Napolitano e la barca che fa acqua

di Giulietto Chiesa Napolitano e la barca che fa acqua

 

 

Presidente Napolitano: paghino anche i poveri?

Non fossi già vaccinato da anni di spettacoli da circo della casta, ne sarei indignato.
Ma i poveri hanno già pagato! Sono poveri per questo, altrimenti non lo sarebbero. Non ci sarebbe scritto, nella Costituzione della nostra Repubblica, che lo Stato ha l’obbligo di “rimuovere” gli ostacoli, le ingiustizie, che si frappongono al loro riscatto.

Non ci sarebbe scritto, nella nostra Costituzione, che abbiamo diritto all’istruzione, alla salute, al lavoro, a una corretta informazione, se già li avessimo avuti in modi accettabili.

Dunque lo spirito (e anche la lettera) della nostra Costituzione, richiederebbero il riconoscimento dell’ingiustizia già patita dai più deboli, in tutti questi decenni.

E sentire un presidente della Repubblica, colui che dovrebbe essere garante dell’attuazione della Costituzione, ignorare l’offesa di una disuguaglianza plateale, non solo addolora, colpisce con la violenza di uno schiaffo.

Perché non siamo affatto tutti sulla stessa barca. Ci sono quelli (pochissimi) che stanno sopra e quelli (il 99%) che sono aggrappati agli scalmi, in procinto di essere sbalzati nell’acqua fredda.

Ci avviamo verso un disastro economico e sociale senza precedenti nella storia repubblicana. Già sappiamo tutti (impossibile che il presidente della Repubblica non lo sappia) che questa crisi si riverserà in misura abnormemente disuguale sui potenti e sui deboli, a tutto vantaggio dei primi. E il presidente della Repubblica non sa dire di meglio che invitare i più deboli a fare la loro parte di sacrifici? A quando una parola esplicita per richiamare i ladri del denaro pubblico, i maneggioni, i bugiardi, gli evasori a tirare fuori quello che hanno rubato?

Napolitano e Monti (insieme a Eugenio Scalfari) continuano a tenere, assai vicina al naso dei cittadini italiani, la carota della crescita prossima ventura. Ma l’odore della carota non si sente più da diversi mesi. Si sente odore di bruciato. E la ragione è semplice: non ci sarà crescita. C’è già la recessione. Come potranno “contribuire” ai sacrifici le decine di migliaia di nuovi disoccupati che già si programmano per i prossimi mesi?

Perché il presidente della Repubblica si presta a questo inganno?

Tratto da: ilfattoquotidiano.it