Spese militari: in Italia investimenti da 25 miliardi nel 2021 – Terza parte

Lo IAI (Istituto Affari Internazionali) e i think-tank: chi direziona le politiche e i governi dell’Occidente?

Chi decide in Occidente? Da dove arrivano gli ordini, in Occidente? Da quali ambienti provengono le direttive, che poi puntualmente vengono applicate all’interno dei singoli Paesi nazionali? Attraverso quali metodologie? Delle risposte a queste domande forse le possiamo trovare nel mondo dei think-tank, cioè dei cosiddetti “serbatori di pensiero”: si tratta di società, organismi, istituti tendenzialmente indipendenti dalle forze politiche nazionali il cui scopo è quello di analizzare ed elaborare programmi e strategie governative, economiche, sociali, industriali, commerciali e militari.
Una chiave di lettura interessante per comprendere la realtà che ci circonda. La recente dichiarazione dell’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, secondo il quale, l’Italia si doterà di nuovi missili cruise dalla gittata di oltre 1000 Km, non nasce a caso, ma è il frutto dei desiderata e delle indicazioni della IAI, l’Istituto Affari Internazionali. Quest’ultimo rappresenta proprio uno “serbatoio di pensiero” dal quale provengono le indicazioni adottate da tutti i governi occidentali, in ogni ambito della gestione della cosa pubblica. Il documento rilasciato dalla stessa organizzazione il 5 aprile 2021, dal titolo “Europe’s Missile Defence and Italy: Capabilities and Cooperation” (“La difesa missilistica europea e l’Italia: capacità e cooperazione”), è chiarificatore in tal senso. Ma che cos’è lo IAI e in che modo tale organizzazione è relazionata agli Stati Uniti, all’Inghilterra, alla NATO ed all’Unione Europea?

Altiero Spinelli, lo IAI e il progetto di Unione Europea
L’Istituto Affari Internazionali (IAI), di cui abbiamo parlato in un precedente articolo, è stato fondato su iniziativa di Altiero Spinelli nel 1965. Lo IAI è l’omologo del Council on Foreign Relations (CFR) americano e del Royal Institute of International Affairs (RIIA) inglese, due think-tank (“serbatoi di pensiero”) che guidano la politica estera anglo-americana. Storicamente, tra i principali membri del CFR, la cui sede si trova alla Harold Pratt House di New York, si annoverano quasi tutti i direttori della CIA, i Segretari della Difesa USA, i rappresentanti delle maggiori multinazionali e delle principali banche del mondo, gli impiegati dei più importanti mezzi di comunicazione del pianeta. Nel RIIA, invece, è facilissimo incontrare i più rinomati esponenti mondiali di banche, multinazionali, media, Difesa, esercito, Commissione Europea, NATO. Spesso e volentieri, alle riunioni del RIIA, partecipano anche i ministri dell’Economia e delle Finanze italiani, ancor prima di venire nominati. È il caso, per esempio, di Pier Carlo Padoan. Una coincidenza, forse, ma come scrive il giornalista d’inchiesta Francesco Amodeo nel libro “La Matrix Europea”, “esattamente un anno prima di ricevere l’incarico di ministro dell’Economia, fu invitato a partecipare ad una riunione dai membri del RIAA in data 25 gennaio 2013. Il tema della riunione? ‘L’Economia italiana: La chiave del futuro dell’Unione Europea’”. Caso vuole che il 21 febbraio 2014, Padoan diventò Ministro dell’economia italiano, prima sotto Renzi, per poi proseguire con il suo mandato con il governo Gentiloni.

Altiero Spinelli, come fondatore anche dell’Unione Europea, nel suo “Diario europeo” ha dato indicazioni chiare ed inequivocabili circa i finanziatori del “sogno dell’Europa dei popoli”. Spinelli viene considerato forse il più importante padre fondatore dell’Unione europea: in esilio a Ventotene ed in collaborazione con altri socialisti, elaborò il Manifesto per un’Europa Libera e Unita. È nata davvero così l’Europa che conosciamo oggi?

Dalla lettura del Diario di Spinelli si scoprono i suoi continui viaggi a Washington per cercare fondi per la realizzazione del suo progetto. Egli incontrò Donovan, Allen Dulles, rappresentanti di spicco della Ford Foundation e della Rockefeller Foundation, vertici della CIA e Kalergi: “Alle 4 ho visitato Donovan (Cia, Acue, Gladio, ndr). Era presente anche Hovey, Executive Director dell’ACUE che avevo già visto… Donovan si è impegnato formalmente a cercare fondi. Ha approvato la mia decisione che sia io a dirigere l’operazione. Era completamente scettico sui governi… Praticamente ho l’appoggio dell’USIA, della Ford Foundation e dell’ACUE. Più di questo non potevo sperare… Monnet ha la scelta di stare con me o sparire”. Altri esponenti del famoso Manifesto di Ventotene presero le distanze da Spinelli, come si evince dalle righe successive, probabilmente perché si resero conto che il progetto da loro elaborato 10 anni prima stava prendendo tutt’altra direzione rispetto alla realtà: Ernesto Rossi mi ha detto che non vuole venire al congresso e che non vuole essere nella direzione del MFE (Movimento Federalista Europeo). Cardini non vuole più essere eletto al cc. In fondo è quello che desideravo”. Il 17 giugno 1961, Spinelli incontrò anche il fondatore della Commissione Trilaterale Zbigniew Brzezinski, ed uno degli autori del testo anti-democratico “The crisis of democracy”, Samuel Huntington, il quale scrisse che “un eccesso di democrazia significa una carenza di governabilità; “una facile governabilità lascia intendere una democrazia difettosa”; “il funzionamento efficace di un sistema politico democratico richiede, in genere, una certa dose di apatia e disimpegno da parte di certi individui e gruppi. In passato, ogni società democratica ha avuto una popolazione marginale, di dimensioni più o meno grandi, che non ha partecipato attivamente alla politica. In sé, questa marginalità da parte di alcuni gruppi è intrinsecamente antidemocratica, ma ha anche costituito uno dei fattori che hanno consentito alla democrazia di funzionare efficacemente”. Spinelli dimostrò di avere piena consapevolezza dei veri obiettivi delle oligarchie finanziarie in tema Unione Europea e Moneta Unica; egli, parlando di Robert Marjolin, partecipante più volte alle riunioni del Gruppo Bilderberg, membro della Commissione Trilaterale, Commissario europeo per gli Affari Economici e Monetari e Segretario generale dell’Organizzazione per la Cooperazione Economica Europea, disse che “scopo di Marjolin è di spennare le sovranità nazionali senza farle gridare”. L’11 giugno 1965, Marjolin ricevette una comunicazione del Dipartimento di Stato USA che lo invitava a “portare avanti in segreto” i progetti di Unione monetaria. Zbigniew Brzezinski disse che “l’Europa è la fondamentale testa di ponte geopolitica dell’America in Eurasia. Il ruolo dell’America nell’Europa democratica è enorme”. Unione Europea, moneta unica europea e NATO, dunque, rappresentano i due principali strumenti di colonizzazione USA in questo ultimo secolo. Un documento del gruppo Bilderberg del 1958 parla di come una unione monetaria europea potesse essere l’unico strumento per il controllo dei Parlamenti nazionali. Missione compiuta: oggi, infatti, il potere dei singoli parlamenti nazionali è stato completamente annullato dagli esecutivi. In più, il Parlamento italiano non decide più da tempo sulla vita della nazione, poiché le decisioni importanti vengono prese in sede europea. In tale contesto, l’organo più potente è sicuramente la Commissione, mentre il Parlamento ha un ruolo puramente coreografico. Secondo l’ex parlamentare europeo Magdi Cristiano Allam: “Il parlamento europeo è vero che è rappresentativo dei popoli europei, perché si viene eletti con il voto di preferenza (…) Ma il parlamento europeo è l’istituzione che non conta quasi nulla, quasi nulla tra le tre istituzioni dell’Unione Europea (…) E’ la Commissione Europea che ha i poteri, i veri poteri… Sia il potere esecutivo, perché la Commissione è il governo dell’Unione Europea, quindi il Presidente della Commissione è il capo del governo dell’Unione Europea. Ma la Commissione Europa ha anche il vero potere legislativo, perché le proposte di legge nascono in seno alla Commissione Europea, che poi le invia al Parlamento, il Parlamento le esamina, le può emendare, le può modificare, può approvarle e può bocciarle (…) Le leggi che ci governano non sono espressione del Parlamento europeo, sono espressione della Commissione Europea, e il fatto che l’80% delle leggi nazionali siano la semplice trasposizione di direttive di regolamenti europei nati in seno alla Commissione Europea, che ha un esercito di 40 mila dipendenti che non sono eletti da nessuno e che non rispondono del loro operato se non alle potenti lobby che sono pienamente legittimate in seno al Parlamento Europeo (…) ecco perché non saranno le elezioni europee a cambiare il nostro destino, ma sarà la presenza di una vera e propria volontà politica sovranista (…) Abbiamo perso al 100% la sovranità monetaria, abbiamo perso l’80% della sovranità legislativa, abbiamo ipotecato la nostra sovranità giudiziaria, perché le sentenze emesse dalle corti europee prevalgono sulle sentenze emesse dai tribunali italiani, abbiamo perso la nostra sovranità in materia di sicurezza e di Difesa, abbiamo perso anche la sovranità alimentare che l’Italia aveva, la sovranità energetica noi non ce la avevamo, ma avevamo un maggiore spazio di operatività prima che fossimo costretti ad attenerci alle regole soprattutto di natura finanziaria dell’Unione Europea”.

Democrazia dove sei?
È evidente, ormai, come le strutture portanti della nostra democrazia siano state rimosse da tempo. Certo, ne è rimasta la vestaglia, che continuamente ci viene mostrata attraverso l’utilizzo sfrenato di termini quali “progresso”, “libertà”, “transizione verde”, “svolta green”. Ma l’essenza stessa della democrazia, che parte dall’informazione, per poi concretizzarsi attraverso il processo di auto determinazione dei popoli, è sparita da un pezzo. E questo è anche, e soprattutto, responsabilità nostra, come cittadini.  Con il voto, con le comodità, con il silenzio e con la tendenza a delegare siamo stati complici (e lo siamo tutt’ora) dei nostri stessi governanti. Oggi più che mai, dunque, serve scendere in campo, con i mezzi che ognuno di noi ha a disposizione. È nostro dovere denunciare le azioni nefaste di questo governo, che invece di ripudiare la guerra (art. 11 della Costituzione) la alimenta e la finanzia. È necessario chiedere a gran voce e pretendere l’uscita dell’Italia dalla NATO per rimanere nella neutralità e processare chi per anni ha attentato alla nostra Carta costituzionale. Servono le forze di tutti, perché il re è nudo, ma è anche impazzito. Ed ha il timone in mano e per questo va fermato.

Fine

Artwork by Paolo Bassani

fonte: antimafiaduemila.com





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