Mafia e Stato, la lezione di Sciascia

Chissà cosa avrebbe scritto Sciascia se questa mattina fosse stato al “Pagliarelli” di Palermo per assistere all’udienza preliminare del processo sulla cosiddetta “trattativa” tra Stato e mafia. Forse, scorrendo la lista degli imputati comparsi davanti al gup Pier Giorgio Morosini, avrebbe messo in discussione l’ineluttabilità di quella sua storica convinzione secondo la quale lo Stato non può processare se stesso.

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Dall’antimafia in Italia alla lotta ai narcos del Centroamerica

Non è mia abitudine presentare sul sito del nostro giornale conferenze o dibattiti a tema, ma questa volta ritengo fondamentale anticipare un evento di grande importanza. Il prossimo 3 novembre a Pavia si svolgerà un incontro organizzato dal Coordinamento per il diritto allo studio – UDU e dall’Osservatorio antimafie Pavia (con il patrocinio della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Pavia e dell’Ente per il diritto allo studio universitario) tra un giornalista-scrittore di prima grandezza come Saverio Lodato e un magistrato integerrimo e valoroso come Antonio Ingroia.

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Trattativa Stato-mafia, il Governo parte civile

A pochi giorni dall’inizio dell’udienza preliminare del processo sulla trattativa Stato-mafia il governo scioglie la riserva e comunica che si costituirà parte civile davanti al giudice di Palermo Piergiorgio Morosini che dovrà decidere se rinviare a processo gli imputati. La prima udienza è prevista lunedì 29 ottobre e tra gli umputati vi sono i mafiosi Salvatore Riina, Nino Cinà, Bernardo Provenzano, Leoluca Bagarella e Giovanni Brusca; rappresentanti delle istituzioni come gli alti ufficiali del Ros Mario Mori, Giuseppe De Donno e Antonio Subranni; esponenti politici come Calogero Mannino, Marcello Dell’Utri e Nicola Mancino, ex ministro dell’interno e già presidente dl Senato.

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