Our Voice: ”La storia si ripete? NO!”

di Beatrice Boccali e Jamil El Sadi
 – Foto e Video


E’ questo il senso che noi ragazzi di Our Voice abbiamo dato al nostro #Sicilia2018Tour. Terminato il 22 luglio appena passato, ed iniziato, verrebbe da dire dalle tante attività svolte, quel lontano 15 luglio con un viaggio immenso. Partenza Marche, meta: Palermo.
Il 17 luglio, a seguito della nostra partecipazione alle attività svolte dentro “La Casa di Paolo”, ci siamo recati alla Facoltà di Giurisprudenza dove la sera ha avuto luogo la conferenza di ANTIMAFIADuemila. “Paolo Borsellino: pezzi mancanti di una strage annunciata” così si intitolava il convegno. A popolare il tavolo dei relatori c’erano l’oggi avvocato Antonio Ingroia; il fondatore del movimento Agende Rosse Salvatore Borsellino ed il direttore di ANTIMAFIADuemila Giorgio Bongiovanni. A moderare, invece, è stata la caporedattrice della medesima testata giornalistica, Anna Petrozzi, con intervalli di recitazione dell’attrice Annalisa Insardà. La conclusione del convegno ci ha posti di fronte ad una domanda chiave per comprendere le condizioni in cui versa il nostro Stato: come potersi credere un Paese democratico se ancora non si ha verità e giustizia sulle stragi? 
La risposta? Semplice, quanto grave: Non possiamo.
“Non abbiamo mai avuto un processo per scoprire chi ha preso e dove è finita l’agenda rossa di Paolo Borsellino. In udienza preliminare sono stati sempre tutti assolti. Questo vuol dire che non si vuole verità. – ha detto Salvatore Borsellino, fratello del giudice ucciso nella strage di via d’Amelio – A parlare non dobbiamo essere solo noi familiari. Solo se saremo tutti a gridare riusciremo ad avere verità”. Queste affermazioni racchiudono tutto il senso del convegno.
La mattina seguente siamo partiti per incontrare un gruppo di ragazzi facenti parte del campus “E!State” di Libera. Il luogo dell’incontro era particolare: un terreno confiscato alla mafia in provincia di Partinico. Due mondi di Antimafia, il nostro e quello dei giovani del campus. Uniti in una terra dove la battaglia è stata vinta con le idee dei martiri della giustizia, che hanno guardato in faccia il cancro mafioso e lo hanno battuto. 
A seguito dell’incontro, nella piazza di Balestrate, ci siamo esibiti con il nostro spettacolo “L’arte uccide la mafia”. Tra gli spettatori che popolavano la piazza, c’erano anche i ragazzi del campus “E!State”¨: nasce la collaborazione Libera-Our Voice.
Ed ecco che ci ritroviamo senza accorgercene in via d’Amelio. E’ il 19 luglio e come ogni anno andiamo nel luogo della strage non tanto per commemorare, bensì per fare memoria attiva, continuando la lotta che Paolo Borsellino, gli agenti della sua scorta e tanti altri come loro ci hanno insegnato.
A differenza degli altri anni, però, questa volta spetta a noi aprire l’evento pomeridiano. Una giornata unica e rara. Our Voice ha dato inizio alla commemorazione della strage di Via d’Amelio, presentando sul palco un estratto dello spettacolo che, due giorni dopo, avrebbe presentato in Piazza Verdi, pieno centro di Palermo. Nel breve tempo a disposizione abbiamo interpretato le figure di Francesca Morvillo ed Emanuela Loi, come simbolo in ricordo di tutte le vittime di entrambe le stragi. Per concludere, una coreografia contemporanea sulle note della canzone “Holes in the sky”, eseguita dai nostri Mattia e Chiara Lautieri, in onore all’amore per il quale questi martiri si sono sacrificati. Abbiamo poi letto le sentenze dei due processi storici che l’Italia ha avuto di recente: il processo Trattativa Stato-Mafia e il Borsellino Quater, dando l’opinione di Our Voice a riguardo.
Se da un lato aver avuto questa occasione è stato emozionante, dall’altro ci ha lasciato amareggiati.

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Via D’Amelio è sempre meno affollata. Ogni anno le persone che partecipano alla commemorazione diminuiscono. Se questo è il cammino che gli italiani hanno scelto di intraprendere, arriverà un giorno che a partecipare saranno solo i familiari di Borsellino e qualche giornale, o associazione, che continua a lottare per far emergere la verità e la giustizia su tutte le stragi e gli omicidi di stampo mafioso.
Ad ogni modo, successivamente al nostro intervento, sono saliti sul palco persone del calibro di Cafiero de Raho, procuratore nazionale antimafia, il quale ha espresso la sua volontà nel togliere il “segreto di Stato” sulle stragi di mafia. E’ la volta del procuratore generale di Palermo, Roberto Scarpinato, il cui discorso ha sottolineato l’importanza della costituzione di un pool nazionale antimafia, presso la procura nazionale antimafia, “di sostituti procuratori i quali si mettono intorno ad un tavolo e mettono insieme tutte le teste del mosaico”. 
Dopo dieci anni sono saliti sul palco anche alcuni rappresentanti delle istituzioni. 
Giulia Sarti, presidente della commissione giustizia della camera, e Alfonso Bonafede, Ministro della Giustizia, sono coloro che hanno avuto questo onore. Naturalmente grazie al “padrone di casa”: Salvatore Borsellino, che ha fatto riflettere tutti con il suo discorso.
“Io voglio che almeno i miei figli, e i figli dei miei figli, abbiano la verità. Voglio che l’Italia abbia giustizia e verità. Voglio che il Governo, la politica e la magistratura si impegnino a fondo per arrivare alla verità. – ha detto il fratello di Paolo Borsellino È necessario che le istituzioni non si limitino ad osservare e guardare. Noi vogliamo che le istituzioni portino dei fatti”.
Siamo stufi della solita retorica politichese. Le azioni non si sono ancora viste. Pretendiamo fatti concreti. Il vero contrasto alle mafie si fa mettendo persone con esperienza nella lotta alla mafia, all’interno dei ruoli chiave del Governo.
Con questi presupposti abbiamo portato il nostro spettacolo inedito, “La storia si ripete?”, in piazza Verdi. Un luogo molto suggestivo. Accanto ad un’icona culturale: il Teatro Massimo.
Our Voice World (Italia, Argentina e Uruguay) uniti da un unico palcoscenico. 
L’obbiettivo? Far comprendere agli spettatori che la mafia non è soltanto quella della lupara o delle stragi siciliane. Il crimine organizzato accomuna tutte le ingiustizie che affliggono la nostra società.
La piazza si ripopola di giovani, che attraverso l’arte e la denuncia riportano in vita la lotta sociale di tanti martiri, prendendo esempio da quella portata avanti da Peppino Impastato, nostra prima e grande fonte d’ispirazione.
Ed è per lui se due giorni dopo, abbiamo visitato Cinisi. Tappa obbligatoria che conclude il nostro viaggio. La casa, la ferrovia, vita e morte. I cento passi, da quella maledetta casa Badalamenti. Il ricordo mantenuto vivo, grazie all’amore di una madre: Felicia Impastato. Ci siamo sentiti di lasciare una parte di noi in quel luogo sacro. Un piccolo gesto, come molti altri hanno fatto. Appendendo all’arancio siciliano, che si trova di fronte alla “Casa Memoria Impastato”, una delle nostre magliette, abbiamo voluto dire chiaramente: “Peppino è un esempio di come il coraggio sia la cosa che più conta in questa vita”.
Ed è quindi la volta di ritornare a casa. Ma prima, nel tragitto del rientro, ci spetta un’ultima tappa obbligatoria: l’autostrada di Capaci.
Ci siamo fermati nel luogo della strage che 26 anni fa tolse la vita a Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e i suoi agenti di scorta. Trovarsi lì fa nascere pensieri, riflessioni.
E se Falcone non fosse mai morto?
E se quel telecomando non fosse mai stato premuto?
E se quell’autostrada non fosse mai stata sventrata?
La storia, sarebbe stata diversa?
Probabilmente Falcone e Borsellino avrebbero continuato a lottare per altri 26 anni.
Chissà dove ci avrebbe portati la storia. 
Non credo saremmo ancora qui, a versare lacrime su terribili fatti accaduti, sulla perdita di alcuni servitori dello Stato: morti in guerra ma non uccisi dal nemico, “bensì dall’amico che gli stava alle spalle”.
Il senso del viaggio: non permettere che la storia si ripeta più. Questa volta la storia siamo noi.
(30 Luglio 2018)

Guarda lo spettacolo andato in scena a Palermo in piazza Verdi: Clicca qui!

Info: ourvoice.it