Fao: urgente gestire in maniera sostenibile le risorse idriche del pianeta sottoposte a stress

Entro il 2050 avremo bisogno del 35% per la popolazione in crescita

Dal Rome Water Dialogue, un’iniziativa preparatoria dell’United Nations 2023 Water Conference tenutasi alla Fao a Roma, è arrivato un forte monito: «A meno che non si trovi un modo per gestire in maniera sostenibile le risorse idriche sottoposte a stress del pianeta, entro la metà del secolo avremo bisogno di oltre un terzo di acqua in più per produrre il cibo necessario per sfamare la popolazione in crescita nel mondo».

In preparazione dell’United Nations 2023 Water Conference, si sono tenuti vari eventi importanti, tra cui il nono Forum mondiale sull’acqua, nel marzo 2022, la seconda Conferenza internazionale di alto livello sul Decennio internazionale d’azione sul tema “L’acqua per lo sviluppo sostenibile 2018-2028”, nel giugno 2022, il Forum politico di alto livello e il Dialogo sull’acqua di Ginevra, nel luglio 2022. Il Dialogo sull’acqua di Roma è stato un altro importante evento che concorre a questo processo. Se, da un lato, occorre coinvolgere in tale iniziativa tutte le parti interessate, tra cui governi, organizzazioni internazionali, la società civile, il settore privato e la comunità accademica, dall’altro, alla luce dell’attuale crisi globale dei fertilizzanti e di una potenziale crisi alimentare, è necessaria un’attenzione speciale alla sicurezza alimentare e alla sussistenza delle popolazioni povere e vulnerabili, compresi i piccoli agricoltori, senza lasciare nessuno indietro.

La Fao spiega che «Il Dialogo si prefigge lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul ruolo dell’acqua nel conseguimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG), allacciando legami più stretti tra il settore idrico e il settore agricolo, che è il principale consumatore di acqua, elaborare soluzioni e azioni innovative per il futuro e discutere la tabella di marcia nazionale in ambito idrico, vale a dire l’approccio adottato da ciascun paese per conseguire gli impegni globali e gli SDG sul proprio territorio».

Il direttore generale della Fao, Qu Dongyu, ha sottolineato che «Entro il 2050, la produzione mondiale di cibo, fibre e mangimi dovrà aumentare del 50% rispetto al 2012, per poter rispondere alle esigenze crescenti. Se si proseguirà su questa strada, ci sarà bisogno di almeno il 35%di acqua dolce in più. La gestione integrata delle risorse idriche è una priorità mondiale per la Fao».
Inoltre, i cambiamenti climatici stanno esercitando una pressione senza precedenti sulle preziose risorse idriche mondiali. Secondo i dati Fao, «Attualmente 2,3 miliardi di persone vivono in paesi soggetti a stress idrico; di queste, più di 733 milioni di persone, pari a circa il 10% della popolazione mondiale, vive in paesi ad alto e critico rischio di stress idrico. Quest’anno, gli effetti del clima sulle risorse idriche sono stati evidenti, con inondazioni e siccità record in molti altri Stati e regioni».

E l’agricoltura, che è responsabile del 72% dei prelievi globali di acqua dolce, ha nell’acqua una risorsa essenziale a conferma di quanto detto nell’’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Eppure, come fa notare la Fao, «Nonostante la crescente consapevolezza dell’importanza dell’acqua per l’agricoltura e lo sviluppo sostenibile, la Fao ha più volte messo in luce la necessità di azioni più efficaci, integrate e coordinate, che, per conseguire tutti gli SDG, andranno associate a una forte volontà politica di riconoscere, valorizzare e gestire le risorse idriche in maniera olistica e integrata».
A Roma, sia i governi che altre parti interessate hanno riconosciuto che «Le risorse idriche, le strutture igienico-sanitarie, la salute, gli ecosistemi, gli oceani, l’energia, i sistemi alimentari e l’alimentazione sono interconnessi e che vi è l’urgenza di far fronte alle crescenti perdite e vulnerabilità causate da siccità, inondazioni, cicloni, mareggiate costiere, colate di fango, valanghe e fenomeni quali l’innalzamento dei livelli del mare e l’intrusione salina».
La Fao conclude: «Per comprendere in che modo le risorse idriche possono essere usate in vari settori per conseguire gli obiettivi sociali, economici e ambientali nazionali, i singoli paesi possono integrare le risorse idriche in maniera decisa, coerente ed esplicita tra le priorità delle loro strategie e politiche di sviluppo sostenibile e dei loro piani di investimento. In tale prospettiva, come proposto dalla Fao e approvato nella Dichiarazione di Dušanbe, strumenti quali un dialogo sull’acqua a livello nazionale e tabelle di marcia nazionali sull’acqua o altre strategie concorreranno a rafforzare il coordinamento intersettoriale per la gestione sostenibile delle risorse idriche e ad accelerare l’attuazione dell’Agenda 2030».

fonte: greenreport.it