Gratteri: ”Chi è in politica deve fare la vita dei monaci buddisti”

Il Procuratore di Catanzaro intervenuto a “diMartedì”: “‘Ndrangheta e massoneria deviata, lì sono i miei nemici”
di Aaron Pettinari

“Io penso che chi entra in politica e fa politica, soprattutto i leader, deve fare la vita dei monaci buddisti. Fino a quando fanno politica non possono vivere come gli altri, quando mangiano devono stare attenti a non fare molliche. E quindi non diamo alibi a nessuno. I politici devono stare attenti in modo rigoroso. Chi fa politica non deve amministrare. In questo modo se il politico fa solo politica, anche il magistrato più politicizzato del mondo non troverà nessun tipo di reato”. E’ un concetto semplice quello espresso nei giorni scorsi dal procuratore capo della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, ospite del programma “diMartedì”, condotto da Giovanni Floris, in onda in prima serata su La7.
Il magistrato, rispondendo alle domande di Floris, e a quelle più provocatorie di Pietro Senaldi (direttore di Libero) e Alessandro Sallusti (direttore de Il Giornale), ha evidenziato uno dei nodi che sistematicamente si presenta ogni volta che si apre un’indagine nei confronti di un rappresentante delle istituzioni.
Senza entrare nei casi specifici Gratteri ha anche spiegato quello che è il proprio metodo sullo sviluppo di certe indagini. “Nei mesi prima delle elezioni non faccio mai avvisi di garanzia o arresti di pubblici amministratori o gente che possa essere candidata – ha aggiunto – Dopo le elezioni sì. Lo faccio perché non voglio essere responsabile o corresponsabile di un successo o insuccesso di un candidato”.

Le chat con Palamara
A Sallusti, che ha ricordato l’esistenza di alcune chat tra il Procuratore e Luca Palamara, ex presidente dell’Anm (sospeso dalle funzioni e dallo stipendio) indagato per corruzione, ha risposto: “Io ho conosciuto Palamara perché ha fatto l’uditorato a Reggio Calabria. Ci sono dei Whatsapp. L’ho incontrato una mattina, se legge. E sono stato al Csm per chiedere a lui, come ho fatto con altri che lo possono testimoniare, uomini e mezzi. Perché procura di Catanzaro era un encefalogramma piatto, non avevamo nulla. Poi è stata aumentata la pianta organica. Io chiedo a tutti. Anche oggi sono andato al ministero a chiedere uomini e mezzi. Io non chiedo mai cose per casa mia o per me. Chiedere per l’ufficio non è una vergogna. Anche questa mattina sono andato al Comando generale dei carabinieri per chiedere più carabinieri”.
Rispetto a quanto emerso con il caso Palamara Gratteri ha ricordato quel che disse a Matteo Renzi la sera prima che questi si recasse da Napolitano: “Parlavamo di riforma della giustizia e dissi che la mamma di tutte le riforme è quella del Csm. E’ notorio il fatto che le correnti influenzano, spesso in modo negativo, le scelte dei capi degli uffici. Io sono per il sorteggio. Che si divida l’Italia in macro aree e ci sia la quota di rappresentanza di giudici e pubblici ministeri. Scartati quelli che hanno avuto procedimenti penali, procedimenti disciplinari e ritardi nel deposito delle sentenze o nella definizione di fascicoli, se pm, tra quelli rimasti si può procedere al sorteggio dei componenti del Csm. Perché chi è in grado di scrivere una sentenza sarà sicuramente in grado di scrivere una motivazione o scegliere chi sarà il Presidente del tribunale di Torino o il miglior Procuratore di Milano”.
E rispetto alla riforma della giustizia ha aggiunto che questa non avviene “per la debolezza della politica. Perché se la politica fosse forte e ci fossero persone autorevoli, io penso che i magistrati starebbero al loro posto”.

Il maxi processo alla ‘Ndrangheta
In apertura è stato ricordato l’impegno della Procura di Catanzaro con il maxi processo Rinascita-Scott che vede richieste di rinvio a giudizio per 456 imputati. “Abbiamo fatto un’indagine unica nell’intero territorio dove c’è una struttura monolitica con a capo la famiglia Mancuso – ha spiegato Gratteri – E’ sempre più stringente il rapporto con la politica. Man mano che passano gli anni ed i decenni abbiamo una penetrazione della ‘Ndrangheta con la pubblica amministrazione ed una commistione sempre più con la politica. E spesso la politica è sottomessa alla ‘Ndrangheta”.
Tra i motivi per cui queste relazioni stanno diventando sempre più forti il magistrato ha evidenziato il decadimento dell’etica: “Le mafie statisticamente sparano meno perché la pubblica amministrazione e la società hanno sempre meno etica, e sono facilmente corruttibili. Le mafie con tanti soldi, soprattutto con il traffico di cocaina, riescono a penetrare meglio e corrompere meglio”.
A chi ha ricordato le scarcerazioni decise dal giudice per alcuni degli accusati del processo, Gratteri ha replicato in maniera netta: “Io sono il pubblico ministero, colui il quale richiede la misura cautelare. Poi il GIP, un giudice, emette la custodia cautelare. Poi ci sono il Tribunale del Riesame e la Cassazione che decidono sulla libertà delle persone. Ognuno legge le carte e le vede come ritiene in base a coscienza e in base ad una propria sensibilità e conoscenza tecnica e giuridica. Poi magari si scopre che qualcuno è stato scarcerato perché il magistrato che ha giudicato, e lavorato sulle carte per decidere sulla sua libertà, magari è stato avvicinato. La storia spiegherà anche questo”. E poi ancora, replicando a Sallusti in merito ai capi d’accusa riformati, ha aggiunto: “Passare dal carcere agli arresti domiciliari e dai domiciliari alla libertà è diverso dal non aver commesso reato. Le esigenze cautelari sono una cosa diversa rispetto alla penale responsabilità degli imputati. Quindi aspettiamo. Serve la pazienza di aspettare la primavera estate 2021. Possono esserci anche altre sorprese”.
Nel corso della puntata Gratteri ha anche ricordato l’impegno personale, per cui non si è preso neanche un giorno di ferie, per “curare assieme al Presidente della Corte d’Appello, al Presidente del Tribunale e parte del Ministero, la costruzione della più grande aula bunker del mondo, oltre la costruzione della nuova Procura che dovrebbe essere pronta nel 2021. Tutto ciò per evitare di pagare un milione e settecento mila euro di fitti ogni anno, solo a Catanzaro”.

I nemici nella ‘Ndrangheta, nella massoneria deviata e nella magistratura
Rispondendo ad una domanda di Senaldi sulle critiche che gli vengono mosse anche dai colleghi il Procuratore Gratteri ha risposto sorridendo: “Io penso di poter fare qualcosa per rendere più vivibile un territorio veramente martoriato. La più povera regione d’Europa. Io ho tanti nemici soprattutto, ovviamente, nella ‘Ndrangheta e nella massoneria deviata. Sui colleghi? Sa, l’invidia… se lei è un bravo direttore ed ha successo senza avere un particolare pedigree, avrà tanti nemici giornalisti che parleranno male di lei dietro le spalle e davanti sono maggiordomi e lacchè. Io sono un uomo libero e non sono iscritto a nessuna corrente. Le critiche per me non sono un problema, sono allenato da tanti anni”.

Il veto di Napolitano
Altro argomento toccato è stato il veto imposto dall’ex Capo dello Stato a Matteo Renzi, che avrebbe voluto Gratteri come ministro della Giustizia. “Io non lo ho mai incontrato in vita mia e non ho mai parlato con lui. L’ho visto solo in televisione – ha ricordato il magistrato – Non sono tra quei privilegiati che vanno dal Presidente si fanno la foto e poi la mettono in quadro d’argento dietro alla scrivania. Non ho mai avuto questo tipo di incontri. Io sono un uomo molto duro, rude e asciutto, dico sempre quello che penso e se non posso dire la verità sto zitto. Quindi (su quanto avvenuto, ndr) ho la mia idea, ma non ho le prove”.

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fonte: antimafiaduemila.com