''Cosi' Riina perdono' gli scappati''

di Aaron Pettinari – 7 giugno 2011

Essere mafiosi con “stile”. Sono queste le parole di Rosario Naimo che durante un interrogatorio, il 20 dicembre scorso, ha raccontato i segreti della mafia americana al pm Roberta Buzzolani.

“Mentre il 98 per cento degli italiani odia la mafia siciliana e calabrese, i miricani si fanno voler bene. Quando morì il boss Carlo Gambino, il cantante Sammy Davis venne subito. E si faceva pure riprendere dalla telecamere. E così Frank Sinatra. I mafiosi americani non sono peri ‘ncritati. Insomma, lì sono delinquenti, sono mafiosi, ma all´occhio hanno un altro stile”. Ma il pentito, che in america ha passato una vita e veniva considerato dallo stesso Riina come “ricchissimo e potentissimo”, ha comunque voluto specificare di non voler “scagionare nessuno, ma loro hanno un altro modo di fare”.
Proprio riguardo agli affari messi in atto da Cosa Nostra americana Naimo è stato interrogato lo scorso gennaio dal procuratore del distretto Sud di New York, Daniel Goldman.
Le sue sono dichiarazioni importanti che permettono di sistemare i tasselli del puzzle della guerra di mafia degli anni ’80. Gli scappati vengono così elencati dal collaboratore di giustizia: “Salvatore Inzerillo, padre di Tommaso Inzerillo; Benedetto Villico; Pietro Inzerillo; Francesco Inzerillo, figlio di Pietro. Poi, Rosario Inzerillo, un altro fratello di Totuccio Inzerillo. Tommaso Inzerillo detto moscone. Franco Inzerillo detto nerone, che è fratello di Tommaso. Totuccio Inzerillo detto Nasone. Poi, ci sono Totuccio Graziano, nipote di Angelo La Barbera; Giovanni Bosco detto l´ingegnere, che era fidanzato con una delle Inzerillo. Quindi, Salvatore Sollena, che è un nipotastro di Gaetano Badalamenti; i fratelli Antonio e Angelo Mannino, quest´ultimo sposato con una sorella di Totuccio Inzerillo. Poi, Arasimo Gambino, uno di Torretta, sposato con la sorella di Gianni Gambino, cugino di primo grado di Totuccio Inzerillo”.
Quindi svela l’episodio che ha decretato il “perdono” di Riina. Naimo venne mandato assieme a Gianni Gambino come ambasciatore: “Ci fu una grande riunione a Partinico – ha raccontato – presenziarono anche Riina e Michele Greco. La commissione disse che avevano perdonato tutti quelli che erano andati via. Ma dovevano morire Antonino e Tommaso Inzerillo. Tornammo con questo messaggio”. Che il primo fu ucciso è storia e per questo omicidio la Procura palermitana ha chiesto il rinvio a giudizio di Naimo e Filippo Casamento, accusato dallo stesso pentito di averlo aiutato ad attirare Nino Inzerillo in un tranello. Ma ad ucciderlo, dice Naimo, “furono i miricani”

Fonte:antimafiaduemila