Ingroia: ”Il Governo? Nei posti nevralgici il peggio degli indirizzi politici italiani”

Bagno di folla in Piazza della Scala a Milano per il comizio contro la Nato e la guerra organizzato da Italia Sovrana e Popolare.
Numerosi gli interventi: dal segretario generale del Partito Comunista Marco Rizzo, al giornalista e conduttore di Visione Tv Francesco Toscano fino all’avvocato Antonio Ingroia. Quest’ultimo, raggiunto dai microfoni di Francesco Piras, attivista del movimento culturale internazionale Our Voice, ha rilasciato la seguente intervista.

Cosa pensa di questa Italia che continua ad inviare armamenti e a supportare la continuazione del conflitto, anche politicamente?
“Politicamente penso che l’Italia va, come dire, di corsa incontro al baratro. Il governo Meloni non ha cambiato nulla degli indirizzi del Paese. Del resto la Meloni ha giurato fedeltà all’agenda Draghi e alla Nato e quindi proseguirà su questo. È stato designato come ministro della difesa Crosetto e non si poteva scegliere un ministro più bellicista di Crosetto. Quindi si va a grandi passi verso il disastro. Bene, noi siamo qui a Milano, la settimana scorsa siamo stati a Roma, in piazza, dalla parte degli italiani che invece hanno a cuore le sorti della democrazia, della pace e poi anche dell’economia del Paese. Perché l’economia del Paese va e andrà sempre più a rotoli. E chi pagherà il prezzo di questa guerra? Lo pagherà la popolazione civile ucraina, utilizzata come scudo umano dagli Stati Uniti per fare la guerra contro la Russia. Lo pagheranno le classi più deboli e meno tutelate, italiane ed europee. Ma a questo bisogna ribellarsi. È giunto il momento di dire basta. Non c’è ad oggi una sponda parlamentare credibile per questo movimento a favore della pace e contro la guerra. Noi perciò lo cerchiamo nel Paese. È il momento che i cittadini si prendano sulle spalle il loro destino e diventino attivi protagonisti del loro futuro”.

Come vede la scena politica italiana dopo le elezioni del 25 settembre? E che idea si è fatto dopo il giuramento di Meloni davanti a Mattarella?
“Direi sempre peggio. Nel governo Meloni in realtà cambiano solo i volti, la linea politica è sempre la stessa. Del resto la Meloni, che faceva un apparente opposizione parlamentare contro il governo, ha subito sposato l’agenda Draghi appena si è profilata la possibilità che lei venisse nominata presidente del Consiglio. La scelta dei ministri è una scelta di bassissimo profilo, altro che l’alto profilo che la Meloni aveva promesso. Non è un governo dei migliori, è un governo dei mediocri. Abbiamo nei posti nevralgici personaggi che rappresenteranno, diciamo, il peggio degli indirizzi politici italiani: ho detto Crosetto alla difesa, prendiamo come ministro dell’economia Giorgetti, che è il più europeista della Lega, prendiamo Nordio al ministero della giustizia che dà pm non ne ha azzeccata una durante la sua carriera diciamo abbastanza indecorosa. Anche come politico oggi cosa promette? Il ripristino dell’immunità parlamentare (dell’autorizzazione a procedere) per difendere la casta, quindi sarà il ministro della casta, la separazione delle carriere, che è stata bocciata dagli italiani al referendum che la Lega aveva proposto e che gli italiani non sono andati a votare, ma loro la ripropongono come legge. Quindi peggio di così era difficile”.

Quindi sul fronte della giustizia vediamo un peggioramento della situazione?
“Assolutamente si, un peggioramento. Questo diventa un governo del ‘regolamento di conti’ contro la magistratura autonoma e indipendente e nei confronti del principio di uguaglianza. Tra l’altro con un percorso che volta le spalle alla storia del diritto. L’arresto che c’è stato in questi giorni di quel cittadino russo, figlio di un alto esponente della Russia, con un’accusa proveniente dagli Stati Uniti che poi andrà verificata” denota “il modo supino con cui lo Stato italiano applica queste operazioni di arresto evidentemente politico proveniente dagli Stati Uniti”. “È un altro brutto segnale. Vedremo se la magistratura dimostrerà autonomia e indipendenza, ma qualche dubbio ce l’ho”.

Ha già parlato brevemente della situazione economica italiana. Gli effetti delle sanzioni già li vedevamo dal 2014, da quando è iniziato il conflitto, e li stiamo vedendo tutt’oggi. Sicuramente una grande quantità di aziende italiane non riuscirà a superare l’inverno. Già abbiamo i dati che dimostrano queste affermazioni: soprattutto a causa della speculazione finanziaria sul titolo TTF del gas. Concretamente Italia Sovrana e Popolare, dentro le istituzioni, che idee ha, anche politiche, per far fronte a questo problema?
“Noi al momento dentro le istituzioni non ci siamo perché non siamo entrati in Parlamento. A causa anche di una legge elettorale certamente incostituzionale e per l’ostracismo dei media nei nostri confronti. Ma comunque la nostra battaglia la proseguiamo nelle piazze. Ma pensiamo di dover tornare nelle istituzioni. Ci sono le elezioni regionali qui in Lombardia, così come nel Lazio a breve, così come in altre regioni d’Italia, il Friuli e il Molise. Ci sono delle elezioni amministrative importanti e Italia Sovrana e Popolare sa di poter contare su almeno cinquecentomila elettori che la sostengono e la appoggiano. Noi vogliamo rappresentare anche il popolo dell’astensionismo. I tanti che si sono astenuti perché non si fidano più dello strumento elettorale. Dobbiamo riportarli a partecipare alla democrazia e allora potremo cambiare le cose.
Oggi il sessantuno percento degli italiani è contrario a questa guerra ed è contro le sanzioni alla Russia”.

fonte: antimafiaduemila.com