Giudice Viana: ”Nuovo codice di procedura penale favorirà la mafia”

Profonda analisi del Pubblico ministero uruguaiano sul Codice di Procedura Penale in vigore nel 2017
di Jean Georges Almendras

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L’avvocato Enrique Viana, da pochi mesi trasferito ad un Tribunale di Minori, con la chiarezza che lo contraddistingue ha presentato ad Antimafia Dos Mil Uruguay un analisi della riforma giuridica che il governo uruguaiano vuole portare avanti. A partire dall’entrata in vigore – nel mese di febbraio del prossimo 2017 – del nuovo Codice di Procedura Penale.  Approfondendo anche il contesto in cui tutto ciò avviene.

Dott. Viana cosa comporterebbe la riforma giuridica tanto voluta dal governo Urugaiano e le nuove norme di procedura penale?
“Con il nuovo Codice di Procedura Penale le indagini penali resteranno in mano al Procuratore Generale e ai suoi pubblici ministeri. Ci incamminiamo verso un sistema di pubblici ministeri dipendenti, gerarchizzati ed unificati agli ordini di un Procuratore Generale che a sua volta è fortemente vincolato al Governo di turno che coordina le proprie azioni con il Ministero dell’Interno. Stiamo andando verso un sistema, come qualcuno ha detto, “di Giudici golfisti”. In sostanza vengono imposti principi di non obbligatorietà dell’azione penale e di opportunità. Quindi il Procuratore Generale decide cosa portare o non portare in Tribunale dopo l’indagine penale. Decide chi va in carcere e chi no. Si aprono le porte all’impunità legalizzata. A ciò si aggiunge la giustizia premiale.
Si passa ad un sistema di patti e trattative tra indagati ed investigatori, tra indagati e agenti della finanza. Vengono distrutti il Diritto Penale ed il Diritto Processuale Penale come Diritti pubblici, obbligatori e garantiti. Lo Stato si trasforma in un agente corruttore e estorsore, condizioni che non lo differenziano affatto da chi è indagato.

Chi trarrebbe beneficio da questi cambiamenti?
“La Mafia. È infatti il loro gioco.  Con i patti convenuti nei commissariati o in altre dipendenze amministrative, da parte di agenti dipendenti da un unico Pubblico ministero, la Mafia riceve un chiaro messaggio, la Giustizia Penale è tariffata, ha prezzo. I Giudici non sono necessari. inoltre il sistema della giustizia basato in patti o delazioni premiate è selettiva, è classista. Perché se tu hai con cosa negoziare puoi negoziare, ma se tu non ce l’hai, è finita.

Questo che dice va contro il significato vero della giustizia, lei che conosce anche la realtà di altri paesi come si spiega che venga permesso questo cambiamento?
“Prendiamo ad esempio il caso dell’Italia: gli omicidi dei magistrati italiani Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono contemporanei alle modifiche delle procedure penali in gran parte dell’Occidente. Coincidenza? Credo di no. L’adozione del modello accusatorio tipico dei paesi di tradizione sassone, da parte di paesi con procedure penali “continentali” è un modo di abolire o eliminare i Giudici istruttori e sostituirli con il Procuratore Generale e Pubblici ministeri delegati. Gli omicidi di Falcone e Borsellino perseguivano la stessa cosa. Perché questa eliminazione giuridica e di facto? Perché i Giudici istruttori svolgono la propria funzione  in forma indipendente. Loro hanno il dovere di promuovere le indagini dei reati attuando un insieme di garanzie che contribuiscono a tutelare un’indagine dagli interessi dei poteri politici, economici e mafiosi. In primo luogo, la sua natura, il suo statuto speciale e il loro incarico, tendono a preservare la garanzia dell’indipendenza tecnica individuale di ogni magistrato. Non sono gerarchizzati né sottomessi a direttive o istruzioni. In secondo luogo svolgono le loro funzioni in un ambito che garantisce l’imparzialità, un santuario che si erige estraneo ad influenze esterne. In terzo luogo, devono verbalizzare cronologicamente ogni loro azione in un documento pubblico”. Cioè “l’espediente giudiziario, dove restano documentati i loro successi, errori, prove incriminanti, scagionanti, quelle eseguite o no, gli andirivieni naturali di ogni indagine, l’attività di tutti i partecipanti ed i coinvolti, ecc.”

Come fa a questo punto un Pubblico ministero che ha difeso la propria terra e la sovranità nazionale a credere ancora nelle Istituzioni?
“Bisogna credere nelle istituzioni che funzionano e nei buoni esempi; le istituzioni sono uomini, sono persone che hanno doveri e obblighi nei confronti viana enrique 1della società. In generale quando uno esercita la professione e lavora in ambito giudiziario giudica molto la condotta delle persone; ma non solo i comportamenti di chi deve presentarsi in tribunale. Si guarda anche il comportamento di chi giudica. Continuamente si valuta il modo di procedere dei giudici, difensori, pubblici ministeri, le parti in causa e l’agire della polizia. E’ proprio lì dove si vede la stoffa delle persone. Questo sono le istituzioni, un insieme di persone in relazione continua tra loro. La sua sola esistenza non garantisce il bene, il male, la giustizia o l’ingiustizia. Ma c’è da dire che a volte si modifica il diritto non a fin di bene, ma affinché non funzioni correttamente. Quindi bisogna ammettere che  oggi ci stiamo addentrando in meccanismi perversi attraverso i quali ci si serve della legge come strumento iniziale per provocare danni ad altri, o perfino reati”.

Sembra che determinati governi non si preoccupino dell’aspetto ecologico o dell’ecosistema. Quali strumenti ha lo Stato per difendere gli ecologisti e i difensori sociali?
“Credo che ci troviamo di fronte ad una trasformazione da prestigiatore. È cambiata la concezione che avevamo degli Stati, la nostra concezione degli Stati moderni nasce dalle monarchie istituite quando determinati signori feudali smisero di guerreggiare tra loro e si misero d’accordo nel scegliere uno di loro come re. In qualche modo dissero: “Tu sei il più potente, tu comanderai su di noi”. Gli stati monarchici sono l’origine degli Stati moderni. Possiamo andare ancora a ritroso nel tempo, ma questa è l’idea centrale. Gli Stati sono stati creati come una sorta di scudo protettivo per determinate persone. Successivamente la relazione con i sudditi si è ‘ammorbidita’ nel tempo e gli stati diventarono costruzioni per proteggere le persone.
Oggi, purtroppo quelli scudi protettivi, cioè gli Stati, non sono più liberi. Si può dire che gli Stati sono ‘sotto contratto’; il che significa che determinati interessi economici li tengono sottomessi. Quando quello scudo protettivo non protegge più i cittadini, ma al contrario inizia a proteggere determinati e concreti interessi economici (energia nucleare, settore minerario, cellulosa, transgenici, agro tossici), avviene un fenomeno pericoloso: la sicurezza giuridica che aspetta a queste grandi aziende  presuppone una situazione di assoluta insicurezza e mancanza di difesa per il resto dei cittadini”.

Possiamo dire di avere di fronte un qualche sistema finanziario criminale?
“Io vorrei sottolineare che nell’immagine di uno Stato assoggettato al servizio di determinati interessi ci sono sempre due parti che giocano la partita. Ogni vincolo contrattuale presuppone la bilateralità, vale a dire una parte corruttrice ed una parte corrotta, se vogliamo metterla in termini di corruzione. Qui avviene un altro fenomeno: Lo Stato assoggettato a queste grandi aziende, è rappresentato da governi che sono scelti democraticamente ma che poi consentendo certi contratti, lasciano il popolo nella più grande insicurezza. Ed è proprio qui, secondo me, che hanno origine i grandi conflitti della nostra epoca. Se la democrazia è un meccanismo che permette di scegliere in forma periodica i governi, e se questi governi non rispettano determinate regole che vietano loro di negoziare determinati beni,  dobbiamo capire una volta per tutte che non basta vivere in democrazia. Ma che devono essere rispettate  determinate regole, pietre miliari, stabilite dalla Costituzione ed è ciò che io definisco Repubblica; si suppone che ci siano determinate regole che non sono trattabili. Stiamo vivendo una sorta di schiavitù viziata, essendo che firmano contratti a nome nostro. Mi viene sempre in mente il contratto con Montes de Plata, firmato in rappresentanza del governo, della Repubblica Orientale dell’Uruguay. Ed è qui che nasce il grande gioco: la democrazia diventa il mezzo per convalidare gli atti di chi li ha preceduti nel governo continuando a ratificare quei contratti.  A quel punto, la nostra controparte, la gran corporazione, viene e ci dice: “Signori, voi non potete lamentarvi di questo contratto di investimento né delle conseguenze che comporta  perché, voi avete firmato questi contratti, ratificati dai successivi governi eletti da voi ogni volta che andate a votare, quindi è valido, intoccabile e inattaccabile”.

In che modo possiamo collegare il crimine organizzato e globalizzato con gli Stati?    
“Io credo che oggi stiamo dando vita ad un sistema penale che si adegua agli interessi della Mafia.  Perché? Sarò molto breve e schietto: Lo stiamo vedendo in questi giorni con quanto sta avvenendo in Brasile, riguardo il caso della FIFA, dove si sta incentivando a scendere a patti con la giustizia. All’individuo gli viene detto: “Se tu confessi, se denunci, se restituisci il bottino che hai sottratto io ti offro una pena meno rigorosa, meno gravosa”; per dirlo in altri termini “andrai ai domiciliari e non al COMCAR.”. Tali patti a giudizio mio e di insigni giuristi come John Langbein negli Stati Uniti, o Luigi Ferrajoli in Italia, sono patti perversi e immorali che ricordano l’estorsione. É come ricattare una persona, sto dicendo: “Se tu confessi io ti offro un determinato trattamento carcerario privilegiato”. E molte volte la persona  – noi dobbiamo partire da un principio di innocenza – molte volte è innocente e si vedrà forzata a confessarsi colpevole pur essendo innocente. O molte volte, pur essendo colpevole, consegnerà o denuncerà  altri individui senza la certezza che quella confidenza coincida con la verità”.

Confidenze in cambio di cosa?
“Una delazione che ha un prezzo; io dico sempre che determinate persone di fronte alla possibilità di andare in un centro carcerario come il COMCAR, o ai domiciliari, denuncerebbe persino sua madre anche se innocente. Stiamo mettendo in piedi un sistema che gioca su queste regole. Stiamo trasformando il diritto penale, che è un diritto pubblico, in un diritto privato, dove a valere è il contratto, il patto, il raggiro. Un campo di azione che la Mafia ama perché equivale a dire che la giustizia ha un prezzo. Oggi stiamo per eliminare i giudici istruttori in Uruguay, in Italia si iniziò ad eliminarli a partire della morte di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino – abbiamo imparato cos’è il consorzio  mafia-potere.

Cosa fare allora?
“Io credo che bisogna informare la cittadinanza, insistere. E’ molto difficile a volte trasmettere cosa c’è dietro le ingegnerie giuridiche che si stanno mettendo in piedi e che sono state ideate giustamente per non essere capite. Vedo uno sforzo da parte di alcuni cittadini. Ma c’è anche silenzio assordante da parte dell’accademia universitaria che invece dovrebbe fornire gli strumenti per capire ciò che sta avvenendo. Non intendo dire che l’Università sia direttamente vincolata ad aspetti economici, ma resta il fatto che tace di fronte a fatti che spesso colpiscono i cittadini. Secondo me c’è un interesse molto forte nel tenere questa “calma”. Faccio un esempio: Gli studenti non hanno professori con il coraggio necessario per spiegare alcune delle cose che stanno avvenendo nel nostro paese e ciò provoca indubbiamente un’impasse e, in molti casi, un regredire”.
(14 Marzo 2016)

fonte:antimafiaduemila.com

Foto di copertina: Sintinta.com.ar
Foto centrale: www.elpais.com.uy