La riforma della giustizia secondo Ingroia

Da anni si parla di crisi della giustizia e di necessaria riforma della giustizia. Vero. E` vero che la giustizia in Italia funziona poco e male. Ne sanno qualcosa i cittadini-utenti che ci hanno a che fare. Sia i cittadini che si ritengono vittime di ingiustizia e perciò si rivolgono alla magistratura per avere giustizia in sede penale, civile o amministrativa. Sia i cittadini che, come suol dirsi, incappano nelle maglie della giustizia quali imputati, e quindi presunti innocenti fino a sentenza definitiva.

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Difendiamo la Signora Costituzione

Firmare l’appello de Il Fatto significa gridare «no» a questo scempio e pretendere l’ossequio alla Carta Suprema, che fino ad ora, nonostante gli attacchi è stata l’unico baluardo a difesa del Diritto e dell’uguaglianza tra i cittadini. Nessuno tocchi l’art. 138, ad altissima tensione, perché muore fulminato. Poiché i parlamentari, sètta nominata per cooptazione e interessi innominati, sono indegni di rappresentarci, tocca a noi vigilare e difendere con ogni mezzo la Supremazia, la Nobiltà e la Grandezza della nostra Costituzione. Dobbiamo raggiungere almeno 500 mila firme da sbattere in faccia a chi con mani impuri voglia manomettere il fondamento stesso della nostra sopravvivenza di oggi e di domani.

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Il condannato che vuole riformare i suoi giudici

“La condanna giova o danneggia Berlusconi (foto)?”, questa la domanda che campeggia su alcuni giornali italiani, con tanto di appassionati editoriali. Secondo costoro il cavaliere dimezzato, moderna variante del visconte di Calvino, ora potrebbe giocare la carta del martirio e parlare ai suoi dal “confino” dei domiciliari, magari mentre assiste un gruppo di rifugiati politici libici o kazaki.
In questo modo diventerebbe più forte che mai e spianerebbe gli avversari, interni ed esterni.

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