Borsellino quater: Mancino sceglie di non rispondere

Avanti un altro. Al Borsellino quater la lista di coloro che si sono avvalsi della facoltà di non rispondere aggiunge un ulteriore nominativo. Così come avevano scelto Vincenzo Ricciardi, Mario Bò, Mario Mori e Giuseppe De Donno anche l’ex ministro dell’Interno Nicola Mancino ha deciso di non rispondere in quanto imputato di reato connesso. Una scelta legittima in base alla forma a lui riconosciuta di “testimone assistito” ma che fornisce comunque l’immagine di uno Stato che preferisce tacere, o non ricordare, pur di tenere seppellite certe verità.

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Il caso oscuro del ministro Scotti

Vincenzo Scotti è stato ministro dell’Interno dal ’90 al ’92. È in questi anni che il governo, avvalendosi della collaborazione dell’allora ministro della Giustizia Martelli e di Giovanni Falcone, che aveva appeso temporaneamente la toga al chiodo, per dirigere la sezione affari penali del ministero, vara una serie di leggi con lo scopo di portare avanti una decisa azione di contrasto contro la mafia. Scotti, comparso all’udienza di ieri davanti ai pubblici ministeri del Borsellino quater, ha descritto quei delicati primi anni ’90 caratterizzati da una forte destabilizzazione politica.

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