L'agenda rossa

marciaAgendaRossa2009

marcia agendarossa 2009

di Sonia Sist

Associazione Il Sicomoro

Soltanto una volta arrivati in cima al colle che sovrasta Palermo, al castello Utveggio, ci siamo resi conto di quanto fosse stata lunga la strada.

Tornanti ripidi e infuocati ci hanno inghiottiti su per una salita punta da enormi cactus e frastornata da cicale rompiscatole. Abbiamo percorso la distanza che separa via d’Amelio dal punto dove, presumibilmente, è stata fatta brillare la carica che ha ucciso Paolo Borsellino e gli uomini della sua scorta.

I palazzi grigi di quella via tanto nota ne portano ancora le cicatrici, mi sono sembrati giganti, vuoti e rassegnati, coi loro lenzuoli bianchi alle finestre. Ci hanno osservati dall’alto silenziosamete come si guardano le formiche.

Davanti a tutti Salvatore Borsellino, fratello di Paolo e fratello nostro, con tutto l’ardore possibile ha infiammato l’anima del corteo che lo ha seguito fin su verso una verità tanto nascosta quanto ovvia.

L’abbiamo sventolata in aria tutti la verità, l’agenda rossa che venne sottratta al giudice subito dopo l’esplosione e nella quale, forse, erano segnate trattative fra Cosa nostra e lo Stato.

La sera stessa, alla facoltà di Giurisprudenza, Anna Petrozzi introduce i protagonisti della conferenza: Salvatore Borsellino, Luigi De Magistris, Antonio Ingroia, Giuseppe Lumia e naturalmente Giorgio Bongiovanni, direttore della rivista “Antimafia2000”.

Ed è proprio lui ad iniziare, dichiarando di aver dedicato la rivista alle vittime della mafia e di operare affinchè si faccia luce sulla strage di via d’Amelio.

Viene descritta bene nel corso della sera l’atmosfera che si respira in questa terra, isolata delusa e stanca, la Sicilia ricorda ancora la stagione post-stragi, nella quale si ebbe la speranza di arrivare alla verità e alla giustizia, di trovare i responsabili di quelle morti, ma così non fu e seguirono anni di sonnolenza, di perdita di memoria come se niente fosse accaduto.

Oggi si respira un’aria nuova, vi sono sempre più ampi spiragli di luce a portare chiarezza su vicende tanto fosche e scomode.

Sono le persone, e per questa occasione ne sono venute da tutta Italia, ad avere il potere di allargare questi spiragli, le persone hanno il potere di sostenere i magistrati che vengono uccisi con la delegittimazione e resi impotenti dall’isolamento.

Salvatore Borsellino da diciassette anni piange la morte di suo fratello in quanto non è stata fatta giustizia, Paolo morì perchè non venne protetto, il processo si sospese in fase preliminare e mai niente fu detto su quell’agenda rossa. Sta venendo fuori ora che doveva essere eliminato perchè stava scoprendo gli assassini di Falcone … e lo Stato dedica alla sua memoria patetiche commemorazioni presiedute da ipocriti, lo Stato si! un pentolone di promiscuità che una grande mano continua a mescolare.

Paolo Borsellino non è morto, vive in tutti coloro che portano avanti il suo lavoro: in persone come gli europarlamentari Luigi De Magistris e Sonia Alfano o come i magistrati Antonio Ingroia e Antonino Di Matteo, persone che vanno sostenute e intorno alle quali dobbiano creare un circuito che non consenta a nessuno di fermarle … di fermarci.

Sonia Sist

Associazione Il Sicomoro

Pordenone, 8 Agosto 2009