Afghanistan, nella guerra infinita è record di civili morti

Diminuiscono le vittime dei combattimenti a terra, ma aumentano i morti per attentati e attacchi aerei

Secondo l’ultimo rapporto pubblicato dall’United Nations assistance mission in Afghanistan (Unama) in Afghanistan «Ci sono state 5.122 vittime civili (1.692 morti e 3.430 feriti), cioè una diminuzione globale del 3% delle vittime in rapporto all’anno prima. Ma i decessi dei civili sono aumentati dell’1%, la cifra più elevata registrata nel corso dello stesso periodo da quando la Manua ha cominciato a documentare sistematicamente le vittime civili nel 2009».

Cifre che da sole dimostrano il fallimento della guerra di invasione dell’Afghanistan dopo gli attentati alle torri gemelle, un intervento giustificato con l’intento di difendere i civili dalle violenze dei talebani e di liberare le donne dall’oppressione settaria. L’Onu ci dice che in Afghanistan l’eterno conflitto non ha mai fatto tante vittime tra i civili incolpevoli, mentre non ci sono state mai tante donne col burka e mai i loro diritti sono stati tanto conculcati.  Chissà cosa ne pensa il nostro “Governo del cambiamento” che aveva promesso il ritiro delle nostre truppe dai Paesi in guerra e che invece aumenta le spese militari?

Però è lo stesso rapporto Manua a far rilevare che, a parte le vittime causate da due attentati a Nangarhar rivendicati dallo Stato Islamico /Daesh dell’Afghanistan, durante il cessate il fuoco concordato con i talebani (che occupano e governano la maggioranza del territorio afghano) non sono state riscontrate vittime civili.

Tadamichi Yamamoto, il capo della Missione Onu, sottolinea che «Il breve cessate il fuoco ha dimostrato che i combattimenti possono essere fermati. Esortiamo le parti a cogliere ogni opportunità per trovare una soluzione pacifica».

Il rapporto evidenzia che la maggiore causa di morte tra i civili sono gli ordigni esplosivi artigianali utilizzati durante gli attacchi da parte di elementi antigovernativi, la seconda  principale causa delle vittime civili sono i combattimenti al suolo, seguiti dagli attacchi deliberati  dall’aria degli aerei della coalizione occidentale a guida Nato di cui fa parte l’Italia. I civili più colpiti dalla guerra civile afghana e dall’intervento militare occidentale sono quelli che vivono nelle province di Kabul, Nangarhar, Faryab, Helmand e Kandahar.

Secondo il rapporto Onu, le misure prese dal governo afghano per prevenire la morte dei civili proseguono, ma hanno comportato solo una diminuzione delle vittime dei combattimenti a terra, mentre aumentano i morti per gli attentati dei talebani e del Daesh e per gli attacchi aerei della coalizione occidentale.

fonte. greenreport.it