Giornata della Terra: un pianeta in bilico. In Italia preoccupante declino della biodiversità

Wwf: un milione di specie a rischio e stiamo bruciando la ricchezza del nostro pianeta

Oggi si celebra l’Earth Day e Il Wwf ha pubblicato il documento “Giornata mondiale della Terra 2022: un pianeta in bilico” dal quale emerge che però il nostro Pianeta non se la passa bene: «Basti ricordare che il 75% della superficie terrestre non coperta da ghiaccio è già stata significativamente alterata, la maggior parte degli oceani è inquinata e più dell’85% delle zone umide è andata perduta (LPR, 2020). Le specie attualmente minacciate di estinzione sul pianeta sono 1 milione. Il tasso di estinzione di specie animali e vegetali è 1.000 volte superiore a quello naturale».

I dati dell’ultimo Living Planet Report del Wwf certificano il drammatico calo della biodiversità: «68% il calo medio delle popolazioni di vertebrati negli ultimi 50 anni. Circa il 25% delle 93.579 specie per le quali è valutato lo status di conservazione (inserite nella Lista rossa IUCN), è attualmente minacciato di estinzione».

Il Panda ricorda che «Il più importante fattore diretto alla base della perdita di biodiversità negli ultimi decenni è stato il cambiamento dell’uso dei suoli e, principalmente, la conversione di habitat primari incontaminati in sistemi agricoli: l’agricoltura consuma oggi il 40% della superficie terrestre, ed è responsabile del 23% delle emissioni di gas serra.

Questa conversione dei suoli avviene a danno soprattutto degli ecosistemi forestali, che ospitano l’80% della biodiversità terrestre: nel XXI secolo è stato perso il 10% della superficie forestale globale (circa 10 milioni di ettari l’anno). Da luglio 2020 a luglio 2021 la deforestazione in Amazzonia è aumentata del 22% rispetto all’anno precedente».

Sono a rischio non solo leoni, elefanti, tigri ma è minacciato anche il 40% delle specie di insetti, compresi molti impollinatori. E le conseguenze non si fermano al declino della biodiversità e alla scomparsa di specie vegetali e animali: il Wwf ricorda che «Sebbene la foresta Amazzonica sia stata per decenni cruciale nell’assorbire anidride carbonica dall’atmosfera, un recente studio pubblicato il 14 luglio 2021 su Nature ha evidenziato come parte della foresta amazzonica stia ora emettendo più carbonio di quanto ne catturi (“Amazonia as a carbon source linked to deforestation and climate change”)Ciò è causato principalmente da due fattori: aumento della deforestazione e cambiamento climatico, con intensificazione della stagione secca e degli incendi, che provocano da un lato la riduzione della capacità di fotosintesi e dall’altro un aumento della mortalità degli alberi e quindi delle emissioni. In queste zone, le emissioni supererebbero l’assorbimento di addirittura di 1 miliardo di tonnellate di CO2 l’anno.

Uno degli incendi più violenti degli ultimi decenni ha colpito l’Australia nel 2019 incenerendo 8,5 milioni di ettari di foreste e uccidendo un miliardo di vertebrati. Il Wwf sottolinea che «Proprio questi “mega-incendi” sono in continuo aumento a livello globale, conseguenza di eventi meteorologici estremi come prolungate siccità. L’aumento dei fenomeni estremi su scala globale è una costante degli ultimi anni, sia in America che in Europa (Grecia, Spagna, Italia) con temperature mai registrate e incendi devastanti».

Il documento del Wwf analizza anche la situazione italiana: «L’Italia è il Paese europeo che in assoluto presenta il più alto numero di specie, ospitando circa la metà delle specie vegetali e circa un terzo di tutte le specie animali attualmente presenti in Europa.In base alla Check List italiana del Ministero della Transizione Ecologica, il nostro Paese ospita 57.468 specie animali, di cui 4.777 (8,6%) si possono considerare endemiche. A livello di specie vegetali invece in Italia si contano quasi 12.000 specie. Solo tra le oltre 6.700 specie di piante vascolari si annoverano circa il 13% di specie endemiche., dove il 50% delle specie di vertebrati, il 36% delle specie di anfibi e il 25% delle specie di uccelli sono minacciate di estinzione, in particolare a causa del consumo di suolo. Questa  ricchezza  di  biodiversità  è  però  seriamente  minacciata  e  pezzi  di  essa  rischiano  di  essere  irrimediabilmente  perduti.  Il  quadro  relativo  ai  livelli  di  minaccia  delle  specie  animali  e  vegetali  sul  territorio nazionale è abbastanza preoccupante. Dalla metà del secolo scorso la biodiversità in Italia ha subito una fortissima riduzione, in particolare a causa del consumo del suolo. Fattori di pressione, quali il consumo di suolo per nuovi insediamenti civili e industriali e l’inquinamento del suolo e delle acque, continuano a esercitare la loro intensità sulla biodiversità nazionale».

Il documento presenta  alcuni dati che descrivono la preoccupante situazione della biodiversità italiana: 15% di specie vegetali superiori italiane è minacciato di estinzione. 40% di alghe, licheni, muschi, felci italiane è a rischio di estinzione. 50% delle specie di Vertebrati presenti in Italia è minacciato d’estinzione. 25% delle specie di Uccelli è a rischio di estinzione. 36% di specie di Anfibi è a rischio di estinzione. 19% delle specie di Rettili è a rischio estinzione. 57% delle specie di Chirotteri è a rischio estinzione. 25% delle specie animali marine è considerato a rischio almeno per uno dei fattori considerati. 4 ettari di suolo vengono persi ogni giorno (l’equivalente di 19 campi di calcio). 186  specie  esotiche (55  vegetali  e  131  animali)  sono  state  rilevate  negli  ecosistemi  costieri  italiani (Società italiana di Biologia Marina). 52% delle specie di fauna selvatica italiana di interesse comunitario presenta uno stato di conservazione sfavorevole•55%  degli  Invertebrati  di  interesse  comunitario  presenta  uno  stato  di  conservazione  sfavorevole•69%   degli   Habitat   terrestri   italiani   di   interesse   comunitario   presenta   uno   stato   di   conservazione sfavorevole. 33%   degli   Habitat   marini   italiani   di   interesse   comunitario   presenta   uno   stato   di   conservazione inadeguato. 41% dei fiumi italiani monitorati non è in uno stato di conservazione adeguato.•80% dei laghi italiani non è in buono stato ecologico secondo la normativa europea.

fonte: greenreport.it