Inchiesta di Gratteri: indagato Cesa. Governo in bilico

Ieri l’operazione “Basso Profilo”

“Questa indagine è la sintesi di ciò che diciamo da anni: la ‘Ndrangheta spara di meno però corrompe sempre di più, ha rapporti con il mondo dell’imprenditoria e politica. Dimostra appieno il rapporto diretto tra ‘Ndrangheta, politica ed economia, con la consapevolezza che l’interlocutore è espressione della criminalità”. E’ il Procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri a sintetizzare l’inchiesta che ieri ha portato all’esecuzione di 50 ordinanze di misura cautelare, alla notifica di 82 avvisi di garanzia e al sequestro di un ingente patrimonio, con l’operazione coordinata dalla Dda di Catanzaro, denominata “Basso profilo”.
Delle 422 pagine dell’ordinanza del Gip Alfredo Ferraro, 150 sono occupate dai capi d’imputazione per tantissimi reati, tra cui – a vario titolo – associazione a delinquere, voto di scambio, intestazione fittizia di beni, appalti, turbative, rivelazioni del segreto istruttorio.

Sotto accusa Cesa
A fare rumore è in particolare la presenza, tra gli indagati, accanto agli uomini dei clan più potenti del Crotonese e di professionisti incaricati di ripulire il denaro sporco attraverso società cartiere, anche quello di esponenti politici di rilievo come l’assessore regionale al Bilancio Francesco Talarico, segretario regionale dell’Udc, finito agli arresti domiciliari, e il segretario nazionale del partito, Lorenzo Cesa, indagato a piede libero per associazione a delinquere aggravata dal metodo mafioso.
Una vera e propria “bomba” se si considera che Cesa, nella recentissima crisi di Governo, era stato coinvolto in maniera diretta per salvare il “Conte bis”.
Da parte sua il politico Udc già ieri mattina, dopo aver ricevuto la notifica dell’avviso di garanzia, si è dimesso, dichiarandosi estraneo alle accuse mosse e confermando la piena fiducia nell’operato della magistratura.




Secondo l’accusa lui sarebbe il terminale del cartello affaristico venuto alla luce nel corso delle indagini.
“La sintesi – aveva spiegato ieri Gratteri – è che l’imprenditore Gallo, uomo molto eclettico ed un filo spregiudicato, ha contatti con uomini delle forze dell’ordine, della politica, con la ‘Ndrangheta di tutto il crotonese e attraverso questi contatti riesce ad allargare sempre più e in modo smisurato queste sue attività imprenditoriali. Nelle perquisizioni abbiamo trovato milioni in contanti, orologi di lusso, auto, e parliamo di un imprenditore medio piccolo. Questa voglia di ingrandirsi lo porta fino a Reggio Calabria a rivolgersi ai De Stefano-Tegano per organizzare la campagna elettorale di Franco Talarico, lo porta a salire a Roma per cercare di ottenere appalti di livello nazionale e organizza, attraverso Talarico, un incontro con Cesa. Talarico sapeva perfettamente che Gallo andava a rivolgersi alle cosche di Reggio. Cesa e Talarico erano nello stesso partito e quindi, per ricambiare l’interesse per le elezioni politiche, ha organizzato il pranzo”.
Per la Procura di Catanzaro, dunque, a Cesa i calabresi si sarebbero rivolti nella speranza di ottenere appalti pubblici e possibilità d’espansione in Albania e nell’Est Europa sfruttando il suo ruolo di eurodeputato.
Impressionante la capacità economica del gruppo criminale: “Il volume d’affari che abbiamo documentato – ha detto il direttore della Dia Maurizio Vallone – è assolutamente imponente. Stiamo parlando dell’esame di 1.800 conti correnti, di 388 mila operazioni bancarie: il volume di affari girato in questi due anni di indagine è stato pari a 250 milioni di euro, che hanno riscontrato dichiarazioni di collaboratori di giustizia, e che – ha rilevato il direttore della Dia – hanno consentito ancora oggi di sequestrare a carico degli indagati un’ingentissima somma di contanti che stiamo ancora contando tanta è la quantità. Siamo quasi a un milione di euro in contanti”.


dia catanzaro c imagoeconomica


Terremoto politico
Come dicevamo l’inchiesta porta con sé un vero e proprio terremoto tanto in Calabria, dove si tornerà presto a votare per eleggere il successore della presidente Jole Santelli, morta prematuramente, quanto a livello nazionale.
Il nodo è nella trattativa che avrebbe dovuto portare l’idc a separarsi da Forza Italia, per dar vita a quel contenitore politico di centro in cui tenere insieme socialisti, liberali e democristiani in appoggio del Governo. L’iscrizione di Lorenzo Cesa nel registro degli indagati, però rischia di bloccare di colpo la trattativa. Cosa accadrà? I Cinquestelle tradiranno ulteriormente i propri principi in nome della tenuta del Governo o punteranno i piedi dopo aver accolto di malavoglia l’idea di far entrare ex Dc e Psi in maggioranza?
Staremo a vedere. Quel che è certo è che di colpo, dopo la fiducia e la mancata spallata di Renzi, l’esecutivo è tornato in bilico.

Foto originali © Imagoeconomica

fonte: antimafiaduemila.com