I miei auguri (critici) a Renzi

di Antonio Ingroia
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Ma sì, voglio vederci anche io qualcosa di positivo nella vittoria di Matteo Renzi alle primarie per la segreteria del Pd. Innanzi tutto, se vedo la passione di quasi tre milioni di elettori che vanno a votare non posso che avere rispetto per un processo democratico comunque importante.

Come molti di voi sanno tra me e il sindaco di Firenze non corre buon sangue, in passato ci siamo criticati a vicenda, devo dire che lui lo ha fatto con un astio speciale, che non dimentico.

Ma poiché la politica è fatta anche delle idee e non solo delle persone che le portano avanti, voglio stare al discorso di insediamento di ieri e sottolineare i due passaggi che ho condiviso. Il primo è quello dello stop al governo delle larghe intese. Intendiamoci, fermare questo pessimo esecutivo non significa aspettare un anno o più. Va fatto subito, entro pochi mesi, il tempo di approvare la legge di stabilità, possibilmente rovesciandola sia nei contenuti sia nello spirito, e di modificare la legge elettorale nel senso indicato dalla Consulta, inserire cioè le preferenze e tornare di corsa alle urne perché questo Parlamento non può consentirsi di fare altro, checché ne dica il presidente della Repubblica.

La seconda cosa che ho condiviso è il ricambio della classe dirigente. Penso che Renzi si riferisse a quella del suo partito ma il discorso andrebbe esteso. Certo, se leggo i nomi che girano per la presidenza dell’assemblea mi pare che questo ricambio sia molto lontano. Se vedo chi negli ultimi mesi ha cambiato le proprie posizioni in attesa, probabilmente, di un ricollocamento nei vertici del Pd mi pare che il lavoro del neosegretario sarà difficile, però gli faccio i miei auguri, perché essere alla guida di un partito che ha le sue radici nel pensiero nobile della sinistra è un compito difficile.

Poi aspetto Renzi alla prova dei fatti. Va bene lo stop alle larghe intese, va benissimo il ricambio della classe dirigente, ma le parole che ha detto in campagna elettorale su come risolvere i problemi del Paese, dalla disoccupazione alla crisi, dalla precarietà al welfare, dalla riforma della giustizia alla riduzione delle diseguaglianze, mi sono sembrate totalmente prive di contenuto se non addirittura nella direzione contraria di quanto potevo auspicare.

Renzi ha in dote un’investitura popolare di rilievo, crede davvero che con le ricette liberiste che ha abbracciato da tempo possa risolvere i problemi del Paese, soprattutto della parte più debole del Paese? Aspetto di conoscere le prime mosse per esprimere un giudizio definitivo. Quello negativo che ho dato finora lo sospendo, perché un conto è essere esponente critico di un partito un conto è esserne segretario. Renzi sa che deve dare risposte anche alla sinistra della base del Pd, quella che ha votato per Cuperlo e per Civati, e non sarebbe male se desse risposte anche alla sinistra esterna al Pd. Non faremo come alcuni partiti che hanno deciso di votarlo, non ci ha convinto né durante la campagna per la leadership del centrosinistra alle primarie del 2012 né durante questa campagna per la segreteria del partito. Ma quando una forza politica ancora popolare esprime un cambiamento radicale così grande anche le forze avversarie hanno un dovere: ascoltare.

Tratto da: azionecivile.net