Come sta andando il G20 di Napoli su ambiente, clima ed energia

I leader delle grandi economie del mondo hanno trovato l’intesa su un communiqué ricco di buoni propositi, ma a scarseggiare sono i buoni esempi (a partire dall’Italia)

di
Luca Aterini

In attesa che a Napoli si chiuda la seconda e conclusiva giornata del G20 dedicato ad ambiente, clima ed energia, i leader dei 20 Paesi responsabili per il 75% circa delle emissioni globali di CO2 hanno trovato l’intesa – con la regia del ministro Roberto Cingolani – su un communiqué in 25 punti che spaziano attorno a tre macroaree: biodiversità, protezione del capitale naturale e ripristino degli ecosistemi; uso efficiente delle risorse ed economia circolare; finanza sostenibile.

Il piatto forte del G20 napoletano – un accordo di principio per contrastare la crisi climatica in corso – dovrebbe essere servito al termine dell’odierna giornata di lavori. Nel frattempo hanno trovato spazio temi trasversali (e meno impegnativi dal punto di vista politico) come l’impiego delle soluzioni basate sulla natura (Nbs) per sostenere la biodiversità o l’accesso a servizi ecosistemici come l’uso efficiente delle acque.

Il communiqué promuove infatti il «pieno utilizzo delle soluzioni basate sulla natura o degli approcci basati sull’ecosistema», che hanno già ampiamente dimostrato di garantire performance anche migliori delle soluzioni artificiali per affrontare problemi come la perdita di biodiversità e il mitigare o l’adattarsi ai cambiamenti climatici, fornendo al contempo molteplici vantaggi nei settori economico, sociale e ambientale.

Sotto questo profilo i leader del G20 hanno anche «riconosciuto per la prima volta i risultati del recente rapporto Ipbes e Ipcc sul nesso tra biodiversità e cambiamento climatico lanciato il 10 giugno scorso. Sulla scorta di questa prima collaborazione tra le due massime autorità scientifiche internazionali, il G20 ha anche approvato la proposta di istituire  un workshop su nature-based solutions ed ecosystem-based approaches per condividere esperienze, casi studio, storie di successo», si legge nel communiqué.

Ampio sostegno alle Nbs anche per promuovere «accesso all’acqua potabile e alle strutture igienico-sanitarie; gestione integrata delle risorse idriche a scala di bacino e soprattutto transfrontaliera; tutela, conservazione, uso sostenibile ed efficiente delle acque».

Insieme all’acqua, ampio spazio nel communiqué è stato garantito al ripristino dei suoli degradati, con un «invito» ai vari Paesi a impegnarsi fino «a raggiungere tendenzialmente il recupero di almeno i 50% delle aree già degradate». Viene sottolineata anche «l’importanza della buona salute del suolo ai fini dell’ottenimento dei servizi epistemici collegati alle condizioni di vita e al contenimento dei rischi e richiesta l’inserimento di tali azioni nei piani per il post-Covid».

Nell’ambito della tutela della biodiversità, nel communiqué spicca anche l’impegno dei G20 «ad intensificare le azioni, a tutti i livelli, volte alla conservazione, protezione, ripristino ed uso sostenibile dell’oceano, mari e risorse marine attraverso l’identificazione di Area based management tools (Abmts), incluse le Aree marine protette, che siano rappresentative ecologicamente ed equamente ed efficacemente gestite».

Piuttosto sintetici invece i punti dedicati ad economia circolare e finanza sostenibile. Nel primo caso l’obiettivo principale emerso dal G20 è «rafforzare la cooperazione multilaterale nell’innovazione circolare: si punta a ridurre l’impronta ambientale e a raddoppiare la circolarità dei materiali con un obiettivo volontario da raggiungere entro il 2030». Nell’ambito della finanza verde invece i leader politici si sono accordati per «rafforzare gli investimenti nelle attività del capitale naturale, promuovere sinergie tra i flussi finanziari destinati al clima, alla biodiversità e agli ecosistemi e allineare gli investimenti verso lo sviluppo e la crescita sostenibili».

Complessivamente, il communiqué – non fissando vincoli stringenti, né affrontando in modo deciso i punti politicamente più spinosi – si limita dunque a un esercizio di retorica, per quanto condivisibile. Come sempre, tutto dipenderà dalla concreta attuazione dei principi espressi.

Duole notare che, nel frattempo, sebbene l’Italia sia il Paese ospitante del G20, le performance nei punti citati dal communiqué non siano delle più brillanti. Si celebra l’utilità delle soluzioni basate sulla natura, ma il capitale naturale italiano si sta di fatto degradando progressivamente, anche “grazie” ai 12,5 mld di euro in sussidi dannosi per la biodiversità censiti proprio dal ministero della Transizione ecologica; si promuove l’accesso all’acqua potabile mentre di fatto la siccità avanza rapida lungo lo Stivale, eppure il 42% dell’acqua immessa in rete si perde prima di arrivare al rubinetto; si punta al recupero dei suoli degradati, mentre il consumo di suolo di fatto non è stato fermato neanche dalla pandemia. Per invertire la rotta, oltre a stilare il communiqué dei buoni propositi, potrebbe essere utile dare anche il buon esempio.

fonte: greenreport.it