Come la “scienza spuria” minaccia l’Antartide

Cina e Russia bloccano con il veto ogni decisione per la reale protezione della biodiversità antartica

Si è concluso con un nuovo rinvio sulle Aree marine protette (AMP) il quarantunesimo meeting della Commission for the Conservation of Antarctic Marine Living Resources (CCAMLR) che si è tenuto dal 24 ottobre al 4 novembre ad Hobart, in Australia.

Il summit CCAMLR, che ha visto l’ingresso dell’Ecuador nella Commissione, ha discusso molte questioni importanti e ha riconosciuto che «Il cambiamento climatico globale è una delle maggiori sfide per l’Antartide e l’oceano che la circonda». La Commissione ha concordato una nuova risoluzione sul cambiamento climatico che sottolinea «L’importanza di intraprendere azioni urgenti nell’area della Convenzione. Tutti i gruppi di lavoro scientifici della CCAMLR sono tenuti a includere nei loro pareri la considerazione dell’impatto del cambiamento climatico e ambientale».

Inoltre, la Commissione ha discusso «Un piano di lavoro per portare avanti un approccio olistico alla gestione intorno alla Penisola Antartica, prendendo in considerazione potenziali nuovi limiti di cattura, la proposta di un’AMP nella regione e nuovi approcci di monitoraggio scientifico, raccolta dati e gestione per la pesca del krill nella regione. La Commissione ha prorogato di un altro anno gli attuali limiti della sottozona per le catture della pesca del krill. Il comitato scientifico ha sviluppato la base scientifica per un approccio rivisto alla gestione della pesca del krill che tenga conto della distribuzione e dell’abbondanza del krill e delle esigenze dei predatori e dell’ecosistema.

Secondo la CCAMLR, «L’impatto della pesca nelle acque che circondano l’Antartide sui mammiferi marini e sugli uccelli marini continua a ridursi. Quest’anno, un minimo record di 15 uccelli è stato ucciso nella pesca con palangari e 4 nella pesca a strascico del krill. Il numero di mammiferi marini uccisi è piccolo». Sono stati concordati nuovi protocolli di raccolta dati per comprendere meglio i fattori causali e la mitigazione. La valutazione di conformità della Commissione ha indicato ancora una volta «Un livello complessivamente molto elevato e crescente di conformità delle parti contraenti alle misure di conservazione. La Commissione ha migliorato diverse misure di conservazione che aumenteranno la capacità della CCAMLR di monitorare la conformità e combattere la pesca illegale e non dichiarata

Tutto bene? No, perché la CCAML non è riuscita – nuovamente – a centrare un obiettivo vitale per proteggere il mare dell’Antartide e la sua fauna: la discussione delle tre proposte per lo sviluppo di nuove aree marine protette (AMP) è stata  rinviata a una riunione straordinaria della Commissione che sarà ospitata dal Cile nella prima metà del 2023.

Come fa notare  Chelsea Harvey su E&E News – Climate Wire, «Per il sesto anno consecutivo, i membri della Commission for the Conservation of Antarctic Marine Living Resources (CCAMLR)  – parte dell’Antarctic Treaty System – non sono riusciti a concordare alcuna nuova area marina protetta nel fragile Oceano Antartico. Questo nonostante il sostegno della maggioranza delle parti della CCAMLR. Solo due nazioni, Cina e Russia, quest’anno hanno rifiutato di sostenere nuove aree marine protette, o MPA. Gli stessi due membri hanno bloccato proposte simili negli altri ultimi anni».

E’ l’ultimo esempio dei danni che sta facendo il diritto di veto previsto dall’Antarctic Treaty System  con il quale uno o due Paesi possono bloccare le decisioni di una grande maggioranza. E la tendenza da parte di Russia e Cina ad utilizzare il diritto di veto è sempre più preoccupante anche perche, come denunciano molti esperti, sempre più frequentemente, Cina, Russia e altri Paesi come Giappone e Australia utilizzano sempre più la “falsa scienza” e altri argomentazioni non veritiere come giustificazione per bloccare le misure di salvaguardia sostenute dalla maggior parte degli altri Paesi  CCAMLR. Le motivazioni non sono sempre chiare, ma spesso riguardano (o nascondono) un crescente interesse per l’espansione della pesca e altre opportunità economiche in tutto l’Oceano Antartico.

Secondo Tony Press, dell’Institute for Marine and Antarctic Studies dell’università della Tasmania, ex capo dell’Australian Antarctic Division ed ex commissario CCAMLR dell’Australia, «Questa politicizzazione della scienza è strana». E al summit CCAMLR di Hobart diversi Paesi si sono detti preoccupati per il fatto che le manovre politiche stessero ostacolando lo scopo della commissione. Secondo la delegazione statunitense, «La cooperazione e la collaborazione aperta richieste dalla CCAMLR sono state la sua forza. Ma francamente ora sta frenando ogni progresso. I Paesi che hanno dato la priorità ai loro singoli  bisogni hanno indebolito la nostra capacità di soddisfare gli obiettivi di conservazione condivisi sui quali è stato fondato questo organismo».

Negli ultimi anni, questo stallo ha riguardato limiti di cattura per alcune attività di pesca in Antartide e nuove protezioni per specie come i pinguini imperatori. Ma l’impasse sulle nuove AMP è il più clamoroso e prolungato. La CCAMLR, istituita nel 1982 in base all’Antarctic Treaty System, è incaricata di proteggere la vita marina dell’Antartide e di gestire in modo sostenibile le sue attività di pesca. Le sue responsabilità comprendono  il potere di designare aree marine protette nell’Oceano Antartico. Nel 2002, la CCAMLR si è impegnata a creare una rete di MPA intorno all’Antartide. Ma 20 anni dopo ne ha istituito solo due: un’AMP vicino alle South Orkney Islands nel 2009 e un’altra nel Mare di Ross nel 2016.

Al meeting  CCAML di quest’anno sono state (ri)proposte tre nuove AMP: una intorno alla Penisola Antartica, una nel Mare di Weddell e una terza al largo della costa dell’Antartide orientale. Si tratta di proposte che sono sul tavolo da anni e quasi tutti i Paesi membri della CCAMLR – Italia e Ue comprese –  le sostengono e concordano sul fatto che si basano sulla migliore scienza disponibile, come conferma il “Report of the Forty-first meeting of the Commission  presentato a Hobart. Ma le procedure dell’ Antarctic Treaty System prevedono un sistema di consenso, il che significa che le decisioni possono essere prese solo all’unanimità. E Cina e Russia hanno impedito che passassero tutte e tre le proposte opponendo una serie di obiezioni e esprimendo  la preoccupazione che le AMP non possano affrontare tutte le minacce che il cambiamento climatico rappresenta per l’ecosistema marino antatico.

Ma Ricardo Roura, consigliere senior della Antarctic and Southern Ocean Coalition, ribatte che «Le AMP non esistono esclusivamente per affrontare le preoccupazioni sui cambiamenti climatici. Le AMP forniscono rifugi speciali per la vita marina, riducendo le minacce derivanti dalla pesca eccessiva, dall’inquinamento e da altri disturbi. Nel processo, possono aiutare a rafforzare le specie minacciate dai cambiamenti climatici, o almeno aiutare a proteggerle da ulteriori cali innescati da altri fattori. Quel che fanno le AMP  in Antartide è creare resilienza».

La Cina si è detta preoccupata per il fatto che la proposta dell’AMP nell’Antartide  orientale si basi su prove scientifiche raccolte fino a 8 anni fa e ha detto che la CCAMLR dovrebbe prendere in considerazione dati più recenti. Ma gli altri Paesi hanno fatto notare che il motivo per cui era passato così tanto tempo era perché Cina e Russia, anno dopo anno, avevano bloccato con i loro veti la proposta dell’AMP. Roura ironizza: «Sarebbe divertente se non fosse così frustrante».

La Russia ha anche ripetutamente bloccato gli sforzi per stabilire limiti di cattura per l’austromerluzzo della Patagonia (Dissostichus eleginoides) vicino alle South Georgia islands. La maggior parte degli altri Stati CCAMLR  sostiene i limiti proposti e concorda sul fatto che si basano sulla migliore scienza disponibile.

In una dichiarazione ufficiale, la delegazione statunitense ha sottolineato: «Non riusciamo a trovare alcuna motivazione per cui la Russia continui a ignorare nuovi dati e analisi che smentiscono la sua ipotesi e semplicemente concludere che l’approccio della Russia è inteso a seminare malcontento e schiacciare lo spirito di collaborazione che molti di noi condividono nella CCAMLR»

Un rapporto del comitato scientifico della CCAMLR fa notare che la Russia ha indicato che «Nessuna scienza che potrebbe essere presentata cambierebbe la sua posizione».

E anche gli Stati gli stati che alla CCAMLR si oppongono ai veti russi poi si adeguano molto volentieri: le South Georgia islands g fanno parte di un Territorio do Oltremnare britannico e  all’inizio di quest’anno il Regno Unito ha tranquillamente rilasciato le licenze di pesca nell’area senza limiti di cattura approvati dalla CCAMLR,- Gli Usa hanno detto che probabilmente vieteranno le importazioni di austromerluzzi della Patagonia pescati al largo  delle South Georgia islands, ma non lo hanno ancora fatto.

Secondo Press, «La questione evidenzia il pericolo di “effetti a catena” delle controversie all’interno della commissione. La mancanza di impegno da parte della Russia, la mancanza di capacità di trovare consenso su questo sulla base di argomentazioni davvero spurie è un precedente davvero pericoloso».

E questi dissidi si stanno estendendo ad altri meeting del Trattato Antartico.

All’ annual Antarctic Treaty Consultative Meeting di giugno, molti Paesi hanno sostenuto una proposta per dare al pinguino imperatore uno status di protezione speciale ai sensi del Protocol on Environmental Protection  del Trattato Antartico perché gli studi suggeriscono che il riscaldamento globale causerà una diminuzione progressiva delle popolazioni di pinguini imperatori e nuove protezioni potrebbero aiutare anche  a salvaguardare la specie da altri disturbi, come il turismo e l’inquinamento, che potrebbero portare a perdite ancora più rapide. La proposta è stata bloccata dalla Cina, secondo la quale la scienza che collega i pinguini imperatori e il cambiamento climatico potrebbe essere incerta e a sostegno di questa tesi ha portato un paio di articoli di  Susan Crockford, che si autodefinisce zoologa e blogger, scritti per la Global Warming Policy Foundation, un think tank conservatore statunitense noto per il suo negazionismo climatico.

Per Press, «Non è chiaro cosa stia motivando questa opposizione. Ma ia la Cina che la Russia sono probabilmente interessate a scongiurare  qualsiasi legislazione per l’ambiente marino che potrebbe comportare per loro la rinuncia a future opzioni». Attualmente, la maggior parte di queste potenziali opzioni riguarda la pesca in Antartide. Anche perché l’estrazione mineraria in Antartide è vietata dal 1998 in base a un protocollo ambientale del Trattato Antartico che non può essere rivisto fino al 2048».

In molti sono convinti che cinesi e russi (e non solo) puntino sul lungo termine a  revocare il divieto di estrazione mineraria, ma Press dice che questo obiettivo «Probabilmente sarebbe difficile da realizzare. Tuttavia, la remota possibilità di future opportunità minerarie potrebbe essere un fattore nelle discussioni odierne».

Ma allora come si esce dalla politica del veto? _ Roura precisa: «Nessuno sta parlando di cambiare l’approccio del consenso. Ma ci devono essere modi per facilitare il processo del consenso e garantire che il consenso avvenga». Press fa notare che «Ci sono alcune disposizioni sulle controversie internazionali che i Paesi possono utilizzare in periodi di gravi disaccordi. Nel 2010, l’Australia ha intentato una causa contro il Giappone presso la Corte internazionale di giustizia per le sue attività di caccia alle balene in Antartide.  Nel 2014 la Corte si è pronunciata contro il Giappone. Altrimenti,  un’attività diplomatica concertata e di alto livello è probabilmente la migliore strategia. Prevenire future controversie sulla conservazione dell’Antartide e salvaguardare le sue preziose risorse è fondamentale. Il cambiamento climatico è la più grande minaccia per l’Antartide. E a livello globale, in futuro l’Antartide sarà incredibilmente significativo per la sicurezza alimentare globale. Quindi risolvere questa politicizzazione della scienza e l’uso della scienza spuria per bloccare il consenso è una questione importante e deve essere affrontata».

fonte: greenreport.it