschere. Ombre. Abbracci. Abbracci stretti. Sangue. Sangue sparso. Stracci. Cemento arroventato. Vedove. Orfani. Croci. Campanili. Segatura. Lenzuoli. Morgue. Autopsia, Cimiteri.
Immagini che scorrono vive, raccontando i morti di allora. Le stragi di allora: Capaci, via d’Amelio, Roma, Firenze e Milano.
La morte, di allora.
I corpi trucidati, di allora.
Ciò che si vide, che si toccò con mano. Nient’altro che questo è il video che riproponiamo.
Era una vita fa.
Furono mafiosi, gli uomini della mattanza. Ma furono mafiosi spinti avanti dallo Stato.
Tutto lo Stato?
No.

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Una parte sola dello Stato, ma quella che bastava per ammazzare la gente.
E i vivi, quando facevano in tempo a capire, morivano.
Due voci: quella di un presidente della Corte d’Assise di Palermo, Alfredo Montalto; quella di un imputato-condannato, Mario Mori, che si augura la morte dei suoi accusatori.
Un documento sulla storia d’Italia che mette i brividi.
Palermo e la Mafia.
Lo Stato e la Mafia.
Una storia vecchia.
Ma che è inutile nascondere.

(Articolo pubblicato il 9 Gennaio 2019)

saverio.lodato@virgilio.it

La rubrica di Saverio Lodato

fonte: antimafiaduemila.com