Innocenti evasioni e riforme costituzionali colpevoli

In attesa che qualcuno nel Pd finalmente rivaluti anche l’ex ministro Pietro Lunardi e il suo “bisogna convivere con la mafia”, va registrato con piacere come il clima di concordia e d’unità d’intenti, auspicato dall’Eterno Presidente Giorgio Napolitano, stia facendo breccia tra molti nostri esponenti politici. Il vice-ministro all’Economia Stefano Fassina, noto alle cronache per aver sostenuto fino a 6 giorni prima della nascita dell’esecutivo Letta che mai il suo partito avrebbe “governato con Berlusconi”, e poi andato al governo con Berlusconi, ne è forse la dimostrazione migliore.

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A chi giova stravolgere la nostra Costituzione

Sta accadendo un fatto strano e difficile da spiegare, che appare più fisiologico che politico o giuridico: la Costituzione si sta trasformando. Cambia di colpo in punti vitali.

Per esempio è in atto un progetto che sta svolgendosi all’insaputa dei cittadini, ed è bene saperlo. Il progetto è di mettere mano all’art. 138 della Costituzione, o meglio di cominciare di lì. Quell’articolo è un cardine: impedisce che la Costituzione possa essere facilmente e liberamente manomessa al di fuori della complessa procedura costituzionale. Prescrive due volte il voto di ciascuna camera, e un referendum popolare di approvazione finale.

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Riforme costituzionali: se a scriverle sono gli amici dei ladri

Visto che la storia spesso si ripete in farsa, l’ultimo capitolo della ridicola tragedia italiana ruota di nuovo intorno alle riforme e alla giustizia. Esattamente come era accaduto nel 1997, con la commissione Bicamerale di dalemiana memoria, tra i nuovi padri ricostituenti in quota Pdl prende corpo l’idea di riscrivere pure il titolo IV della Costituzione: quello che stabilisce poteri, diritti e doveri della magistratura.

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