Lottare oggi per onorare Marielle

di Jean Georges Almendras
franco marielle c avanguardia

La mia routine è stata spezzata dalla notizia della morte di Marielle Franco, 38 anni, nata in una favela di miseria e violenza, madre single a 18 anni e fino a mercoledì notte nota attivista dei diritti umani, consigliera comunale e dirigente di un piccolo partito di sinistra a Rio di Janeiro: il Partito Socialismo y Libertad (PSOL).
Si è spezzata anche la mia anima, insieme a quelle dei brasiliani che l’hanno vista crescere in una società minata dalle disuguaglianze sociali. Di quei lavoratori immersi, giorno per giorno, nello sterco del consumismo e del capitalismo per la sopravvivenza, fianco a fianco con i ricchi e i loro lussi.
Quelle anime ora piangono la perdita di Marielle per opera di sicari che le hanno teso un agguato mentre viaggiava sulla sua auto insieme alla segretaria ed all’autista – ugualmente ucciso – Anderson Gómez. Marielle è stata strappata dalle vie dell’amata terra per la quale voleva lottare, così come aveva combattuto per uscire dalla miseria e studiare, grazie ad una borsa di studio, in una prestigiosa Università. Riuscì a diplomarsi in Scienze Sociali ed a laurearsi in Pubblica Amministrazione, ma colpi di armi automatiche l’hanno colta di sorpresa, falciandone la vita. Tutto sembra indicare che i suoi assassini siano ‘agenti’ della polizia militare o sicari al suo servizio: uomini abili nel maneggio delle armi che, dall’automobile in corsa, si sono avvicinati e per sparare contro la parte posteriore del veicolo.
Quattro proiettili hanno devastato la testa di Marielle, altri tre hanno colpito a morte l’autista, mentre gli altri sono andati a vuoto. La segretaria si è salvata per miracolo perché viaggiava sul sedile anteriore. Nove proiettili 9 mm hanno fatto riversare le nostre lacrime, insieme a quelle di coloro che la conoscevano e di altri che, pur non avendo preso parte alle sue battaglie quotidiane, avevano riposto in lei la fiducia e le speranze, in un Brasile che oggi è un vulcano dove gli uomini sono divisi e la corruzione della polizia (e della politica) insieme alla violenza regnano ovunque.
Questo è il momento delle condoglianze e del cordoglio. È l’ora delle riflessioni. Delle valutazioni. Perchè Marielle non c’è più, e non potrà più lottare per la sua rivoluzione.
Ma dietro quegli spari c’erano delle menti. Maledetti loro che continuano a danneggiare ogni cosa al loro passo, senza contemplare la vita.
Il quotidiano argentino ha parlato di “una morte che traumatizza”. Ed è così, per la perdita fisica e per il messaggio che ha voluto dare chi ha complottato per eliminarla. Per alcuni Marielle era una nemica feroce che parlava senza paura, con la verità e la trasparenza di una combattente, di una donna impegnata per l’umanità, nonostante quest’ultima non si sia impegnata verso di lei.

bara funerale marielle franco

Marielle Franco
è una martire vittima di un crimine politico. Si è fatta carico di denunciare il marcio della società brasiliana: nel consiglio comunale, nel suo lavoro, tra le comunità oppresse e vilipese delle favelas di Rio, non si è mai trattenuta né ha avuto paura di parlare della violenza della polizia, del traffico di armi e della corruzione nelle file delle forze di sicurezza, difendendo i diritti umani degli indifesi e dei calpestati. Nonostante i pericoli, non si è lasciata vincere dal timore ed ha continuato sulla sua strada, costellata di spine e di ombre.
Appressa la notizia della sua morte in molti si sono chiesti se l’attentato sia da attribuirsi al fatto che un controllore generale avrebbe avviato delle serie indagini per corruzione nelle file della polizia militare durante le costanti incursioni nelle strade. Sembrerebbe in ogni caso che uccidere Marielle significhi dire chiaramente alla società brasiliana che solo chi possiede le armi, ha venduto la propria vita al diavolo ed è al margine della Legge, ha il potere nelle proprie mani.
Ma anche il sangue di Marielle Franco, e il suo esempio in vita, lasciano un messaggio ben preciso al mondo.
La sua morte e quella del suo autista sono considerati delitti federali: ciò significa che la polizia locale non avrà parte nelle investigazioni per chiarire le dinamiche. Le indagini saranno a carico della Polizia Federale, per disposizione della Procura Generale. Questo perchè il duplice crimine ha fatto tremare la terra brasiliana, ed i suoi abitanti.
Il giorno prima di essere uccisa, Marielle, riferendosi ad un caso di decesso dopo l’intervento di agenti della Polizia Militare, si era chiesta: “Quanti ancora devono morire affinché finisca questa guerra?
Ore dopo è stata lei a cadere sotto i colpi dei suoi assassini.
Ora tutti in Brasile sono in eterno debito con lei. Per questo devono mettere fine a quella guerra e lottare senza paura, così da renderle onore.

Foto di copertina: lavanguardia.com

Foto al centro: wrvopublicmedia.com

Fonte:Antimafiaduemila