Crisi, poveri lavoratori: come non farcela anche con un posto fisso

Frustrazione. Scontentezza. Paura di non farcela. Provate a chiedere a colleghi e amici «quanto guadagni?» e, nel 99% per cento dei casi, riceverete un’identica risposta: «Meno di quanto merito, meno di quanto mi occorre».

Una risposta veritiera, secondo Walter Passerini e Mario Vavassori, autori del libro Senza soldi. Sottopagati, disoccupati, precari (Chiare Lettere), che denuncia una situazione allarmante: avere un posto di lavoro non sconfigge la povertà, e a far parte della numerosa schiera dei working poor – i lavoratori poveri – non sono solo i precari (per i quali 1000 euro al mese di cinque anni oggi fa sono un miraggio), ma anche i lavoratori dipendenti, pubblici e privati.

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Grecia, le multinazionali fanno affari ma tagliano stipendi e indennità

Mentre il mercato greco si restringe per la crisi, (la gente non spende più) i prodotti delle multinazionali si “allargano” e fatturano numeri significativi. La riduzione del costo del lavoro, dopo il memorandum della troika e la diminuzione di fatto dei diritti per i lavoratori, avvantaggia solo i grossi nomi che vanno in Grecia per investire, ma di fatto risparmiando su stipendi e indennità che la troika ha provveduto a tagliare. Quattro i casi più significativi. La Kraft Hellas AE è una filiale della multinazionale Mondelez internazionale (fino a poco tempo denominata Kraft Foods), che domina il mercato europeo per il cibo da spuntini

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Solo il rumore ci potrà salvare

di Anna Lami – Megachip SilenziosaMente al Pantheon contro i suicidi dei lavoratori e degli imprenditori, con il sostegno del Presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti e quello di Enrico Gasbarra, il segretario del PD Lazio. Non mancavano nemmeno Gianni Alemanno e la consorte, nonché consigliere regionale, Isabella Rauti. Difficile concepire un’ipocrisia pari a quella con cui vengono sponsorizzate […]

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