Csm ricorda Livatino. Ardita: ”Ha incarnato rigore, coraggio e indipendenza”

di AMDuemila


Questa mattina a Palazzo dei Marescialli i consiglieri del CSM hanno ricordato, durante il Plenum, il magistrato Rosario Livatino, assassinato da Cosa nostra 40 anni fa. Livatino era “un magistrato che ha incarnato con la sua esistenza l’indipendenza del giudice ed il coraggio netto delle scelte“, la cui “umanità e rigore morale sono ancora attuali. Partendo dal suo ricordo la magistratura può riappropriarsi del patrimonio di indipendenza e coraggio che le appartiene“, ha detto il togato di Autonomia e Indipendenza Sebastiano Ardita. Anche Giuseppe Marra, sempre di A&I, è intervenuto ricordando il richiamo di Livatino alla “credibilità, una qualità che ha un riverbero esterno alla propria persona e si costruisce quotidianamente e nel rapporto con gli altri, i colleghi, gli avvocati cittadini, dentro e fuori dall’ufficio” e ha citato le parole di Papa Francesco, che ha detto che Livatino “continua ad essere un esempio anzitutto per coloro che svolgono l’impegnativo e complicato lavoro di giudice“. Nella “numerosa schiera dei martiri della giustizia Rosario Livatino – ha sottolineato Marra – occupa un posto un po’ speciale sia perché è ucciso a soli 38 anni sia perché oltre a essere un martire della giustizia è considerato dalla Chiesa cattolica anche un martire della fede, tant’è che è in corso il processo di beatificazione“. Al ricordo di Livatino si è associato a nome di tutto il Consiglio il vicepresidente David Ermini. Antonio D’Amato, togato di Magistratura indipendente è poi intervenuto per ricordare che il 25 settembre si celebra la scomparsa della morte di Antonino Saetta ucciso dalla mafia insieme a uno dei suoi tre figli nel 1988 e di Cesare Terranova, ucciso 9 anni prima nel 1979. “Occorre tenere vivo il ricordo di questi tributi di sangue pagati dalla nostra magistratura – ha detto – e colgo l’occasione per manifestare la vicinanza del Csm a tutti i magistrati che giorno per giorno, tra immense difficoltà, pericoli e incomprensioni, assolvono al loro compito di amministratori di giustizia con fermezza, coraggio e dignità”.

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fonte: .antimafiaduemila.com