A Palermo il primo Guinness dei primati ottenuto da un’Università italiana

Intervista agli organizzatori del successo, i professori di Chimica organica Antonella Maggio e Antonio Palumbo Piccionello

di
Sabrina Lo Brutto

La mattina del 1 ottobre 2022 è accaduto qualcosa di a dir poco “magico” negli ampi spazi esterni del campus dell’Università degli Studi di Palermo, dove si sono radunate centinaia di persone per partecipare ad una iniziativa organizzata dai professori di Chimica organica Antonella Maggio e Antonio Palumbo Piccionello, che è valsa all’Università degli Studi di Palermo l’ingresso nel Guinness dei primati: Most people making elephant’s toothpaste fountains è il riconoscimento ufficiale.

Professori, com’è nata quest’iniziativa?

AM: «Abbiamo una grande fortuna, quella di fare un mestiere che ci piace: la chimica è la nostra quotidianità non solo come ricercatori, ma anche come divulgatori. Da qualche tempo abbiamo restituito la giusta visibilità allo spettacolo della Magia della chimica, un’esibizione ludico-didattica che sfrutta particolari reazioni chimiche per mostrare effetti di impatto sul pubblico. È uno spettacolo che proponiamo ogni anno durante Sharper – La notte dei ricercatori. Nel 2019 abbiamo partecipato anche all’evento Iupac The International year of the periodic table challenge Nobelium contest, vincendo il premio. In quella occasione, abbiamo proposto la Mendel’s Pea-riodic table of the elements, che giocava con il diffuso equivoco che deriva dall’assonanza dei nomi di Mendel e Mendeleev».

Gregor Mendel, il padre della genetica, e Dmitrij  Mendeleev, colui che elaborò la tavola periodica degli elementi.

AM: «Esatto. È stata proprio la tavola periodica ad ispirarci nel 2019, quando per celebrare i 150 anni della tavola, abbiamo realizzato la tavola periodica umana».

In quell’occasione ragazze e ragazzi rappresentavano i vari elementi chimici. Arriva da lì l’ispirazione per il Guinness world record?

APP: «Sì, è stato proprio quest’ultimo evento che ci ha fatto immaginare la possibilità di entrare nel Guinness dei primati. Con una veloce ricerca, ho scoperto che era stato acquisito da una scuola inglese il primato per il maggior numero di persone che realizzavano contemporaneamente un piccolo esperimento, che viene colloquialmente definito “dentifricio dell’elefante” per il suo effetto spettacolare. Esperimento che inseriamo sempre nello spettacolo della Magia della chimica».

Di che esperimento si tratta?

APP: «È una reazione chimica nella quale un catalizzatore, lo ioduro di potassio (KI), consente in tempi rapidi di ottenere ossigeno gassoso (O2) dall’acqua ossigenata (H2O2). Il gas gorgoglia nella soluzione, che contiene del sapone: l’effetto è la produzione di una grande quantità di schiuma. Abbiamo deciso molto rapidamente di candidarci per battere il record precedente, che era di 521 persone. L’idea era quella di proporre l’evento nella primavera del 2020 e per questo ci siamo subito messi a lavoro. Bisognava pensare a definire molti aspetti. In primo luogo, la logistica, risolta dagli ampi spazi del nostro Ateneo in viale delle Scienze. Inoltre, volevamo coinvolgere non solo i colleghi di chimica e i nostri studenti, ma anche studenti delle scuole e cittadini. Era necessario, quindi, che l’esperimento potesse essere condotto in sicurezza da chiunque. Per questo abbiamo dedicato del tempo a capire quale fosse la quantità corretta dei reagenti per avere il giusto equilibrio di spettacolarità e divertimento, riducendo al minimo la possibilità di incidenti».

Nell’anno di arrivo della pandemia, però, l’esperimento non è riuscito a concretizzarsi.

APP: «Non fu possibile provare a battere il record né nella primavera del 2020, né in quella successiva, ma noi, ottenuta la deroga per la data dal Comitato del Guinness, abbiamo continuato ad elaborare il progetto. Abbiamo acquistato reagenti, guanti, protezioni per il viso, e abbiamo raccolto bottiglie da riutilizzare in quella occasione. Contemporaneamente abbiamo pensato alla modalità di svolgimento, tenendo conto delle rigide prescrizioni del regolamento. Occorreva dividere le persone in gruppi, individuare in maniera inequivocabile le postazioni, preparare e dividere il materiale. Ed ancora, individuare i supervisori, che garantissero sul corretto svolgimento di tutte le operazioni, e organizzare le riprese e le fotografie che ci consentissero di validare l’eventuale raggiungimento del primato».

Come si è svolto il momento dell’esperimento?

AM: «Per organizzarlo è stata messa in campo un’intensa attività di comunicazione per il reclutamento dei partecipati. Per fortuna abbiamo ricevuto un grande supporto dai colleghi dell’Ateneo, dai nostri studenti, dai docenti delle scuole. La mattina del 1° ottobre 2022 tutto era pronto. I meteorologi avevano previsto pioggia e vento, ed aveva già piovuto durante la notte. Ma ancora una volta non ci siamo scoraggiati. Eliminate le pozzanghere abbiamo predisposto le postazioni. Alle 10 in punto abbiamo raccolto i gruppi, come stabilito. Ci siamo accorti però, con nostro grande rammarico, che pur avendo avuto l’adesione di oltre 750 persone, i presenti erano meno del record precedente. Era necessario ancora una volta non farsi abbattere e raccogliere le forze. Alle 12:00 dopo un’estenuante mobilitazione di parenti, amici, conoscenti e passanti incuriositi eravamo 580. Potevamo cominciare. Descrivere l’emozione del momento è impossibile. Magicamente tutte le caselline andavano al posto giusto e incredibilmente tutto si materializzava sotto i nostri occhi, così come lo avevamo immaginato per mesi. Sono stati dati i comandi e tutti, contemporaneamente, hanno mescolato i reagenti nell’ordine stabilito e la schiuma è traboccata. Il tutto grazie a 298 studenti, 47 docenti dell’Università, 304 studenti e 29 docenti di dieci scuole siciliane, 67 comuni cittadini».

Oltre al riconoscimento del record, cosa vi ha lasciato un’esperienza fuori dal comune come questa?

AM: «Smaltire l’adrenalina (e tutti i materiali!) non è stato facile e, nonostante la stanchezza, è stato difficile dormire. Di sicuro, l’entusiasmo di tutti i partecipanti ci ha ripagato di una lunga attesa e della faticosa preparazione. Ma è proprio questo il motivo per cui queste cose vengono fatte, vedere negli occhi di un bambino di sei anni e di un adulto lo stesso stupore per una reazione chimica che diventa qualcosa di spettacolare. Senza dubbio è stata un’esperienza unica, non sappiamo se irripetibile. Ci auguriamo che coloro che hanno partecipato conservino, oltre alla maglietta confezionata per l’occasione, un buon ricordo. Sicuramente il racconto della loro esperienza potrà essere vettore di comunicazione della bellezza della chimica anche fuori dall’Ateneo. Quello che vorremmo rimanesse è la meraviglia e la potenza delle cose fatte insieme, lo spirito di comunità e di appartenenza, che per il nostro Ateneo è rafforzato dal fatto di essere il primo in Italia ad aver sfidato e superato un Guinness world record».

fonte: greenreport.it