Il governo accelera sull’Agenzia per la sicurezza nucleare.

C’è ancora chi si attarda a pensare che questo Governo non riuscirà a realizzare il nucleare e quindi la prende con calma. Errore. Mai sottovalutare gli avversari.
In pochi giorni il nuovo Ministro per lo Sviluppo ha stanziato 2,4 milioni di euro per la costituenda Agenzia per la sicurezza e ha messo in moto la nomina dei suoi vertici.
Senza Agenzia tutto è bloccato, ma con la costituzione dell’Agenzia il meccanismo si riavvia.
I soldi sono pochissimi ma sufficienti per fare le nomine.
La struttura dell’Agenzia è raccogliticcia (senza offesa per i futuri dipendenti) perché viene realizzata con il trasferimento di personale da Ispra e da Enea. In sostanza non si procede pensando a ciò che servirebbe, ma a ciò che è disponibile nelle strutture già esistenti.
Non sono previste risorse finanziarie per assumere le competenze professionali necessarie e per il funzionamento di una struttura delicatissima come questa. Bene ?
No, male perché è la conferma che le tecnostrutture delle aziende che vogliono realizzare le centrali nucleari in Italia avranno sostanzialmente campo libero nel fare le proposte di insediamento e nella loro esecuzione.
La costituenda Agenzia per la sicurezza (con buona pace del prof. Veronesi) potrà solo mettere i timbri di consenso sulle proposte altrui perché non avrà le risorse umane e finanziarie per poterle valutare con l’attenzione che richiede una struttura delicata come una centrale nucleare.
Le Agenzia di Francia, Inghilterra e Finlandia (paesi tutti nuclearisti) hanno dato lo stop, chiedendo modifiche di non poco conto, ai costruttori francesi della centrale in Finlandia perché hanno fatto coincidere il programma informatico di funzionamento con quello di intervento in caso di incidente, con il rischio evidente che se uno va il tilt può andare fuori uso anche l’altro.
Al di là del prof. Veronesi, i cui meriti in altri campi restano immutati, la costituenda Agenzia per la sicurezza italiana avrà mai la forza di adottare un simile comportamento ? Con questi chiari di luna evidentemente no.
Come si vede questo è un discorso minimalista, perché il vero problema del nucleare è quello messo in luce dalla ricerca tedesca che ha messo in evidenza che le leucemie nei bambini nei pressi delle centrali aumentano fino a 3 volte e che anche i lavoratori e gli abitanti vicini subiscono danni alla salute non solo quando ci sono incidenti, che pure rerstano un grande problema, ma anche durante il normale funzionamento di una centrale, per le radiazioni che emette.
E’ difficile capire perché una una persona come Veronesi, che ha speso la sua carriera per la tutela della salute delle persone,  oggi si lasci andare a dichiarazioni oniriche come quella che il nucleare attuale è sicuro. Per di più trascurando fatti di grande portata come il decommissioning e le scorie radioattive che durano per tempi lunghissimi e quindi graveranno come una minaccia sulle future generazioni.
Comunque ciò che conta è che il Governo tenta di rimettere in moto il progetto nucleare, confermando che la mole di affari che muovono le centrali nucleari è più forte di ogni ragionevolezza sui costi, che sono più alti delle fonti rinnovabili, sull’occupazione, che con le rinnovabili sarebbe almeno 15 volte il nucleare, sugli investimenti, che sarebbero minori con risultati migliori.
Per non parlare della maggiore autonomia energetica nazionale che garantirebbero le energie rinnovabili.
Tuttavia la scelta nuclearista, contro ogni ragionevolezza, è nel dna del Governo, è stata promessa da Berlusconi ai suoi partner italiani e internazioonali. Anche un possibile clima preelettorale non deve lasciare tranquilli perché se i provvedimenti attuativi della legge 99/2009 procederanno anche un Governo a Camere sciolte potrà procedere cercando di creare dei fatti compiuti per rendere sempre meno reversibile la scelta nucleare.
Per questo la raccolta delle firme a sostegno del disegno di legge di inizativa popolare per le eneregie da fonti rinnovabili e il risparmio energetico è un no più forte al nucleare, perché dimostra che semplicemente non ce n’è bisogno.
Mancano 5 settimane alla fine della raccolta delle firme, usiamole per dare il maggiore slancio possibile a questa iniziativa, in particolare il 6/7 novembre quando verranno ricordati in 100 piazze d’Italia i referendum che hanno detto no al nucleare 23 anni fa con una maggioranza schiacciante.
Fonte:  Oltreilnucleare.it