Per affrontare la crisi climatica c’è bisogno di leggi globali

Cambiamenti nel concetto di sovranità per far pronte a un processo su scala planetaria

La lotta al cambiamento climatico, la legislazione e la sovranità sono influenzate da cambiamenti concettuali di vasta portata. Le ragioni sono diverse e sono legate ai cambiamenti nelle nostre società e nei loro sistemi legali sempre più globalizzati.

Abbiamo una legislazione sempre più correlata e soggetta a importanti limiti internazionali e, nel nostro caso, al diritto dell’Unione europea.

In realtà, il principio classico della sovranità storica secondo Jean Bodin è stato notevolmente ammorbidito. Di fatto, oggi quasi nessuno Stato è completamente sovrano. Tra le altre ragioni, perché il paradigma dei diritti fondamentali insieme ai trattati e alle convenzioni internazionali impongono obblighi e limiti a tutti gli Stati democratici.

Questo approccio ci mette di fronte a importanti potenzialità nelle dinamiche ambientali del pianeta e nella sua protezione. Gli ecosistemi, le risorse naturali, la pesca, il clima, le loro relazioni e impatti vanno oltre ogni limite territoriale o politico. Qualcosa di simile sta accadendo oggi con la terribile pandemia di Covid-19 . Lo stesso accade con i disastri naturali e la loro prevenzione e con la siccità.

fenomeni con implicazioni globali non conoscono confini né sono ricettivi alle risposte legali locali. Si tratta di una questione globale raramente discussa nei vertici sul clima delle Nazioni Unite che si sono succeduti.

Un processo su scala planetaria

Il fenomeno del cambiamento climatico ha già implicazioni sull’ambiente globale, , per esempio sulla qualità delle acque dolci e oceaniche e sulla configurazione delle nostre coste. Questo significa che il principio della sovranità classica che accompagna l’applicazione della Legge non è pienamente efficace in materia ambientale né facilita le risposte ai problemi climatici globali.

Il ruolo del diritto internazionale e dei nuovi concetti di sovranità tornano ad essere rilevanti, poiché l’uso politico degli ordinamenti giuridici si è espresso fino a limiti insostenibili.

Il sistema internazionale impone una serie di limiti al concetto classico di sovranità. I più importanti sono i diritti umani di tutte le persone, oggi direttamente coinvolte nella difesa dell’ambiente. E’ fondamentale compiere passi decisivi verso il conseguimento di un diritto soggettivo a un ambiente sano o equilibrato.

Tutti noi esseri umani dobbiamo esserne i reali destinatari, al di là di qualsiasi altra o considerazione o limite giuridico

Cambiamenti nel concetto di sovranità

L’attuale concetto di sovranità comincia ad allontanarsi dal potere onnicomprensivo degli Stati per avvicinarsi a modelli di sovranità limitata o condivisa.

Tuttavia, gli Stati rimangono ancorati a nozioni del passato i cui sistemi evitano di sottomettersi a parametri internazionali o preferiscono non condividere la sovranità.

L’esempio più evidente è quello degli Stati Uniti, che, in generale, praticano una politica contraria alla limitazione della propria sovranità o all’idea di condivisione del potere politico, soprattutto a livello di protezione ambientale internazionale.

Inoltre, la globalizzazione dell’Occidente e l’economia di libero mercato hanno imposto limiti alle società non più protette ai loro governi (sempre meno sovrani) e alle loro politiche. Queste limitazioni sono di interesse in termini di protezione ambientale.

Anche l’esercizio del potere e le sue politiche pubbliche, degli investimenti, delle infrastrutture e dei trasporti devono essere soggetti a controlli.

Si tratta di importanti limitazioni  quantitative e qualitative per fare in modo che dette politiche considerino l’impossibilità di essere attuate oltre la capacità di sopportazione della biosfera. L’obiettivo è applicare i principi generali dello sviluppo sostenibile.

Decisioni di investimento intelligenti

È inoltre necessario che le politiche di investimento e, in particolare, quelle per lo sviluppo di nuove infrastrutture, siano attuate attraverso indici di redditività sociale dei loro impatti. In altre parole, è essenziale che le pubbliche amministrazioni si impegnino a elaborare e confrontare i propri investimenti utilizzando indici oggettivi.

Quanto detto implica di conoscere, misurare, quantificare e confrontare le opzioni in modo che sia possibile scegliere l’investimento o l’infrastruttura con la maggiore redditività sociale in termini di creazione di posti di lavoro, impatto ambientale, numero di utenti, impatto sui trasporti o, ad esempio, produzione di servizio pubblico.

Abbiamo di fronte a noi una serie di elementi oggettivi e soggettivi che dovrebbero contribuire a fare in modo che le amministrazioni pubbliche designino e realizzino loro politiche con un impegno per la sostenibilità in tre ambiti: misurare la redditività sociale, ambientale ed economica di ogni decisione pubblica.

Qualcosa di così elementare come quanto scritto sopra è il presupposto nel campo della teoria e della pianificazione. Tuttavia, la pratica mostra che alcune decisioni vengono prese senza certezza sui loro indici di redditività sociale, economica e ambientale.

È necessario essere coscienti che la protezione ambientale del pianeta basata sulla piena sovranità che impone i suoi dettami su una data società sta subendo cambiamenti concettuali e pratici. Questo riguarda, tra le altre cose. l’economia, il diritto, le questioni ambientali, i cambiamenti climatici, l’energia e le politiche della pesca.

Oggi, le vecchie ricette per l’esercizio del potere politico non sono necessariamente valide oggi. Questo comporta il dover scommettere su forme di potere condiviso, diffuso o in rete che dovrebbero generare una maggiore partecipazione attiva della società.

Poiché la natura non è soggetta ai nostri limiti territoriali e politici, dobbiamo progettare e sviluppare un diritto più globale e coercitivo per la protezione ambientale del pianeta Terra.

di Xabier Ezeizabarrena

professore di diritto amministrativo

all’Universidad del País Vasco/ Euskal Herriko Unibertsitatea

Questo articolo è stato originariamente pubblicato il 13 agosto 2020 su The Conversation  con il titolo “Abordar la crisis climática exige un Derecho global” e poi ripubblicato da IPS e da altri giornali 

fonte: greenreport.it