Gli apprendisti stregoni occidentali e la Russia

C’era una volta una Russia debole, uscita mutilata, economicamente a pezzi, con una grave crisi d’identità, dal crollo dell’Unione Sovietica. Era una Russia costretta, volente o nolente, ad accettare le decisioni che gli USA, i vincitori della Guerra Fredda, prendevano per il mondo. Era la Russia che cedette sull’allargamento a est della NATO, sui due attacchi all’Iraq, sullo smembramento della Jugoslavia, sulle basi statunitensi in Asia Centrale, sulle sanzioni all’Iran, sulle “rivoluzioni colorate” nello spazio post-sovietico e via dicendo, fino all’ultimo episodio dell’attacco arabo-occidentale alla Libia. Era una Russia che ingoiò tanti rospi da farne indigestione.

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Nuvole di piombo sull'Europa

La crisi ucraina sta assumendo un carattere strategico, cioè mondiale.
Potrei dire: come avevo previsto, lanciando l’allarme già due settimane fa, ben prima che il colpo di stato violento – organizzato e ispirato da Washington e appoggiato da un gruppo di paesi membri dell’Unione Europea – venisse portato a compimento.

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Giochi olimpici e meno olimpici

Cominciano i giochi olimpici di Soci. Ma nello spazio tra il Caucaso e il Mar Nero si giocherà una partita ben più vasta è diversa da quella delle gare. È in corso – attorno alla Russia e dentro la Russia – qualcosa di molto simile a una guerra. Non la si può chiamare Nuova Guerra Fredda, perché le cose si presentano oggi in altra forma e con altri giocatori. Ma viene da pensare alle Olimpiadi di Mosca del 1980.

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