Il fanatismo e’ l’esaltazione di cio’ che non esiste




di Giorgio Bongiovanni – 11 dicembre 2010
Sono davvero poche le parole da aggiungere a quanto scritto da Manfredi Borsellino in sacrosanta difesa dell’integrità, della professionalità e della persona di sua sorella Lucia Borsellino oggetto di commenti stupidi e volgari riguardo la sua probabile nomina a funzionario regionale nel dipartimento della sanità.
Tuttavia, oltre ad esprimere la nostra assoluta vicinanza a tutta la famiglia, ritengo sia doveroso quanto meno fermarsi un attimo a riflettere sui danni che può produrre questo esasperato, continuo urlare e puntare il dito senza prima essere bene informati.
L’esagerazione, l’esaltazione, il fanatismo offuscano la mente al punto da indurre sentimenti di vigliaccheria, meschinità e invidia. Portano al punto di giocare al tiro al bersaglio persino con le vittime innocenti della mafia.
Per quanto il mio senso della morale mi impone non è mai accettabile la mancanza di rispetto verso coloro i quali si sono visti strappati all’amore e all’affetto i propri cari tramite la cieca violenza.
Nel caso specifico poi, in cui l’ignoranza, nel senso proprio del termine, ha prodotto questo attacco squallido e fanatico nei riguardi di una donna che ha avuto il coraggio di attraversare l’inferno per poter rivedere per l’ultima volta il sorriso sui resti di suo padre e di vivere la sua vita a partire dal giorno seguente così come ha testimoniato il fratello Manfredi obbliga tutti noi prima di tutto al silenzio. E a chiederci chi di noi avrebbe avuto la stessa forza.
Io penso che questo sia il sigillo unico del rigore morale che Paolo Borsellino ha lasciato impresso nei suoi figli e nella sua famiglia. E piuttosto che critiche superficiali e fanatiche dovremmo rammentarci il debito enorme che tutta la collettività ha nei loro confronti.

Giorgio Bongiovanni


Fonte:Antimafiaduemila


“Orgoglioso di Lucia. Disgustato dalla viltà”

di Manfredi Borsellino – 11 dicembre 2010
Cari HoPauraScappoalNord, Voltaire e similari, nulla mi aveva indignato sino ad oggi, nemmeno il venire a sapere che, forse, uno o più rappresentanti delle nostre istituzioni avrebbe presenziato al confezionamento dell’autobomba destinata a dilaniare il corpo di mio padre e dei suoi cinque angeli custodi, come leggere i vostri “disgustosi” commenti all’indiscrezione secondo cui mia sorella sarebbe prossima alla nomina di Dirigente generale dell’Assessorato alla Sanità.

Credo che Roberto Puglisi, della cui amicizia mi onoro, vi abbia già risposto come meglio ciascun componente della mia famiglia non avrebbe potuto fare.
Malgrado tuttavia mi stiano tremando le mani mentre sto scrivendo e vorrei mettermi a piangere ma mi sforzo di non farlo perchè è mio padre che vuole, esige, che io in questo momento mantenga tutta la mia lucidità, voglio che sappiate solo una cosa, che mia sorella, Lucia Borsellino, la stessa che il giorno dopo la morte di suo padre si presentò innanzi un’incredula commissione esaminatrice per sostenere uno dei suoi ultimi esami universitari, è la persona in famiglia di cui andiamo più orgogliosi, che in silenzio, da quasi diciotto anni, “getta il sangue” per quelle Istituzioni che in un modo o nell’altro hanno contribuito alla morte del padre, prima come ispettrice farmaceutica, poi come direttiva, poi ancora come responsabile del prontuario farmaceutico regionale, infine come dirigente dell’Ufficio speciale per l’integrazione socio sanitaria, senza avere speculato o approfittato mai, dico mai, del cognome che porta.

Siete dei vigliacchi, perchè l’amore che dite di provare per mio padre non vi ha neppure consigliato – prima di vomitare quei commenti – di informarvi sulla reale identità di Lucia Borsellino, su chi è davvero la d.ssa Lucia Borsellino, che percorso professionale ha fatto, quali possano essere stati i suoi meriti o demeriti.
Sì, forse avete ragione, mia sorella dopo tutto gode di un magro ma sufficente assegno vitalizio per sfamare le sue due figlie, chi glielo fa fare di trascorrere anche 10 ore in ufficio, di credere che questa società, e dico società, di “merda”, può cambiare, deve cambiare anche grazie al suo piccolo contributo. Sì, cara Lucia, dolcissima sorella mia, forse a causa di ciò che ho letto oggi sul tuo conto anche tu devi iniziare ad avere paura, a scappare al Nord.

Tratto da: livesicilia.it


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