Quanto ci costa lo “standby”

di Andrea Bertaglio

Televisori, computer e videogiochi consumano anche da spenti. E tanto. In modalità standby pesano sulla bolletta elettrica per almeno 50-60 euro all’anno, ma la “lucina rossa” lasciata accesa può costare a una famiglia anche 250 euro. A rivelarlo è un’indagine del Politecnico di Milano. Un elettrodomestico su tre di quelli in vendita è già superato dalle normative, e gli altri lo saranno fra un paio d’anni. Così lievitano le bollette, ma anche le emissioni di CO2. Uno spreco ogni anno di 43 terawattora, l’11% di tutta l’elettricità prodotta nel vecchio continente. Per intenderci, l’equivalente dell’energia fornita da 8 grandi centrali termoelettriche. Basterebbe staccare la spina per evitare, in Europa, di sprecare un miliardo di euro, scongiurando l’emissione di oltre 3.5 milioni di tonnellate di anidride carbonica.

Lo studio, inserito nel programma europeo Selina ed effettuato dal gruppo di ricerca eERG del polo universitario milanese su 6 mila prodotti in vendita nei Paesi europei, monitorati per otto mesi, ha rivelato come oltre il 30% non rispetti ancora le nuove norme relative agli standby. Molti elettrodomestici che popolano gli scaffali di negozi e supermercati presentano ancora le stesse caratteristiche energivore di quelli di vecchia concezione: hanno una potenza assorbita, in standby, di oltre 3 watt, contro gli 1-2 consentiti dalla direttiva europea del gennaio 2010, soglia da dimezzare ulteriormente entro il 2013. Gli elettrodomestici più voraci, da “fermi”, sono fotocopiatrici e stampanti laser, decoder della tv digitale, router per internet, televisori e, soprattutto, videogiochi e macchinette del caffè. Ma anche forni, impianti stereo e caricabatterie dei cellulari.

Apparecchiature che, se costantemente attaccate alla presa della corrente, possono sprecare fino al 95% dell’energia che assorbono. I peggiori elettrodomestici in assoluto sono i videogame di ultima generazione come Playstation 3 e X-box che, secondo il mensile australiano dei consumatori Choice, anche da spenti consumano dalle 3 alle 5 volte più di un frigorifero. Una caratteristica, quella delle console, che a un costo medio di 0,15 euro a kWh può portare a una inutile spesa annua di 250 euro.

Ci sono poi i nuovi modelli di tv a grande schermo che in molti casi si devono lasciare in standby per forza, visto che manca il classico pulsante di spegnimento: arrivano a consumare il triplo rispetto a un televisore tradizionale, vale a dire che in un anno usano la stessa energia che farebbe funzionare cinque lavatrici di nuova generazione.

Quanto alla musica, chi ama i set di casse per l’home theatre deve mettere in conto 15 euro in più all’anno, per un consumo in standby di oltre 98 kWh. Brutte notizie anche per chi non vuole mai staccare il computer: lasciarlo acceso 24 ore al giorno può costare 130 euro l’anno, cui se ne aggiungono altri 20 se si lasciano accese le casse e 43 se non si spegne il monitor Lcd (a cristalli liquidi). Proprio le casse acustiche di bassa frequenza (subwoofer) sono messe sotto accusa dal sito di Legambiente Viviconstile.

Fa sprecare energia qualsiasi apparecchiatura elettrica che abbiamo in casa: fornelli, purificatori d’aria e condizionatori, tostapane, forni a microonde, spazzolini elettrici. Tutti prodotti che, non smetteno di assorbire elettricità nemmeno da spenti. “L’Italia non ha fatto nulla per favorire l’adozione della direttiva”, dichiara Andrea Poggio, vicedirettore di Legambiente: “Sta quindi ai consumatori fare attenzione, leggere bene le etichette e chiedere informazioni al negoziante di fiducia per non farsi rifilare vecchi apparecchi”. Per quelli che abbiamo già in casa, invece, Poggio fornisce un consiglio semplice: “Basta acquistare una bella ‘ciabatta’ dotata di interruttore e ricordarsi di spegnerla”.

Attenzione dunque all’etichetta energetica, oggi presente su quasi tutti i grandi elettrodomestici “bianchi”, cioè quelli per la cucina. Una semplice indicazione che comprende anche i consumi da spenti, e che ha già dirottato molti acquisti verso le classi di massimo risparmio. Per gli elettrodomestici “neri” (impianti stereo, televisori e computer), che invece non hanno l’indicazione obbligatoria dei consumi complessivi, se si vuole risparmiare è meglio scegliere i prodotti di quelle marche che, volontariamente, adottano standard di efficienza energetica. Ma attenzione agli acquisti affrettati e agli sconti apparenti, avverte Poggio: “Un risparmio al momento dell’acquisto potrebbe poi far lievitare le bollette”. Per orientarsi, è utile consultare i prontuari messi a disposizione da siti come Viviconstile.org o TopTen, creati proprio con l’intento di aiutare i consumatori a limitare i danni, ambientali ed economici, provocati dai “divoratori di elettricità” spesso travestiti da ottimo affare.

Fonte:

Il Fatto Quotidiano