Ranucci risponde al Tar: ”Piuttosto la galera, i documenti non li do”

Il conduttore di Report infuriato contro la sentenza che ordina alla trasmissione di svelare le sue fonti

“Qualora venissi condannato in tutte le sezioni e i gradi, io i documenti non glieli do: vado in galera piuttosto”. E’ infuriato e combattivo Sigfrido Ranucci. Ieri a Radio Radio TV il conduttore di Report, la trasmissione incubo della classe dirigente italiana, si è sfogato rispondendo pubblicamente alla recente sentenza del Tar che ha ordinato a Report di svelare le sue fonti equiparando, di fatto, i giornalisti a dipendenti pubblici. La questione ha avuto origine nell’ottobre 2020, quando il programma di Rai 3 aveva mandato in onda un servizio intitolato “Vassalli, valvassori e valvassini”, nel quale l’avvocato Andrea Mascetti era finito al centro della bufera per alcune consulenze ricevute da enti locali amministrati da esponenti della Lega. In risposta alle indagini giornalistiche condotte dalla redazione di Report, l’avvocato aveva chiesto di accedere a tutto il materiale informativo, in particolare – come si legge dalla sentenza del Tar – a “tutte le richieste rivolte dai giornalisti e dalla redazione di Report, tramite e-mail o con qualsiasi mezzo scritto o orale, a persone fisiche ed enti pubblici (Comuni, Province, ecc.) o privati (fondazioni, società, ecc.)”. Il tribunale amministrativo regionale del Lazio ha accolto il ricorso presentato dall’avvocato e ha ordinato alla trasmissione #Report di avere accesso alle fonti. Una vittoria in tribunale per Mascetti che potrebbe corrispondere però a una grave sconfitta per i principi della libera informazione sanciti dalla Costituzione e dei diritti che tutelano la libertà di informazione.
“I documenti che noi dovremmo dare non sono documenti riservati, non sono documenti dentro i quali ci sta chissà cosa”, ha affermato Ranucci. “Ci sono dei rapporti epistolari tra noi e dipendenti di altri dipendenti pubblici, in merito a una questione di domande che noi abbiamo fatto sulle entità di consulenze pubbliche, pagate con il denaro pubblico, a un avvocato vicino alla Lega”, ha spiegato. “Allora questo signore che cosa ha fatto? – ha continuato in diretta Ranucci illustrando la questione – Ha chiesto al Tar di farci mostrare con chi noi abbiamo parlato degli enti”. “Tu capisci – ha detto rivolgendosi al conduttore di Radio Radio Stefano Molinariche questi sono dipendenti che potrebbero subire delle ritorsioni. Allora io questa roba la tutelo fino alla fine. E mi dispiace che ci sono anche politici che dai luoghi di vacanza mandano in giro delle notizie in base alle quali Report è al di sopra della legge. Non è vero, io applico la legge, che è la legge costituzionale della difesa delle fonti e del diritto-dovere del cittadino di essere informato. Questa battaglia noi la vinciamo! Perché è una battaglia per la libertà. Report è sotto attacco da mesi sotto questo punto di vista. Vedi l’importanza di fare inchieste nel servizio pubblico, cosa che questa sentenza vergognosa del Tar mette in discussione. Faremo ricorso al Consiglio di Stato, anche in Cassazione, Corte Costituzionale e Corte dei diritti europei”, ha concluso.
La battaglia legale a colpi di ricorsi, infatti, sembra solo all’inizio. La #Rai ha annunciato che farà ricorso al Consiglio di Stato.

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fonte: antimafiaduemila.com